Napoli: travolto dalle onde a Marechiaro, il regista Capuano salvato dai bagnanti

«Non ho capito più nulla, avevo i polmoni pieni di acqua di mare»

Il regista Antonio Capuano
Il regista Antonio Capuano
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 9 Agosto 2023, 23:54 - Ultimo agg. 11 Agosto, 10:19
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«Quando ci si sente padroni di una cosa, è proprio allora che ci si fotte. Questa regola vale sempre. E vale specialmente al mare». Il regista Antonio Capuano racconta la tragedia sfiorata lo scorso 26 luglio nelle acque di Marechiaro. 83 anni e lo spirito energico dell’artista. Col mare grosso e il maltempo, il regista di “Polvere di Napoli”, “Luna Rossa” e altri film capolavoro ha rischiato di annegare.

«Sono stato travolto da un’onda - prosegue - Sembrava una montagna. Non ho capito più niente. Le mie energie erano naufragate. I polmoni pieni d’acqua di mare, mi hanno detto i medici in ospedale. Dopo, ho abbracciato e baciato quelli che mi hanno salvato. Ho già ripreso a tuffarmi», aggiunge. Dopo vari giorni, per fortuna, Capuano si è ripreso. In “È stata la mano di Dio” di Sorrentino, Capuano (interpretato da Ciro Capano) rivolge al giovane Fabietto Schisa (l’attore Filippo Scotti, che veste i panni del giovane Sorrentino) la celebre frase «non ti disunire».

E così è stato, per fortuna, nelle acque di Marechiaro. 

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Siamo nei pressi del Palazzo degli Spiriti, intorno alle 16. Il regista sta per compiere il suo solito giro nelle acque che circondano la “fenestella”. Il mare, però, è «grosso e lurido». Le onde lo travolgono dopo poche bracciate. Le forze scivolano via in un amen. Capuano decide allora di lasciarsi trasportare dalle onde, di «galleggiare fino al varco della scogliera - precisa - Quindi sono riuscito ad agitare le braccia verso alcuni ragazzi sugli scogli. Loro in un primo momento pensavano che li stessi salutando, poi si sono accorti che avevo bisogno di aiuto». Così Capuano è stato soccorso in mare da questi ragazzi e poi messo a riposo su una sedia del Porticciolo. Dopo pochi secondi, ristoratori e residenti hanno raggiunto il regista in attesa del 118.

«Si tratta di una bella storia di comunità solidale - commenta il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli - I ristoratori di Marechiaro hanno un ottimo rapporto con i residenti. Ma Marechiaro, purtroppo, è anche assediata da abusivi e babybang. Questa storia racconta però di una Marechiaro che si propone per quello che in realtà già sarebbe: un gioiello sul mare e non una terra assediata dall’illegalità». La vicenda dimostra che l’oasi posillipina di cui spesso ci capita di parlare non solo per la sua bellezza, ma anche a causa di coltelli, risse, lidi abusivi e babygang, sa anche splendere di luce propria. Marechiaro sa come salvare chi ne ha bisogno.

A correre in soccorso del regista c’era anche un vecchio amico di famiglia: Gianluca Capuano (omonimo ma non imparentato), il titolare del celebre ristorante del borgo, Cicciotto, che chiosa: «Come quasi ogni giorno, Antonio stava facendo le sue bracciate in acqua a Marechiaro. Portava anche i soliti occhialini. Era arrivato a piedi nel borgo, come sempre, sia all’andata che al ritorno. Il mare era molto mosso, e dopo alcune bracciate la corrente lo ha portato al largo. È riuscito a rientrare dal lato del porticciolo. Ed è riuscito ad aggrapparsi alla scogliera e a mandare segnali di sos. Alcuni ragazzi che stavano sugli scogli si sono tuffati e lo hanno soccorso. Mentre lavoravo, mi sono accorto dei movimenti strani intorno al ristorante: c’era gente che correva. Quindi li ho seguiti e mi sono precipitato ad aiutare. Abbiamo portato Capuano a braccio fino in piazzetta per guadagnare tempo in attesa dell’arrivo del 118. Era quasi annegato. Perdeva sangue dalla bocca. Per fortuna è andato tutto bene. L’altro giorno, poi, ho incontrato Antonio in bus e mi ha abbracciato con una forza assurda: “Grazie, grazie”, mi ha detto. Questa vicenda testimonia la grandissima energia che questo grande artista ha conservato negli anni. E Marechiaro ha dimostrato di saper essere una comunità in grado di assistere i bisognosi e gli habitué. Antonio Capuano è un patrimonio per questo Borgo. A parte i ragazzi dello scoglio, con me c’erano altri tre soccorritori: Carmine Tartaglia, Pasquale Vitiello e Norberto Capuano».
 

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