Napoli invade Parigi: incontri e performance coi protagonisti della scena partenopea

Capodimonte al Louvre, mostra di dipinti e sculture: domani l’inaugurazione con i presidenti Mattarella e Macron

Il Louvre
Il Louvre
Maria Pirrodi Maria Pirro
Martedì 6 Giugno 2023, 00:04 - Ultimo agg. 10:21
5 Minuti di Lettura

Non solo i 60 dipinti e sculture in mostra al Louvre, tutti trasferiti dal museo di Capodimonte. Tra la galleria e l’auditorium, e sotto la piramide di vetro, sono in arrivo Paolo Sorrentino, Isabella Rossellini, Erri De Luca, Toni Servillo, Peppe Barra e Vinicio Capossela. Con i musicisti del teatro San Carlo, i Nu Genea e tanti altri artisti, come tableaux vivants, originali quadri viventi, chiamati a mettere in scena i mille volti di «Naples a Paris», la contemporaneità che fa innamorare quanto l’antico. Registi, attori, cantanti, orchestrali sono protagonisti - i nomi appena svelati - della «Stagione napoletana a Parigi», incontri e performance che completano la proposta culturale. Al centro la città che seduce, conquista e incanta un pubblico internazionale. Un successo previsto, più dello scudetto, con largo anticipo. 

Oggi l’anteprima dell’esposizione; domani l’apertura ai visitatori: ne sono attesi 30.000 al giorno, oltre cinque milioni in sei mesi. Per cominciare, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il francese Emmanuel Macron, presenti all’inaugurazione insieme con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Invitato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. 

L’allestimento è d’eccezione. Per vedere tutto, si impiega in media un’ora e 30 minuti. Il percorso va dal Salon Carré alla Grande Galerie, dalla Salle Rosa alla Salle de l’Horloge, dove le opere in prestito sono sistemate accanto a quelle della collezione permanente del museo, e dialogano tra loro. «Il Louvre e Capodimonte hanno molto da condividere e da dire», afferma soddisfatto il direttore Laurence des Cars. «Questa collaborazione, eccezionale ed esclusiva, dà la misura dello slancio europeo che desidero per il museo», aggiunge. 

Un focus è sulla pittura italiana dal XV al XVII secolo, 33 i dipinti di valore: Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni, Francesco Guarino, Mattia Preti.

E Masaccio, un simbolo del Rinascimento incredibilmente assente nel museo parigino: sua la «Crocifissione».

Ma è l’enigmatica «Antea» di Parmigianino il dipinto più amato, scelto per la locandina, e una sua gigantografia pende già davanti all’entrata. «Alcune opere dell’artista e di Jusepe de Ribera sono persino superiori alle nostre», il tributo di Sèbastien Allard, responsabile del dipartimento Pitture del Louvre, curatore di «Naples à Paris» assieme a Sylvain Bellenger, direttore del museo di Capodimonte, che nei mesi scorsi si è dato da fare per presentare le tele al meglio, coinvolgendo nei restauri i mecenati di oggi. «Danae» di Tiziano è così adagiata tra gli ori della nuova cornice, non l’unica acquistata grazie ai 750.000 euro raccolti con l’art bonus. Restaurata, già da qualche tempo, anche la «Caduta dei giganti» modellata da Filippo Tagliolini, che brilla per la purezza della porcellana. Non manca, ovviamente, la «Flagellazione» di Caravaggio. Con il ritratto di Giulio Clovio di El Greco, un cofanetto Farnese, tra i più preziosi e raffinati oggetti di oreficeria, e rari disegni di Michelangelo e Raffaello.

Video

«Capodimonte è uno dei musei più importanti in Europa, ma non sempre tappa nel nuovo “Grand tour” dei turisti che vanno a Pompei, nonostante il legame storico tra i francesi e Napoli», fa notare Bellenger per richiamare interesse al ritorno in «casa». 

La mostra durerà fino all’8 gennaio 2024. In mezzo, le iniziative con il meglio di cinema, musica e teatro in stile partenopeo. Nel programma, c’è spazio anche per Pulcinella («Polichenelle») ed Eduardo de Filippo, «il Molière italiano» presentato dal drammaturgo Emmanuel Demarcy-Mota e da Lino Musella. L’omaggio a Totò è affidato invece a Peppe Barra. Chiudono l’estate al Louvre (il 20 luglio), mescolando lingue e dialetti, francese, italiano e napoletano, i Nu Genea: Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, come ambasciatori della nuova scena musicale cittadina. Tra i concerti lirici, il «Don Chisciotte» di Giovanni Paisiello (l’8 novembre, nella versione rivista da Ivano Caiazza) con l’orchestra e gli allievi dell’accademia del bel canto del San Carlo, in collaborazione con la Philharmonie de Paris. Dal 17 al 26 novembre, «Napoli negli occhi dei registi».

Carta bianca a Isabella Rossellini e al premio Oscar Paolo Sorrentino. Nell’auditorium Michel Laclotte, la madrina del festival del film ricorda suo padre Roberto con «Viaggio in Italia», «Miracolo» e «Paisà», accanto a «Passione» di John Turturro e «Così parlò Bellavista» di Luciano de Crescenzo ed «È stata la mano di Dio», proprio di Sorrentino. Il regista vomerese sceglie 5 titoli per il Louvre: «L’oro di Napoli» di Vittorio de Sica, «Ricomincio da tre» di Massimo Troisi, «Morte di un matematico napoletano» di Mario Martone, «Vito e gli altri» del suo maestro Antonio Capuano e «Le mani sulla città» di Francesco Rosi. Ma ci sono altri punti di vista inseriti nella kermesse, da Nanni Loy a Liliana Cavani, proposti dal critico cinematografico Antonio Monda. 

Così Napoli invade Parigi. E, tra le grandi interviste, oltre alla Rossellini, figurano Erri De Luca (18 novembre), Toni Servillo (26 novembre). Ad animare la «Notte», il 15 dicembre, Vinicio Capossela e la tarantella mista a hip-hop del coreografo Mourad Mezouki. In un’altra maestosa cornice: la Cour Marly.

© RIPRODUZIONE RISERVATA