Caso Romeo, la pista dei soldi in nero: «Meglio sotto il mattone»

Caso Romeo, la pista dei soldi in nero: «Meglio sotto il mattone»
di Sara Menafra
Venerdì 3 Marzo 2017, 08:35 - Ultimo agg. 12:07
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Nell’atto d’accusa dei magistrati romani e napoletani nei confronti di Alfredo Romeo ci sono conversazioni in cui si parla, a proposito dell’accordo con un Tiziano che gli investigatori identificano in modo «chiaro ed inequivocabile» nel padre dell’ex premier, di versamenti «estero su estero», di «pagamento iniziale gradito», di versamenti alla fondazione Open che «in chiaro non funzionano» e di «bistecchine da andare a mangiare a Firenze una volta al mese». 

Sono tantissimi i dialoghi di questo tipo raccolti dai Carabinieri del Gruppo tutela ambiente, dalla Guardia di finanza e dai Carabinieri del nucleo Campania nell’informativa dello scorso gennaio agli atti delle procure di Roma e Napoli.
Le telefonate sono state utilizzate per ricostruire i rapporti tra l’imprenditore e il padre dell’ex premier che hanno portato quest’ultimo a rispondere dell’accusa di traffico di influenze nei confronti dell’ad di Consip Luigi Marroni. 

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