Il 30 giugno scade la Convenzione tra il Comune e il Ssc Napoli per la gestione del Maradona. E sia il sindaco Gaetano Manfredi che patron Aurelio De Laurentiis si dovranno sedere intorno a una scrivania e definire come andare avanti per i prossimi 5 anni o chissà per una concessione più lunga. La vendita del Maradona - per ora - non è all’ordine del giorno. Per quanto la costituenda società pubblica di gestione del patrimonio immobiliare del Comune vedrà tra i suoi cespiti da valorizzare o dismettere anche lo stadio Maradona.
Manfredi però spegne le polemiche subito nate in Consiglio comunale sull’eventuale vendita dell’impianto di Fuorigrotta: «Lo stadio - dice l’ex rettore - non è in vendita, è della città.
Cosa significa? Che ci sarà una discussione - probabilmente già iniziata - sul dare e l’avere da entrambe le parti. A oggi la Società paga un canone annuale per l’utilizzo dell’impianto per le partite casalinghe del Napoli di 835mila euro, più 91mila di Cosap per l’occupazione di suolo pubblico dovuta ai tabelloni pubblicitari. Importi ai quali va aggiunta l’Iva. La Società prende in carico la struttura di Fuorigrotta un giorno prima delle gare e lo deve rilasciare massimo un giorno dopo la fine delle partite. Va da se che con le gare infrasettimanali questi termini diventano molto flessibili. In questo scenario, la Ssc Napoli deve dare 140 biglietti per la tribuna autorità al Comune e 320 sempre per la tribuna agli studenti delle scuole napoletane. De Laurentiis deve provvedere alla manutenzione del terreno di gioco. Il Comune deve provvedere invece all’erogazione dell’acqua - tranne quella che serve per irrigare il campo - all’energia elettrica e il riscaldamento dei locali interni e naturalmente tutta la manutenzione dell’impianto. Molto migliorato soprattutto sotto l’aspetto della sicurezza rispetto al 2018 quando fu firmata la convenzione grazie ai lavori fatti per ospitare nel 2019 le Universiadi, investimento di oltre 20 milioni fatto dalla Regione.
Il Comune è una macchina sempre in evoluzione e questo vale anche per la gestione del patrimonio infatti come si rileva nel Dup bisogna «massimizzare gli incassi delle concessioni di immobili non domestici». In virtù anche del Patto per Napoli e del debito da 5 miliardi di cui è gravato il Comune. Un nuovo patto con De Laurentiis è possibile? La sensazione è che le parti stiano lavorando in questa direzione. Al presidente però serve un impianto che funzioni tutta la settimana, moderno capace di essere la casa dei tifosi per almeno 250 giorni l’anno. Il sindaco esclude per ora la vendita ma all’orizzonte si potrebbe profilare la concessione dell’impianto al Calcio Napoli non più per 5 anni ma per più tempo. Una strada che potrebbe portare il patron De Laurentiis a immaginare qualche investimento nell’impianto cambiando però le regole di ingaggio. Ipotesi non campata in aria ma tutta da concretizzare in attesa di capire se con l’assegnazione degli Europei ci penserà lo Stato a migliorare il Maradona opre il Comune insieme a De Laurentiis.