Taxi a Napoli, Naldi (Federalberghi): «Presidio fisso esteso a tutta la città»

La proposta: via ai corsi di formazione gli autisti devono saper parlare l'inglese

Taxi a Napoli
Taxi a Napoli
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Domenica 20 Agosto 2023, 10:47 - Ultimo agg. 16:28
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La questione dei taxi è sempre stata un suo cruccio: Salvatore Naldi, presidente di Federalberghi e albergatore da una vita, ha spesso spiegato che l'accoglienza parte proprio dalle auto bianche, in genere primo impatto dei turisti con la città, e se quel primo impatto è negativo, è tutta Napoli che ci perde. Alla notizia del presidio fisso dei vigili al parcheggio della stazione ferroviaria ha reagito con entusiasmo anche se di strada, secondo Naldi, ce n'è ancora tanta da fare.

Presidente, finalmente qualcosa di muove sul fronte dei controlli nei confronti dei taxi:
«Nel corso di questa estate abbiamo lungamente sollecitato un intervento da parte delle istituzioni per disciplinare il servizio delle auto bianche, in particolare alle porte di ingresso della città.

Ho sempre detto, e lo ribadisco, che si tratta di un fondamentale biglietto da visita per i turisti in arrivo ai quali deve essere offerto un impatto positivo con l'accoglienza napoletana».

Cosa che non sempre avviene.
«Però non mi piace la generalizzazione. Tra i tassisti napoletani ci sono tantissimi bravi lavoratori che rendono onore al loro ruolo e alla città. Sono le mele marce che inquinano un'intera categoria».

Ora ci avviamo verso una svolta.
«Evitare affollamenti, caos e disservizi è essenziale e, tra le possibili soluzioni, l'istituzione di un presidio fisso di forze dell'ordine mi sembra sicuramente un'ottima iniziativa. Si tratta di un provvedimento che fornisce anche un messaggio di maggiore sicurezza generale ai visitatori che, nel corso di questa estate, hanno scelto Napoli come meta delle proprie vacanze».

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È stato necessario sollevare polemiche, scrivere colonne di giornale, mostrare all'amministrazione che la situazione era quasi ingovernabile.
«Però adesso una soluzione è stata individuata e bisogna guardare al lato positivo della vicenda. Ci auguriamo, ovviamente, che si tratti di un provvedimento strutturale e costante e che sia solo un punto di partenza per poi allargarsi ad altre zone della città che hanno le stesse difficoltà».

Pensa a tutte le altre porte d'accesso alla città?
«Certo, io credo che esista la necessità di intervenire anche all'Aeroporto ed al Porto, dove la ricerca della corsa più remunerativa ha spesso causato pseudo risse fra tassisti e spettacoli indecorosi di fronte a visitatori esterrefatti. Peraltro, manca una segnaletica adeguata per individuare le postazioni dei taxi, e non solo».

Quali altri segnali mancano?
«Penso, ad esempio, al sottopassaggio, inaugurato solo poche settimane fa, al porto. Sono stati eseguiti alcuni interventi, ma sono ancora insufficienti. I turisti continuano a guardarsi intorno spaesati e ad attraversare la strada, invece, di utilizzare il sottopassaggio, che è estremamente utile».

Torniamo ai taxi, basta il solo presidio fisso a rendere migliore il servizio?
«C'è il grande nodo legato al rinnovamento del parco auto e, soprattutto, la necessità di un'adeguata formazione, in particolare mi riferisco alla conoscenza dell'inglese. Alcuni si sono attrezzati e svolgono un ottimo lavoro, ma per molti restano importanti lacune che possono essere colmate con progetti dedicati alla categoria. Far crescere i tassisti significa dare un contributo all'accoglienza turistica dell'intera città».

Insomma, Napoli non ha ancora imparato a gestire l'arrivo dei turisti, deve ancora crescere.
«No, non è così. C'è tanta professionalità ma bisogna continuare a costruire. I dati turistici positivi che abbiamo raccolto, confermano come Napoli sia diventata, in maniera stabile, una meta anche estiva, e da qui deve partire una nuova modalità di approccio».

Quale?
«Questi dati spingono a concentrarsi verso un lavoro dedicato maggiormente alla gestione e all'organizzazione del nostro turismo. Attualmente le attività di promozione territoriale o di marketing hanno dato i loro risultati, adesso bisogna mantenere i livelli raggiunto: è in questa direzione che deve puntare il lavoro delle istituzioni e degli addetti ai lavori.

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