Natalità, in Campania culle sempre più vuote: «Sosteniamo le coppie»

Natalità, in Campania culle sempre più vuote: «Sosteniamo le coppie»
di Ettore Mautone
Sabato 28 Maggio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 29 Maggio, 09:36
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Culle vuote, natalità al minimo storico in Italia con un trend preoccupante che ormai investe anche il Sud. E in Campania, a dispetto della più alta quota di giovani tra 0 e 14 anni (14,1 per cento) e della più bassa fetta di ultra 65enni (20,2 per cento) la denatalità inizia a far sentire i suoi deleteri effetti con la significative riduzione delle iscrizioni a scuola, lo spopolamento dei licei e riverberi anche nelle Università. Il tema è stato messo a fuoco ieri nel corso della terza conferenza mondiale sull'infertilità che fa di Napoli la capitale europea della medicina della riproduzione. Riuniti all'Hotel Royal scienziati e specialisti provenienti da 26 Paesi di cinque continenti. Oggi la giornata conclusiva per i principali esperti mondiali nel campo della ginecologia, dell'endocrinologia, dell'andrologia, dell'immunologia e dell'embriologia. L'evento è stato organizzato dalle principali società scientifiche con l'Università Federico II di Napoli (Centro di sterilità e infertilità di coppia - procreazione medicalmente assistita).

A coordinare i lavori i massimi esperti del settore: Carlo Alviggi dell'Università di Napoli Federico II; Sandro C. Esteves della Clinica Androfert di Campinas; Robert Fischer del Fertility Centre di Amburgo; Peter Humaidan della Fertility Clinic della Aarhus University; Giuseppe Bifulco, direttore del dipartimento Materno infantile della Federico II.

La sfida è insita nel titolo dell'evento: Applicare le tecnologie imparando dalla natura - sottolinea Alviggi - da quelle dedicate alla somministrazione di farmaci per la stimolazione ovarica al trattamento dell'infertilità nell'uomo, fino ad arrivare alle più moderne tecniche di procreazione medicalmente assistita nel rispetto della componente psico-emotiva di coppia. A Napoli, sotto il coordinamento di Alviggi, è stato consolidato il progetto Poseidon, un sistema di classificazione e di trattamento per le pazienti a bassa prognosi in procreazione medicalmente assistita, oggi adottato in tutto il mondo. Il nodo principale da sciogliere resta quello della bassa natalità: il ricorso a una tecnica di procreazione assistita negli ultimi anni, è stato pari a 3,2 gravidanze ogni 100, in media in Italia, e si tende a salire a 4. Il numero medio di figli per ogni donna è stato nel 2021 di 1,25, in trascurabile crescita rispetto all'1,24 nel 2020 (nel 2010 era 1,46).

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Da alcuni anni l'Italia è ultima in Europa per nuovi nati sui residenti sebbene la quota di donne in età fertile sia ancora elevata. Problemi socio-economici, disoccupazione, carenza di nidi e altri presidi di supporto alla genitorialità, contribuiscono a rendere più rare le nascite. Dal 1995 al 2006 i tassi di natalità sono stati in incremento al Centro-Nord e decremento nel Mezzogiorno (Nord da 8.0 a 9.2, Centro da 8.1 a 9.0, Sud da 11.3 a 9.7, Isole da 10.7 a 9.5 nati vivi per mille abitanti). Analogamente il tasso di natalità è passato in Italia da 9.2 a 9.7 per mille abitanti dal 1995 al 2006 mentre allo stato attuale (2020), per la regione Campania, il tasso di natalità si è ulteriormente ridotto attestandosi all'8 per mille e molte regioni del Mezzogiorno sono ben al di sotto della media nazionale.

In particolare, Basilicata (1,10 figli per donna), Molise (1,08) e Sardegna (0,99). Anche nella regione Campania il tasso di fecondità è andato drammaticamente a picco da 1.52 a 1.44 fino ad attestarsi a 1.29 nel 2018, 1,28 nel 2021. Nel 2020, a causa del Covid, in tutte le aree del Paese è proseguito il calo delle nascite anche in rapporto all'erosione per età della popolazione femminile. «Affinché questa crisi non si traduca in ulteriore compressione della scelta di avere un figlio - conclude Alviggi - serve tempestività nello sviluppare politiche che sostengano i giovani nei progetti di autonomia e familiari». 

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