Palestina, i militanti di Napoli aggirano il divieto: «Oggi tutti in piazza»

Questa mattina corteo nel centro storico

Corteo per la Palestina a Napoli
Corteo per la Palestina a Napoli
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 26 Gennaio 2024, 23:01 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 15:06
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Incuranti di un divieto emanato su scala nazionale, gli irriducibili “Propal” napoletani si sono dati appuntamento per oggi. Destinazione: centro storico, piazza San Domenico alle 11 per celebrare la “Giornata della memoria tradita”. Dribblata così la disposizione emanata con una circolare del Dipartimento della Pubblica sicurezza nella quale si chiede ai questori di spostare ad una data diversa da quella del 27 gennaio ogni manifestazione in favore del popolo palestinese.

«Il 27 gennaio sarà la giornata della Memoria tradita! - si legge invece in un comunicato firmato dalla sigla “Napoli per la Palestina” - A tradire la memoria è stato innanzitutto Israele e chi è complice del suo progetto di apartheid e di pulizia etnica, come il nostro governo. La Memoria dell'Olocausto, il genocidio nazifascista di sei milioni di vittime ebree (insieme a oltre mezzo milioni di rom, testimoni di Geova, omosessuali, disabili, popolazioni dell’Est Europa, comunisti ed altri dissidenti politici) deve essere d’aiuto ad indagare e ricordare il passato per comprendere meglio il presente al fine di progettare un futuro che non ripeta gli orrori del passato».

«La giornata della Memoria viene però strumentalizzata - secondo gli attivisti di “Napoli per la Palestina” - ancora una volta dalla propaganda sionista e di larga parte della stampa mainstream occidentale, proprio mentre il quotidiano massacro della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza continua: oltre 30.000 morti in poco più di cento giorni, di cui oltre 12.000 bambini, 118 giornalisti uccisi con assassini mirati, quasi due milioni di persone, per metà minorenni, costretti ad abbandonare le proprie case, abbandonati alla fame e alla sete». 

Più che un invito a solidarizzare con la popolazione palestinese, il manifesto politico appare come un’invettiva contro lo Stato d’Israele: «Il sionismo è un progetto coloniale e razzista di occupazione.

L’equiparazione strumentale tra antisemitismo e antisionismo è una vergogna che offende milioni di vittime del razzismo fascista, legittimando al contrario un movimento suprematista etno-religioso che persegue la pulizia etnica di un altro popolo, quello palestinese. Opporsi a ogni forma di fascismo, di razzismo e di colonialismo, significa lottare per il diritto alla libertà e all’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutti i popoli del mondo. Ci saremo per dire: Mai più Antisemitismo, Antifascisti Sempre, Mai con il Sionismo!».

Ieri sulle decisioni del Viminale era intervenuto anche Omar Suleiman, della comunità palestinese di Napoli: «Vietare le manifestazioni pro Palestina programmate a Napoli, Roma, Milano, Cagliari e in tante altre città è un gesto antidemocratico che limita la libertà di manifestazione dei cittadini e delle cittadine italiane. Il governo italiano non può sottostare ai diktat dell’ambasciata israeliana e della comunità ebraica».  

Tra gli happening vietati c’è anche il flash mob organizzato a Torre del Greco. Resta tuttavia l’incognita: gli organizzatori delle manifestazione anti-Israele osserveranno la prescrizione o decideranno di scendere ugualmente in piazza? Soddisfazione per la decisione del Viminale è stata espressa invece dall’Ucei e dalle varie Comunità Ebraiche italiane. «Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni – ha commentato il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, appresa la notizia del rinvio delle manifestazioni dei collettivi palestinesi - e ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi e tutte le articolazioni del ministero dell’Interno, per la sensibilità che hanno dimostrato». 

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Per far rispettare le indicazioni del governo, oggi sono mobilitate ovviamente le Questure e le forze dell’ordine in tutta Italia. Si cercherà di stemperare ogni possibile tensione, ma restano ancora molte incognite. A soffiare sul fuoco - però - sono stati i componenti dell’associazione “Giovani palestinesi”, che sui canali Instagram hanno diffuso la seguente nota, confermando gli appuntamenti di Napoli, Milano, Roma e Cagliari: «Scendiamo in piazza contro i divieti perché abbiamo memoria: la repressione - scrivono - non ci fermerà. Rispetto a quello che sta pagando il nostro popolo per la propria libertà questo piccolo atto di disobbedienza civile è un rischio trascurabile, anche considerando che, fino a prova contraria, manifestare è ancora un diritto in Italia».

«Il ministro Piantedosi - si legge ancora nel post - vieta i cortei del 27 gennaio perché la commemorazione della Shoah è sancita dalla legge dello Stato. La legge dello Stato sancisce anche che l'Italia dovrebbe ripudiare la guerra e che dovrebbero essere vietate le commemorazioni fasciste come ad Acca Larentia». 

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