Ospedale dei Pellegrini di Napoli, con il drappello netto calo di aggressioni: «In un anno da 20 a sei»

Regge il modello dell’ospedale blindato polizia anche nel presidio di Ponticelli

ll drappello di polizia all’interno dell’ospedale Pellegrini
ll drappello di polizia all’interno dell’ospedale Pellegrini
di Melina Chiapparino
Domenica 7 Gennaio 2024, 23:00 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 07:28
4 Minuti di Lettura

Il drappello di polizia in ospedale riduce drasticamente le aggressioni contro i sanitari. A dirlo sono i numeri come dimostra l’esperienza del Vecchio Pellegrini, a Napoli, dove lo spartiacque tra l’ondata di violenze e il loro calo significativo è segnato dalla data di attivazione del posto per le forze dell’ordine, operative nella struttura dal 6 marzo 2023. La statistica virtuosa del presidio nel cuore della Pignasecca rendiconta una riduzione del numero e anche della gravità delle aggressioni ma contrasta con l’escalation di raid violenti che continuano a verificarsi negli altri ospedali napoletani e della provincia, dove si registrano già sei episodi dall’inizio del nuovo anno.

La volontà di estendere i drappelli di polizia, come intende fare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, circa un anno fa, ha stabilito di «rafforzare o istituire presidi di polizia a partire dagli ospedali di maggiore importanza», è senz’altro avvalorata da questi dati e potrebbe concretizzarsi ulteriormente oggi. Questo pomeriggio, a partire dalle 17, si svolgerà la riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocata dal prefetto Michele di Bari.

Un tavolo programmato per martedì e anticipato con la priorità di un ordine del giorno che tratterà gli episodi di violenza contro i sanitari e potrebbe dare il via libera all’istituzione di nuovi drappelli. 

Il Vecchio Pellegrini è stato il primo ospedale ad accogliere, dieci mesi fa, il drappello di polizia che era stato soppresso circa sette anni prima quando i locali degli agenti erano distanti dalle aree mediche. Niente a che vedere con l’attuale posto di polizia, allestito a pochi passi dal pronto soccorso. Prima dell’attivazione del drappello, negli ultimi 14 mesi compresi tra gennaio 2022 e la fine di febbraio 2023, sono documentate 20 aggressioni contro i sanitari, tra cui almeno sei episodi da considerare gravi in base ai referti di medici, infermieri e operatori feriti. Tra questi, c’è stato il caso di un infermiere con 21 giorni di prognosi per un importante trauma maxillo-facciale causato dai pugni sferrati dal figlio di un uomo deceduto per un arresto cardiaco, il 19 febbraio 2023, l’episodio di due infermiere picchiate violentemente fino a minacciare una di loro con un coltello puntato alla gola, il 29 marzo 2022 e il tentativo di strangolare un infermiere, il primo luglio del 2022. Una lista lunga a cui aggiungere la devastazione dell’intero pronto soccorso assaltato dai parenti del 16enne Ugo Russo, morto per ferite d’arma da fuoco, tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020, e la sparatoria davanti al pronto soccorso ad opera di un killer che inseguiva il rivale ferito e soccorso al Vecchio Pellegrini. 

La presenza della polizia ha certamente funzionato da deterrente rispetto agli episodi di violenza contro i sanitari che, dal 5 marzo 2023 ad oggi, sono sei, considerando quelli denunciati e più significativi dal punto di vista delle conseguenze che non hanno mai comportato il ferimento dei sanitari. Tra questi c’è l’episodio di una donna che voleva distruggere la porta del pronto soccorso e il vetro del box di accettazione perché pretendeva di non rispettare il turno per la visita medica del figlio 29enne, il 29 aprile 2023, e il tentativo di invadere e danneggiare il pronto soccorso da parte dei parenti di un ammalato, morto per un infarto, il 17 giugno 2023. In entrambi i casi, l’intervento della polizia ha scongiurato conseguenze sia per gli operatori sanitari sia per il mobilio ospedaliero, comportando l’identificazione e la denuncia degli aggressori.

Video

«La differenza rispetto al non avere il drappello è nei numeri e continua a dimostrarlo il fatto che le aggressioni che subiamo ora si verificano negli orari in cui non ci sono agenti» spiega Emilio Bellinfante, primario del pronto soccorso del Vecchio Pellegrini dove il drappello è attivo con tre turni dalle 7 all’una di notte. «Sicuramente è stata azzerata l’ondata di violenza che costringeva tutti a temere per la propria incolumità e ci sentiamo più al sicuro ma riteniamo indispensabile ottenere la copertura 24 ore su 24 ed estendere a tutti gli ospedali la presenza della polizia» continua il primario amareggiato dal paradosso che «si debba proteggere chi vuole aiutare gli altri, salvare vite e fare solo il proprio lavoro». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA