Piazza Bellini, la movida dei centri sociali in trincea contro la polizia

Piazza Bellini, la movida dei centri sociali in trincea contro la polizia
di Giuseppe Crimaldi e Luigi Roano
Martedì 16 Giugno 2020, 08:30 - Ultimo agg. 11:05
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Tre persone in manette, una decina di agenti contusi e danni ad alcune auto della Questura. A poche ore dai disordini di piazza Bellini divampa la polemica e si registrano due ricostruzioni diametralmente opposte e discordanti dell'episodio. Intanto per i tre indagati scattano gli arresti domiciliari.

Il fermo di tre attivisti del centro sociale Insurgencia ha fatto scattare la reazione dei centri sociali, in testa c'era Insurgencia. Raduno a Piazza Bellini e poi corteo improvvisato - dopo una trattativa con la Digos - fino alla Questura. Intelligente la mossa delle forze dell'ordine, che hanno dato semaforo verde al corteo stoppando così nuove e palpabili tensioni. Una manifestazione che ha visto protagonista l'assessora della giunta del sindaco de Magistris Eleonora De Majo che ha la delega alla Cultura. «Non potevo non esserci: in carcere sono finiti quelli che per me sono tre fratelli» racconta. Il bersaglio politico è il governatore De Luca e la De Majo lo chiarisce: «Quanto accaduto in piazza non ha nulla a che vedere con la movida. Credo che De Luca abbia aperto con l'emergenza Covid a comportamenti autoritari, quel periodo di emergenza è stato usato come attacco alle libertà personali perché lo stato eccezionale non c'è più eppure le ordinanze anti movida ci sono ancora». Quanto ai disordini di domenica De Majo li inquadra così: «Non ci sono video che testimonino il contrario di quanto stiamo raccontando. Prefetto e questore ci vedono cose diverse in quei video, ma nessuna violenza né aggressioni ai poliziotti». In corteo anche il presidente della Terza Municipalità Ivo Poggiani e Egidio Giordano assessore nella stessa Municipalità e compagno della De Majo. Hanno sfilato fin sotto la Questura: slogan contro i residenti individuati come coloro che hanno iniziato la crociata contro la movida, e sei fortissime esplosioni di pedardi. Poi solo slogan contro gli uomini in divisa non certo edificanti. «Quanto accaduto domenica sera - spiegano - racconta ancora una volta di un episodio di ingiustificata violenza da parte delle forze dell'ordine, a farne le spese sono stati tre giovani che non avevano colpa alcuna se non quella di stare bevendo una birra».
 

 

Ha fatto sentire la propria voce il prefetto di Napoli. Un appello, il suo, che non rinuncia tuttavia alla fermezza: «La Prefettura - dichiara Marco Valentini - ha come indirizzo che le forze dell'ordine lavorino sempre con ragionevolezza, buon senso, collaborando con tutti i cittadini. I giovani hanno diritto di vivere la città, fruire della città. Il lavoro delle forze dell'ordine è anche a garanzia dell'incolumità di tanta gente che va nei medesimi luoghi dove purtroppo a volte si registrano anche abusi di alcol e sostanze». «L'uso della violenza - aggiunge il prefetto - non è mai consentito. In piazza Bellini sono state aggredite le forze dell'ordine, ci sono stati molti contusi tra gli agenti con prognosi fino a 17 giorni e cinque Volanti danneggiate. Tutto quello che ho detto prima vale, la garanzia dei diritti, ma attaccare le forze dell'ordine è un reato e chi lo fa deve essere perseguito. Le forze dell'ordine presenti hanno ricostruito i fatti. I numeri sono verificabili e lo testimoniano, oltre a numerosi video che io ho anche visto».
 

Ieri da via Medina è giunta una nota più completa rispetto alle prime note fornite dalla polizia nell'immediatezza degli scontri. «Domenica sera - si legge - un equipaggio dell'pg durante il servizio di controllo del territorio nelle zone della movida, transitando in piazza Bellini è stato bersaglio di parole ingiuriose pronunciate da una persona che le ha ripetute al successivo passaggio della volante. Gli agenti hanno deciso di identificare l'uomo che si è rifiutato di dichiarare le proprie generalità e ha continuato ad offendere e ad urlare per attirare l'attenzione dei presenti». «L'uomo, identificato poi per Pietro Spaccaforno, 39 anni, è stato raggiunto da altre due persone, identificate successivamente per Fabiano Langella, di 27 anni, e Diego Marmora, di 40 anni, che, proferendo insulti all'indirizzo dei poliziotti, ne hanno ostacolato l'operato. In quei frangenti - prosegue la Questura - sono sopraggiunte altre pattuglie che, dopo vani tentativi di riportare la calma, sono state insultate, accerchiate e minacciate anche da numerose persone. Un funzionario di polizia e altri 11 operatori hanno riportato contusioni e traumi con prognosi da 3 a 17 giorni mentre cinque volanti sono state danneggiate. I tre, tutti con precedenti, sono stati arrestati per minaccia, lesioni, resistenza e danneggiamento aggravato e denunciati per oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le generalità.
Intanto il presidente dell'Eav, Umberto De Gregorio, ricorda che uno dei fermati - Spaccaforno - fu tra i protagonisti dell'aggressione con lancio di sacchetti della spazzatura contro il governatore Vincenzo De Luca». 

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