Piazze monumentali di Napoli, patto tra Comune e Procura: «Stop a caos e abusi»

Al via il Protocollo tra Procura e Giunta: «Le antiche agorà patrimonio da tutelare»

Piazza Mercato invasa dalle auto
Piazza Mercato invasa dalle auto
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Domenica 10 Dicembre 2023, 22:49 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 16:38
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Dopo la delibera che blinda il centro storico contro l’invasione del food e dopo gli accordi con Curia e Procura per tutelare antichi siti e reperti archeologici, il Comune punta a blindare le piazze. Già, le piazze: intese come antichi siti storici e architettonici, da mettere al riparo da ogni genere di invasione illecita, caos, degrado, decibel e imbrattamenti. Nei prossimi giorni verrà infatti formalizzato un protocollo di intesa tra Comune e Procura di Napoli, che si pone un obiettivo alto, abbastanza inedito nel suo genere ma decisamente in linea con lo sforzo di arginare gli effetti del cosiddetto over turism: un’intesa con i pm di Napoli per salvaguardare le nostre «agorà», i nostri luoghi storici di incontro, che hanno visto l’avvicendarsi di civiltà millenarie.

Un patto Comune-pm, a tutela delle piazze antiche dunque, che parte da un presupposto di fondo: le piazze cittadine sono un bene monumentale. Sono siti antichi che vanno rispettati, luoghi sacri che hanno un valore culturale in quanto tali. E che vanno messi al riparo attraverso un’azione congiunta: da un lato in senso amministrativo, impedendo episodi di occupazione abusiva o bivacchi di vagabondi (la cui dignità va tutelata attraverso le strutture che il welfare cittadino è in grado di mettere in campo); dall’altro sotto il profilo strettamente penale, contro abusi, superfetazioni, murales su monumenti, allacci illegali, interventi non consentiti che rischiano di deteriorare antichi basolati o facciate di pareti storiche.

Un modo diverso di concepire la piazza, non più come un insieme di elementi scissi gli uni dagli altri, ma come un tutt’uno, una sorta di spaccato urbanistico che va tutelato da ogni genere di incursione.

Una strategia fortemente voluta ai piani alti della Procura di Napoli, dove è al lavoro da tre anni un pool di magistrati sotto la guida del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, che indaga sui reati che colpiscono il nostro patrimonio artistico e culturale. È grazie a questo lavoro che l’attenzione si è spostata sulla necessità di salvaguardare il nostro patrimonio monumentale. Da qui sono partite le indagini sui murales abusivi, alcuni dei quali - è giusto ribadirlo - celebravano gesta e profili di soggetti legati al microcrimine o a cartelli di camorra; ed è sempre grazie al lavoro di questo pool, che sono state rese possibili verifiche sulle condizioni in cui giacciono da tempo alcuni monumenti cittadini, spesso ingabbiati da tubi Innocenti eterni (e dispendiosi per i rispettivi committenti). Ora c’è attenzione sulle piazze storiche, con un protocollo che segue di appena un mese quello firmato dalla Procura di Napoli con i vertici della Curia, a margine della tre giorni di Unesco in città.

 

Ricordate cosa accadde in una sala di Palazzo Reale? Attorno allo stesso tavolo il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, i vertici della Curia rappresentati dal vescovo don Mimmo Battaglia, il vescovo vicario padre Franco Beneduce, il soprintendente Luigi La Rocca firmarono un protocollo a tutela dei beni culturali riconducibili alla Curia. Per anni sono stati infatti segnalati abusi e occupazioni illecite che hanno riguardato edifici e dimore antiche, in un groviglio di interventi che hanno scandito tempi e responsabilità differenti. 

È in questo scenario che lo stesso procuratore di Napoli, forte dell’esperienza maturata in una Calabria ricca di insediamenti di pregio (non sempre valorizzati a dovere), ha ricordato che «certi reati si contrastano con il cuore e non solo con il Codice». È in questo solco che si inserisce ora il protocollo salva piazze, che nei prossimi giorni verrà formalizzato in modo ufficiale. Un intervento che va inserito nella rinnovata attenzione per il centro storico cittadino, anche alla luce delle battaglie condotte da Il Mattino, proprio a tutela di pezzi del nostro arredo urbano. Una battaglia contro degrado, caos e abusi, che è innanzitutto contro la rassegnazione che ha spinto per decenni gli amministratori pubblici a non notare l’orrore riservato a uno spaccato monumentale come Port’Alba. Già, Port’Alba.

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Da oltre un mese, c’è una mobilitazione a tutela dell’antico varco seicentesco, ingresso naturale per il distretto dei librai, ma anche per la Napoli dei pastori, dell’artigianato presepiale, e dei negozi di strumenti musicali (data la contiguità con il complesso del conservatorio di San Pietro a Majella). Un impegno a tutela di Port’Alba che vede operativi diversi soggetti istituzionali: oltre alla Prefettura, al Comune e al Ministero della cultura (la soprintendenza investirà a breve 150mila euro, ndr), anche la stessa Procura di Napoli, che ha delegato ai carabinieri e alla polizia municipale verifiche sulla staticità dell’antica Porta, ma anche sulle responsabilità del deterioramento che affligge il monumento. Ora una nuova stretta di mano, un tavolo operativo con un vero e proprio patto a tutela delle piazze. Ce ne sono alcune che giacciono in condizioni di abbandono, altre che vanno invece tutelate al netto di recenti interventi di restyling. Qualche esempio? Piazza Mercato, teatro di una recente ripavimentazione, che continua ad essere usata come un circuito per babygang in sella agli scooter. Ma tra il Vomero e il centro, è logico pensare che siano diversi i punti da salvaguardare.

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