Clinica San Felice a Pomigliano, cala il sipario: spunta un nuovo ospedale

Clinica San Felice a Pomigliano, cala il sipario: spunta un nuovo ospedale
di Pino Neri
Mercoledì 3 Novembre 2021, 09:00
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La notizia serpeggiava da mesi ma è divenuta ufficiale in una riunione in municipio: la clinica San Felice, ultimo grande presidio sanitario di Pomigliano, chiuderà. Lo ha confermato la stessa proprietà della casa di cura convenzionata durante l'incontro organizzato dal presidente della commissione comunale sanità, il consigliere del Pd Giovanni D'Onofrio, ed a cui ha partecipato il sindaco Gianluca Del Mastro.

Dal confronto è venuto fuori che è stata presentata all'Asl Napoli 3 Sud la richiesta dell'azienda di autorizzare il piano di chiusura a Pomigliano. Un progetto che prevede la soppressione della struttura di via Mauro Leone e il trasferimento di gran parte delle attività sanitarie accreditate nella clinica villa Trusso di Ottaviano.

Solo una piccola parte di queste attività saranno accorpate al meno grande e importante presidio della clinica Meluccio, sempre a Pomigliano. Sui tempi però è tutto top secret. C'è chi parla della prima metà dell'anno prossimo. 

Durante il vertice in municipio i responsabili della San Felice hanno tentato di far comprendere che c'è un concordato fallimentare deciso in tribunale dal quale dipende la scelta di chiudere a Pomigliano e trasferire altrove. Una decisione comunque molto dolorosa se si pensa che la città ha oltre 40mila abitanti e ospita il polo industriale metalmeccanico più grande del Mezzogiorno. A ogni modo il merito di far emergere la verità ufficiale da questa vicenda è del consigliere comunale D'Onofrio, che è riuscito a organizzare l'incontro istituzionale. «Comunque - chiarisce D'Onofrio - l'azienda è uscita dalla riunione con l'impegno a salvaguardare i posti di lavoro e a realizzare un'altra clinica in un terreno di sua proprietà, che si trova sempre a Pomigliano. In questo caso però i tempi saranno sicuramente lunghi per cui noi, come Pd, ci stiamo impegnando ad accelerare su un nostro progetto comunale: l'ospedale di comunità, che potrebbe essere realizzato in tempi brevi nel presidio Asl della 219».

Ospedale di comunità che è previsto dal Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, ma che è poca cosa rispetto alla clinica San Felice. Si tratta di una struttura residenziale in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata. È riservata a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio. «Ma parlare di un vero e proprio ospedale a Pomigliano - eccepisce D'Onofrio - non è realistico». Il presidio Asl del rione 219, realizzato alla fine degli anni Ottanta, doveva essere il pronto soccorso di Pomigliano. Aveva anche le sale operatorie. Ma non se ne fece più nulla. Diventò la sede della ex Asl Napoli 4. Ora ospita alcuni uffici dell'Asl Napoli 3 di Torre del Greco e il dipartimento di salute mentale. 

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Intanto, a proposito dell'ospedale di comunità, il Pd e la compagine 2020 hanno organizzato un convegno, dopodomani, ore 18,30, nel salone della ex Distilleria. Resta il disappunto per la perdita imminente di una struttura sanitaria accreditata, che conta quattro reparti, l'oculistica, l'ortopedia, la cardiologia e l'unità di terapia intensiva coronarica e poi sale operatorie e un laboratorio diagnostico. «Mi sembra che la soluzione trovata per la clinica San Felice sia un pannicello caldo - commenta Maurizio Caiazzo, consigliere comunale di opposizione (Udc) -. Bene la salvaguardia dei posti di lavoro, anche se costretti ad emigrare ad Ottaviano, ma è la città che continua ad impoverirsi. E se poi qualcuno vuole affermare che l'ospedale di comunità sopperirà a tale perdita io non ci credo. Pomigliano è una città molto importante per cui sembra impossibile non poter avere un presidio sanitario degno di questo nome con un pronto soccorso. È necessario guardare lontano, soprattutto in questa fase nella quale sta per iniziare la discussione sul Puc. Io immaginerei un polo specialistico per particolari tipi di tumori o per malattie del cuore con annesso pronto soccorso, al netto che per costruirlo ci vorranno anni». 

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