"De Gregorio mi disse che gli americani mi sarebbero stati grati se avessi fatto cadere il governo Prodi. Risposi che ringraziavo io gli americani perché la mia è una famiglia di emigranti e mi defilai. Lui aggiunse che sarei diventato presidente del Consiglio e io risposi 'e tu capo dello Stato' e me ne andai.
La ritenni una proposta banale e megalomane". Così Clemente Mastella ha ricordato in aula, al processo sulla compravendita di senatori che vede imputati Berlusconi e Lavitola, un incontro avuto con Sergio De Gregorio in un albergo romano al quale ha ricordato la presenza di De Chiara, rappresentante italo-americano dei repubblicani e il capocentro della Dia (entrambi citati come testi per la prossima udienza). E' stata una lunga testimonianza, quella dell'ex ministro della Giustizia, durata circa due ore e caratterizzata da qualche momento di vivace tenzone tra il teste e il pm Woodcock che con il pm Vanorio ha rappresentato l'accusa. Mastella ha negato di essere stato la causa della caduta del governo Prodi e ha spiegato le ragioni del suo voto quando nel gennaio 2008 si trattó di confermare o meno la fiducia al governo, ragioni legate alla scarsa solidarietà che gli fu dimostrata in occasione del provvedimento disposto nell'ambito dell'inchiesta che coinvolse sua moglie Sandra Lonardo. L'udienza si è appena conclusa ed è stata aggiornata al venti maggio. Al termine dell'udienza Lavitola ha reso una dichiarazione spontanea.