La svolta dovrebbe arrivare in mattinata. Salvo colpi di scena, oggi verrà nominato il nuovo procuratore di Napoli. Circa quindici mesi dopo il saluto di Gianni Melillo, passato a dirigere la Procura nazionale antimafia, è attesa oggi la fine di un interregno che ha riguardato l’ufficio inquirente più numeroso d’Italia. Tre i nomi in campo, il favorito è Nicola Gratteri, attuale procuratore di Catanzaro, che in commissione ha incassato quattro voti; mentre hanno ricevuto un voto a testa, gli altri due candidati, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato e la ex procuratrice reggente di Napoli Rosa Volpe. Una partita che resta aperta, visto lo spessore dei tre candidati. Ma proviamo a fare una sorta di radiografia del voto, in vista degli equilibri che dovranno essere raggiunti questa mattina dinanzi all’assemblea plenaria di Palazzo dei Marescialli.
Partiamo da Nicola Gratteri. Il procuratore di Catanzaro è stato il candidato più votato dalla commissione per gli incarichi direttivi: quattro i voti in suo favore. Per lui hanno votato la presidente della commissione Maria Luisa Mazzola, togata di Mi, l’indipendente Andrea Mirenda e i laici Daniela Bianchini (Fdi) ed Ernesto Carbone (Iv-Azione). A Giuseppe Amato è andato il voto di Roberto D’Auria, togato di Unicost, mentre a favore di Rosa Volpe si è espresso il consigliere di Area Antonello Cosentino. Stando a questa distribuzione dei voti il procuratore di Catanzaro, che deve lasciare l’ufficio calabrese che guida da 8 anni, il massimo consentito, dovrebbe avere i numeri per farcela.
«Ampia e profonda è l’esperienza maturata da Gratteri nel contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale», si legge nelle motivazioni della proposta in suo favore che sarà illustrata in plenum, nella quale si riporta anche la valutazione contenuta nella relazione del procuratore generale di Catanzaro.
Dopo circa quindici mesi, la Procura dovrebbe ritrovare una guida e una strategia, a conclusione di un’attesa scandita - specie negli ultimi giorni - da non pochi momenti di fibrillazione. Restiamo proprio agli ultimi periodi. Hanno fatto discutere alcuni stralci delle proposte depositate al plenum, che hanno messo in rilievo gli interventi dei candidati nel corso delle audizioni in quinta commissione. In particolare, le chat dei magistrati in queste ore sono stracolme di riferimenti a quanto messo in rilievo nel parere firmato nel parere-proposta del consigliere D’Auria in favore del procuratore emiliano Amato. Oltre a elencare i requisiti e le attitudini del capo dei pm bolognesi, il consigliere D’Auria ha anche stigmatizzato alcuni aspetti dell’audizione resa da Gratteri. In particolare, si è fatto riferimento all’importanza - indicata da Gratteri - di presentarsi in ufficio alle 8.30 del mattino (o in udienza) e non alle 10.30, vista l’importanza di rappresentare la Procura.
Altro punto indicato dal consigliere D’Auria, in relazione alla posizione di Gratteri, riguarda un episodio raccontato in Commissione dallo stesso magistrato calabrese: quello relativo all’invito rivolto a un suo sostituto a non presentare domanda di riconferma nella Dda di Catanzaro. Gratteri avrebbe fatto riferimento a un magistrato «poco educato», che aveva fatto attendere un capitano della Finanza per un’ora e mezza fuori l’ufficio. Tanto da consigliargli poi di cambiare ufficio. In presenza di due suoi aggiunti, Gratteri avrebbe detto al sostituto: «Quando scadono i due anni, non fare domanda perché ti scrivo un parere che ti resta nel fascicolo personale. Fai domanda di trasferimento». Oggi, con la nomina del nuovo capo, il probabile stop a questi ed altri veleni.