A metà giornata si presenta, poderosa, una dissonanza, arriva tramite il piccolo schermo, durante il telegiornale di Canale 21 che sta intervistando il sindaco. Dopo che hai trascorso un’intera mattinata navigando fra i cumuli di immondizia non raccolti, cercando spiegazioni su una situazione che sembra sfuggita di mano, alle 14 e 28 spaccate il sindaco di Napoli in diretta Skype ti spiega: «Sui rifiuti io devo ringraziare la nostra azienda, eh, attenzione, perché a Roma c’è emergenza rifiuti, a Reggio Calabria c’è emergenza rifiuti, noi che stiamo senza soldi garantiamo il servizio. Poi è ovvio che non mi accontento mai. Se vedo le carte per terra, le carte per terra vanno raccolte». E se per terra invece delle carte ci sono montagne di immondizia chi bisogna ringraziare? Forse dovrebbero ringraziare l’Asìa pure gli abitanti di via Nuova Verdolino a Soccavo che stanno per festeggiare il quarto giorno del cumulo che vedete nella fotografia al centro di questa pagina. Avete ragione se pensate che quell’immagine può assomigliare alla consueta iconografia cattiva sulla nostra città. Però provate a fermarvi a riflettere: fa più male a Napoli chi scatta quella foto impietosa sotto la scritta “vietato scaricare i rifiuti”, o fa più male chi consente che quella situazione si verifichi con ineluttabile cadenza?
L’attuale difficoltà nella raccolta dei rifiuti viene da uno sciopero generale che c’è stato mercoledì scorso e ha avuto massiccia adesione. Nella notte fra il 30 giugno e il primo luglio è rimasta per strada più della metà dell’immondizia dei napoletani. L’Asìa ha cercato di correre ai ripari. Già dalla mattina seguente allo sciopero (giovedì) il presidente di Asìa, Maria de Marco, ha spiegato che c’era un piano di recupero in atto.
Per adesso, come sempre accade quando c’è troppa immondizia da raccogliere, la questione procede per strade principali e poi per quelle secondarie. Si cerca di ripulire al meglio le zone di maggior transito e più evidenti agli occhi dei cittadini, si lasciano in attesa le strade secondarie, in particolare quelle delle periferie. Ecco perché a Pianura e a Soccavo i cumuli non vengono smaltiti, e accade lo stesso anche in certe zone di Secondigliano, Scampia, Miano, Chiaiano. Va leggermente meglio nei quartieri collinari, al centro Storico e a Chiaia, ma anche in queste zone ci sono aree più arretrate che nascondono cumuli non raccolti. È tutta questione di prospettive, comunque. Nella stessa chiacchierata con Canale 21, della quale abbiamo raccontato nelle prime righe, il sindaco di Napoli ha anche puntualizzato che «è una sorta di miracolo laico che noi riusciamo ancora a garantire dei servizi». Insomma qui si tratta di un miracolo, mica vorrete lamentarvi se il miracolo sta riuscendo solo a metà?