La Cassazione ha provveduto d'ufficio a cambiare il capo di imputazione ma non ha potuto inasprire le condanne in assenza del ricorso del pubblico ministero. Le due imputata sono state però condannate a pagare le spese di giustizia e a versare duemila euro alla Cassa delle ammende.
Il loro ricorso è stato dichiarato «inammissibile». Senza successo il legale delle due manifestanti, signore Assunta B. e Carla P., ha sostenuto in Cassazione che la condanna emessa dal Tribunale di Napoli il 24 ottobre 2014 andava annullata dal momento che il Comune di Napoli non le aveva denunciate e non si era costituito parte civile. In proposito, i supremi giudici hanno replicato che «il Comune, quale ente di governo e di rappresentanza della collettività locale, non è certo il titolare del bene/interesse (l'incolumità delle persone) protetto dalla norma e non si può trarre dal suo comportamento alcuna decisiva conseguenza in ordine alla materiale sussistenza del reato». A 'inchiodarè Assunta e Carla alla responsabilità del loro gesto, sono state le telecamere che le hanno immortalate in video-riprese che - spiega la sentenza 19968 depositata oggi dalla Terza sezione penale - le mostrano «nell'atto di spingere e spostare materialmente e quindi rovesciare i cassonetti». Le telecamere hanno ripreso anche altri manifestanti che hanno fatto la stessa cosa e che sono stati processati separatamente.