Liste d'attesa in Campania, c'è il piano: ​«Più fondi e visite serali»

Liste d'attesa in Campania, c'è il piano: «Più fondi e visite serali»
di Ettore Mautone
Domenica 8 Maggio 2022, 23:50 - Ultimo agg. 10 Maggio, 07:35
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Liste d’attesa: la Regione Campania fa scattare il semaforo verde al nuovo Piano straordinario per il recupero dei ricoveri medici e chirurgici e per visite, esami diagnostici e screening rimasti al palo, nel 2021, a causa della perdurante emergenza Coronavirus. I provvedimenti sono già esecutivi. Si tratta dell’aggiornamento dell’analogo programma messo in campo un anno fa ma allora solo alcune aziende sanitarie hanno raggiunto gli obiettivi. Il progetto può contare su nuovi fondi messi nel piatto dal governo con la legge di Bilancio approvata a dicembre. Alla Campania sono assegnati circa 46 milioni di cui 29 per le strutture pubbliche e 17 per il privato accreditato. Questi ultimi sono devoluti al finanziamento dei tetti della specialistica territoriale (Tac, analisi, visite ed esami diagnostici). A questi fondi la Regione ha aggiunto di suo altri 33 milioni risparmiati in questi ultimi due anni, arrivando quasi a quota 80 milioni di cui 50 per il privato accreditato (specialistica e Case di cura). 

Lo scorso anno, allo stesso progetto, furono destinati 44,5 milioni per il pubblico e 93 milioni al coinvolgimento dei privati (72 per la specialistica e il resto per le Case di cura) per un totale di quasi 138 milioni compresi risparmi regionali conseguiti su altre voci.

I fondi del 2021 sono stati tutti utilizzati tranne pochi spiccioli da impegnare sulla dota di quest’anno. Il quadro generale rivela che, in totale, su circa 70 mila ricoveri chirurgici rimasti al palo e recuperabili un anno fa (sulla produzione del 2019) ne sono stati assorbiti circa 45 mila e ne restano da erogare 25 mila. Ormai da settimane Asl e ospedali sono impegnati a “pulire” le liste di attesa da vecchie prenotazioni non più attuali e in alcuni casi già chiamati per gli accertamenti proprio dagli stessi presidi sanitari. Un lavoro lungo e complesso che richiede l’impegno di un team di professionisti delegato a svolgere proprio questa mansione. In Campania, degli oltre 26 mila ricoveri medici prenotati nel 2019, nel 2020 ne sono stati assorbiti solo 3.800 e oltre 22 mila sono ancora da mettere nel conto dei recuperi. 

Nel dettaglio la Asl Napoli 1 su 11.442 ricoveri chirurgici da recuperare ne deve ancora erogare 6.631, 247 su oltre 5mila la Asl Napoli 2 e 3.622 su 5.700 la Asl Napoli 3. Più consistente la lista del Cardarelli (oltre 1.700 su 2.570 interventi). Un quadro simile ai Colli (1.776 su 2.858). Prenotazioni riassorbite solo per il 50 per cento anche nei Policlinici Federico II e Vanvitelli. Per i ricoveri di area medica la Asl Napoli deve fare di più in quanto è tra le poche realtà territoriali ad aver incrementato il fabbisogno di partenza e se un anno fa aveva un arretrato di 2.020 ricoveri a fronte di 1.795 recuperati se ne ritrova in fila ora ben 3.766. Ogni Asl dovrà elaborare un proprio piano puntando alle prestazioni aggiuntive di medici e infermieri. I fondi saranno utilizzabili per l’assunzione di personale a tempo determinato dedicato (anche scorrendo le graduatorie). Disco verde anche al coinvolgimento dei medici iscritti agli ultimi due anni di specializzazione con la possibilità di attivare, per il tempo necessario, nuove ore di specialistica ambulatoriale. Incentivazione del personale, incremento dell’orario di apertura degli ambulatori, sedute di sala operatoria al pomeriggio e nei fine settimana, incentivi per il personale anche amministrativo impiegato negli screening, monitoraggio delle performance le azioni finanziate.

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Coinvolte anche le strutture private accreditate in deroga ai tetti di spesa. Nella delibera si ipotizza di arrivare fino alla sospensione temporanea dell’attività intramoenia per potenziare il recupero nelle attività istituzionali con l’acquisto di ore di turni extra dei medici pur di riassorbire tutte le visite e i ricoveri arretrati. Assegnati infine obiettivi di incremento di produzione diretta alle Asl per riequilibrare un po’ il rapporto pubblico-privato sul fronte della specialistica ambulatoriale. 

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