Santobono, boom di accessi non Covid in pronto soccorso: «Rischio contagi»

Santobono, boom di accessi non Covid in pronto soccorso: «Rischio contagi»
di Ettore Mautone
Giovedì 27 Maggio 2021, 19:00
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Contagi in netta discesa: a Napoli e in Campania si riducono i casi di infezione da Coronavirus e lo scudo vaccinale inizia a far sentire i suoi effetti svuotando le corsie ospedaliere dedicate al Covid. Uno scenario che guarda a un progressivo ma netto ritorno alla normalità delle corsie ospedaliere e che, salvo colpi di coda della pandemia, inizia a produrre rimbalzi anche sui pronto soccorso dove i percorsi Covid sono pressoché deserti mentre le aree triage ordinarie sono piene zeppe. Un fenomeno che si riscontra anche nel pronto soccorso del Santobono dove, da alcuni giorni, si registra un vero e proprio boom di accessi (oltre 250) di cui la maggioranza del tutto inappropriati. La rinnovata fiducia delle famiglie sta rinverdendo uno dei nervi scoperti della rete dell'emergenza urgenza anche pediatrica in cui anziché giungere codici gialli e rossi per malattie serie e gravi si riversano pazienti con patologie banali.

«Sta passando la Covid-fobia - conferma il primario della prima linea del Santobono Vincenzo Tipo  e la gente torna a utilizzare impropriamente gli ospedali segnatamente questo che è riservato ai bambini. Stiamo tornando a vedere decine di casi banali che andrebbero curati a casa dalla pediatria del territorio - continua lo specialista - dalle colichette all’inappetenza. Per non parlare della dermatite da pannolini. L’assalto al nostro pronto soccorso è ripreso a pieno regime e superiamo ormai i 250 accessi al giorno». 

Il rischio di affollamenti e assembramenti in pronto soccorso è tuttavia dietro l'angolo: «Gli assembramenti - conferma Tipo - creano infatti presupposto per i contagi in una fascia di popolazione giovane (genitori giovani e bambini) non ancora vaccinati. Oggi i contagi sono sotto controllo ma la pandemia non è archiviata e il virus circola soprattutto tra i più giovani non vaccinati. Aumentare indiscriminatamente gli accessi aumenta la possibilità che si possano creare  situazioni i cui cresce il rischio reale di diffusione di patologie indipendentemente dal Covid verso cui si mantiene alta l’attenzione. Consigliamo di portare il bambino in pronto soccorso - spiega il clinico - solo se strettamente necessario». 
Ma quali sono le situazioni cliniche e sintomatologiche che colpiscono i bambini in cui è necessario andare in pronto soccorso? «Sicuramente quando le febbre è elevata - conclude il primario - in bambini che hanno meno di tre mesi di cita e soprattutto se il bambino appare particolarmente abbattuto.

Bisogna inoltre fare attenzione al vomito e alla diarrea profusi in quanto possono determinare una disidratazione che in bambini piccoli può evolvere in maniera rapida e pericolosa. Per cui occorre sempre reidratare correttamente il bambino che ha questi sintomi. Il bambino che non urina o che ha la lingua e le mucose molto asciutte sono uno dei segni di disidratazione. Occhio anche ai traumi in cui si sia il sospetto di una lesione ossea. Un trauma cranico con una dinamica importante deve sempre essere oggetto di un approfondimento diagnostico. Così le conseguenze di incidenti stradali e domestici di una certa entità. Al di fuori di queste circostanze è invece sempre preferivile consultare il pediatra di famiglia e concordare una visita nel pieno rispetto delle norme anti-Covid per la maggiore sicurezza di tutti».

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Intanto sul fronte delle vaccinazioni agli over 12enni i pediatri di famiglia si dicono pronti: «La Regione ci convochi per programmare la campagna. Siamo penalizzati sulle ripartizioni per la giovane età, la Campania ora deve avere il maggior numero di dosi - è la richiesta che arriva dal vice presidente nazionale della Federazione italiana Medici pediatri Antonio D’Avino e dalla segretaria Fimp Campania Giannamaria Vallefuoco.

«Sino ad oggi la Campania, che è la regione più giovane d’italia - aggiungono i due pediatri - è sempre stata penalizzata nella ripartizione del fondo sanitario. Ora che vanno immunizzati gli over 12 ci aspettiamo che la nostra sia la Regione che riceverà il maggior numero di vaccini».  La Campania è infatti in generale la regione più giovane d'Italia con 41,5 anni in media, seguita dal Trentino-Alto Adige con 42,9 anni». 
Una popolazione imponente, quella degli Over 12, che ricomprende in Campania 242.611 giovanissimi. Di questi 59.371 dodicenni, 60.644 tredicenni, 61.021 quattordicenni, 61.575 quindicenni. Le regioni più anziane sono invece la Liguria (48,3 anni), Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Piemonte che superano tutte i 46 anni. Differenze che hanno portato negli anni a ripartizioni penalizzanti del fondo sanitario e che, a maggior ragione adesso, dovranno pesare sulla distribuzione dei vaccini. Dai pediatri di libera scelta arriva con la stessa forza la richiesta di un incontro urgente con i vertici di palazzo Santa Lucia per mettere a punto i dettagli del piano di vaccinazione degli Over 12. 
«Grazie alla diffusione in ogni quartiere dei nostri studi professionali - ricordano D’Avino e Vallefuoco - possiamo garantire una copertura capillare del territorio e quindi auspichiamo che la cabina di regia si attivi al più presto per concordare una strategia condivisa anche prima che arrivino a destinazione le dosi necessarie giustamente reclamate da De Luca al commissario nazionale Paolo Figliuolo. 
In questo modo sarà possibile tornare a settembre in classe con una copertura vaccinale imponente nella fascia d’età over 12, evitando di dover fare un ricorso massiccio alla Dad e tornando invece ad una vera normalità». 
Per i pediatri di libera scelta la vaccinazione negli studi territoriali non è solo il modo migliore per arrivare alla popolazione dei giovanissimi, ma è anche il più efficace. «La vaccinazione dei giovanissimi - spiegano - è un percorso che deve necessariamente includere i genitori. Come per le vaccinazioni dell'infanzia, del resto, è bene che le mamme e i papà possano contare sul rapporto fiduciario instaurato negli anni con i propri pediatri per avere un’adesione numericamente importante. Diversamente la campagna sugli over 12 rischierà seriamente di essere un flop, con le fughe di massa e le conseguenti adesioni incomplete di intere fasce d’età, che purtroppo abbiamo visto in molti centri vaccinali in queste settimane». 
Un’intesa tra la pediatria di famiglia e la Regione potrebbe inoltre portare la Campania verso un altro primato, quello di avviare, prima in Italia, l’immunizzazione di una fascia di popolazione strategica per il contenimento  dei contagi. Immunizzare i giovanissimi significa infatti mettere al riparo gli adulti dalla possibilità che il virus torni a circolare in maniera importante. Ma «si deve agire subito», ricordano i vertici della federazione pediatri. 
«Nei nostri studi avremmo la possibilità di iniziare già nei prossimi giorni a caricare in piattaforma i pazienti over 12 facendoci trovare pronti non appena le autorità regolatorie daranno il via libera per somministrare con estrema velocità le dosi. Ogni giorno in più rischia di essere un giorno perso. Sin qui la Campania ha fatto uno sforzo straordinario dimostrando grande organizzazione. Riteniamo che questa sia un’opportunità da non perdere, anche perché, ora più che mai, è giusto che il Governo ci invii il giusto quantitativo di dosi, in relazione alle caratteristiche della nostra popolazione».

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