Sentenza preconfezionata a Napoli, ora i penalisti si spaccano

Sentenza preconfezionata a Napoli, ora i penalisti si spaccano
di Leandro Del Gaudio
Sabato 29 Maggio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 18:49
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Sulla storia della sentenza scritta prima della celebrazione del processo si consuma la spaccatura dei penalisti. Il caso del verdetto stampato e trovato sul banco del giudice di appello, con tanto di conferma della condanna di primo grado, fa scricchiolare in modo vistoso il fronte degli avvocati penali. In sintesi, dopo un incontro tra i vertici di Corte di appello e le componenti della magistratura associata e delle camere penali del distretto, si assiste a una divergenza tra gli avvocati: la camera penale di Napoli, guidata dal presidente Marco Campora, accetta le scuse dell'Anm, registra il passo indietro fatto dal sindacato dei magistrati e decide di non dare corso ad altre iniziative; diversa invece la valutazione degli altri sei organi di rappresentanza dei penalisti, che decidono di fissare una giornata di sciopero: astensione dalle udienze per il 16 giugno (tranne che per i penalisti di Napoli), con una assemblea ad hoc (probabilmente a Torre Annunziata), per un dibattito contro la progressiva marginalizzazione del ruolo del difensore (ma anche dello stesso contraddittorio tra le parti), in un'epoca di profonda crisi economica che si è abbattuta sulla categoria. Una protesta che incassa l'adesione anche dell'Unione delle camere penali italiane, contro lo svilimento del doppio grado di giudizio.

Ricordate il caso del verdetto preconfezionato? In sintesi, l'avvocato Gerardo Rocco di Torrepadula si accorge che il processo del suo assistito (un imprenditore condannato a quattro mesi per aver duplicato alcuni marchi falsi) è già bello che scritto. È lì, sotto i suoi occhi, in cinque fogli stampati e adagiati sul fascicolo di udienza. C'è l'intestazione in nome del popolo italiano, il riferimento alle parti che sono state sentite, il rigetto della corte di appello. Mancano le firme in calce. Ma mancava anche e soprattutto il confronto in aula. Scoppia il putiferio. Udienza rinviata, intervento del presidente di corte di appello Giuseppe De Carolis, scende in campo l'Anm che minimizza, ricordando che si trattava di una minuta e non di un verdetto preconfezionato. Poi, di fronte alla pubblicazione delle cinque pagine fotografate in aula dall'avvocato, c'è una marcia indietro. Tocca al presidente dell'Anm Marcello De Chiara riconoscere la correttezza e l'equilibrio dell'avvocato, con una posizione che accontenta solo in parte il fronte degli avvocati. Scrive il presidente Marco Campora: «Dobbiamo prendere atto che l'Anm è tornata sui suoi passi e - rendendosi conto di aver lanciato immotivate ed ingiuste accuse nei confronti del collega coinvolto - si è formalmente ed incondizionatamente scusata per le parole proferite.

Il Presidente De Chiara in una nota indirizzata alla Camera Penale riconosce infatti la buona fede e la correttezza professionale dell'Avvocato Gerardo Rocco di Torre Padula che intendo qui riconoscere in modo chiaro ed incondizionato. Così come è da apprezzare l'onesta presa d'atto (contenuta nella medesima nota) che questo episodio ha fortemente compromesso, agli occhi dei cittadini, l'imparzialità della magistratura e che, dunque, risultano necessari dei comportamenti positivi da parte dei magistrati per riacquistare fiducia ed autorevolezza».

 

Dunque caso chiuso? Non la pensano così gli avvocati Domenico Russo e Luigi Petrillo (rispettivamente presidenti delle camere penali di Benevento e di Avellino); gli avvocati Felice Belluomo e Vincenzo Laudanno (rispettivamente presidenti delle camere penali di Napoli nord e di Nola); gli avvocati Francesco Petrillo e Nicolas Balzano (rispettivamente presidenti delle camere penali di Santa Maria Capua Vetere e Torre Annunziata). Un giorno di sciopero, astensione dalle udienze per il 16 giugno, in tutti i fori del distretto, tranne che nel capoluogo. 

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