Sesso in cambio di voti, il prof avvocato di Maradona: «Zero denunce dagli allievi, mai venduto esami»

Sesso in cambio di voti, il prof avvocato di Maradona: «Zero denunce dagli allievi, mai venduto esami»
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 8 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo agg. 11:01
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Conosciuto al grande pubblico per aver difeso Diego Armando Maradona in uno dei procedimenti della Agenzia delle Entrate contro il campione argentino per il recupero di imposte non pagate. Stimato docente in ambito accademico, protagonista carismatico in convegni e forum di rilievo scientifico. Eccolo Angelo Scala, napoletano di 52 anni, docente a Napoli e rettore a Benevento, oggi professionista travolto da uno scandalo giudiziario all'ombra dell'ateneo federiciano.

Prossimo a diventare per la seconda volta padre, in questi mesi ha capito di essere finito al centro di una trama di intercettazioni nate in un altro processo (dove non è indagato), che hanno consentito alla Procura di passare al setaccio la sua vita privata e professionale. E di scoprire quello che assume i contorni della classica indagine terremoto.  

Professore, due mesi fa era stato interrogato dai pm di Napoli che, però, non hanno esitato a chiedere per lei gli arresti domiciliari (poi convertiti in sospensione). È deluso per questo atteggiamento?
«Non ho alcuna rimostranza da fare nei confronti della Procura di Napoli. Anzi. Ho incontrato gli inquirenti nel corso di un interrogatorio a porte chiuse, li ho trovati rispettosi, so che hanno fatto il loro lavoro, so che si sono trovati di fronte a una ipotesi di reato e l'hanno verificata. O meglio: La stanno verificando, perché l'indagine è aperta c'è ancora la mia versione da mettere agli atti. Piuttosto c'è un problema di procedura che andrebbe preso in considerazione, ovviamente al di là dello zelo investigativo dei singoli pm e del rispetto di certi principi da parte della Procura di Napoli».

A cosa si riferisce?
«Non mi permetterei mai di entrare nel merito delle contestazioni che mi vengono mosse, questo è un lavoro del mio avvocato (il penalista napoletano Claudio Botti, ndr), parlo della cornice procedurale che consente di intercettare per mesi la vita di una persona, che magari è estranea anche al procedimento penale in corso».

Scusi, ma a cosa fa riferimento?
«Si parte da una inchiesta che riguarda una vicenda avvenuta a Nocera, nella quale io non sono indagato, ma intervengo come professionista, come avvocato. Ebbene è bastato questo mio ruolo, questo mio lavoro, per consentire alla Procura di Napoli di chiedere e ottenere il diritto a intercettare le mie utenze, ad utilizzare uno strumento invasivo come il trojan per conoscere tutto il fiume di eventi, parole, relazioni che per mesi hanno scandito la mia esistenza. E non solo la mia».

In che senso? Perché non solo la sua?
«Ora, grazie a questa indagine, in modo puramente incidentale, Guardia di Finanza e inquirenti sanno tutto della mia vita. Sanno che tra qualche giorno nascerà mia figlia, conoscono ad esempio tutto ciò che è entrato nella mia dimensione domestica, ma anche i problemi e le esperienze dei clienti con cui di volta in volta mi sono interfacciato. Le sembra poco? Eppure la procedura consente questo tipo di lavoro e di attenzione investigativa».

Un attimo, però. Potrei risponderle che è proprio grazie a questo tipo di procedura che è venuto fuori quello che ha tutti i contorni di uno scandalo giudiziario in un luogo che dovrebbe essere messo al riparo da certe ipotesi: parliamo della nostra università, che forma la nostra classe dirigente cittadina. Non crede?
«Non entro nel merito delle accuse. Ho ricevuto questo provvedimento di sospensione, leggeremo le accuse, proveremo a calarle nella realtà delle relazioni realmente vissute in questi mesi, poi offriremo le nostre valutazioni. Non aggiungo altro, il resto è lavoro da fare al cospetto dei magistrati».

Eppure come uomo d'accademia dovrebbe rizelarsi solo di fronte al sospetto che un solo esame sia stato truccato.
«Parlano la mia storia universitaria, l'impegno, la passione per la ricerca, per gli approfondimenti, i risultati ottenuti nel corso degli anni, che mi sono stati sistematicamente riconosciuti. Lo ripeto: parla la mia storia professionale, che spinge decine di professionisti napoletani a contattarmi per esprimermi piena solidarietà per quanto avvenuto, per quanto stanno leggendo in queste ore sui siti giornalistici».

Professore, le rifaccio la domanda: possibile adottare quel linguaggio con gli studenti? L'accusano anche di aver messo voti senza sostenere l'esame. Fatti che dovrebbero essere oggettivi.
«Forse non sono stato chiaro. Non è il momento di entrare nel merito delle accuse, lo faremo quando ci troveremo dinanzi al giudice».

Ma non c'è una questione di opinioni contrastanti: ci sono registri elettronici falsati da valutazioni posticce, avvenute in mancanza di un reale confronto docente-alunno alla presenza di tutti sulla materia d'esame. Non basterebbe questo argomento a tenere in vita il caso giudiziario?
«Non ricordo i singoli casi, so che ci sono contestazioni di questo tipo, ma so anche che ora dobbiamo andare a vedere cosa realmente ci contestano e cosa realmente è avvenuto nelle varie sessioni interessate dalle investigazioni di questi giorni».

Eppure, decine di studenti che in questi mesi sono stati contattati dai pm, sono stati interrogati come soggetti iscritti nel registro degli indagati. Ci sono tanti casi agli atti, non uno solo.
«So solo che nessuno dei miei studenti mi ha denunciato. Per me tutti i miei esami sono corretti, avvengono alla luce del sole, nel rispetto della valutazione su una prova realmente effettuata. Il resto va affrontato in un'aula di giustizia, calibrando la portata delle accuse rispetto alla realtà dei fatti».

Cosa le ha insegnato finora questa vicenda?
«Mi dispiace solo per la pubblicità di una notizia devastante per me, per la mia famiglia, per la vita che sta per nascere.

E a nulla serve prendersela con la procedura che consente di intercettare per conto terzi un professionista non indagato, nel corso di un fascicolo altro di cui ignoro anche il contenuto». 

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