Sma Campania, il mercato delle finte assunzioni: «Un Caf sotto indagine a Napoli»

Sma Campania, il mercato delle finte assunzioni: «Un Caf sotto indagine a Napoli»
di Leandro Del Gaudio
Domenica 6 Novembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 7 Novembre, 07:22
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Hanno stampato anche i badge, con tanto di foto e di firma in calce. Hanno preparato tutto, probabilmente in cambio di soldi, costruendo a tavolino delle figure professionali ineccepibili: impiegati negli impianti di conferimento e di smaltimento dei rifiuti, un posto a tempo indeterminato nei ranghi della pubblica amministrazione (magari all'interno di un ufficio della regione Campania, a passare carte e a scaricare delle mail). Tutto formalmente impeccabile e fasullo al tempo stesso, quanto basta a spingere la Procura ad aprire un'indagine, per verificare l'esistenza di presunti maneggi all'ombra di un'azienda regionale specializzata nel contrasto all'emergenza ambientale. Parliamo della Sma Campania, della società interamente regionale che si occupa - tra l'altro - di smaltimento di fanghi e della bonifica di impianti di depurazione nelle zone industriali del territorio. Una società che ha di recente cambiato il proprio management, con un vertice che si è fatto promotore di una denuncia, nel tentativo di fare chiarezza su operazioni oggettivamente poco chiare. A firmare l'esposto spedito in Procura, ci ha pensato un politico e amministratore di lungo corso, vale a dire il presidente del consiglio di amministrazione della Sma Tommaso Sodano, in passato vicesindaco di Napoli (ai tempi della prima giunta De Magistris), da sempre esponente della sinistra ambientalista. 

È toccato al presidente Sodano affidarsi a un avvocato, il penalista napoletano Francesco Picca per raccontare - in sede di denuncia - quanto gli è toccato assistere alcuni mesi fa.

In sintesi, c'è chi ha fabbricato e venduto assunzioni all'interno della Sma. Una truffa all'ombra degli uffici regionali, ma anche sulla pelle di decine di cittadini. C'è chi ha preteso dati anagrafici da decine di senza lavoro, vendendo improbabili accessi nella macchina amministrativa della Sma. C'è chi ha costruito assunzioni con tanto di badge, grazie a un accordo su cui - è logico pensare -, ci siano verifiche da parte della Procura. Inchiesta condotta dal pm Immacolata Sica, si parte dal racconto reso dal presidente Sodano. Tutto ha inizio in una mattinata di giugno, quando negli uffici della Sma si presentano tre donne. Hanno i tesserini, i badge e tanta voglia di lavorare. Chiedono di parlare con i vertici dell'azienda, sono convinte di avere diritto a un posto di lavoro. Ma in che modo provano ad esercitare il loro presunto diritto? Si rivolgono all'ufficio protocollo, al quale chiedono di formalizzare la ricezione di alcuni documenti destinati alla presa in visione dello stesso Sodano. Cosa contenevano quelle buste? Quali erano i documenti che il Protocollo avrebbe dovuto girare? Il giallo viene risolto in pochi minuti, dal momento che le donne vengono accompagnate al cospetto del presidente Sodano, che apre l'involucro e si accorge che queste carte vanno spedite diritto in Procura. Si legge nei documenti: «... Come d'accordo, si inviano i seguenti certificati di cittadinanza....». Seguono nomi e riferimenti anagrafici di decine di persone, che - stando a quanto sta emergendo - avrebbero riposto la propria speranza per ottenere un posto di lavoro, all'ombra della Sma. Perché questa convinzione?

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Ma non è finita. C'è un altro punto che merita di essere approfondito, sempre alla luce di quanto messo nero su bianco da Sodano. Stando alla denuncia, le donne che hanno portato i dati anagrafici alla Sma avrebbero portato a termine alcuni corsi di formazione all'interno di un centro Caf di Gianturco. E non è un caso, che nelle poche righe che accompagnavano i profili di soggetti da assumere, si fa riferimento a due nomi che avrebbero fatto da garanti all'intera operazione. Possibile a questo punto che qualcuno abbia organizzato una sorta di messa in scena, all'insaputa dei vertici della Sma, ma anche dei soggetti indicati come garanti di un accordo mai realizzato. Quanto basta a portare avanti un'indagine che punta a verificare l'ipotesi di millantato credito e di sostituzione di persona (sia in riferimento ai presunti tutor della formazione, sia a proposito dei soggetti indicati come mediatori della trattativa), in uno scenario nel quale non si esclude una truffa in danno di più persone.

E non è un caso che la Procura punta ad accertare anche una circostanza che viene indicata nel corso dell'esposto. Un retroscena che riguarda possibili maneggi di denaro, per la frequentazione di corsi di formazione in vista di assunzioni concordate a tavolino (ovviamente parliamo di assunzioni mai avvenute). Si legge nella denuncia: «Quando ho chiesto alle donne se avessero sborsato dei soldi - ha spiegato Sodano - mi hanno guardato con espressione stranita, senza rispondere». Una circostanza attualmente al vaglio dei carabinieri, nella nuova inchiesta all'ombra di un ufficio pubblico regionale. 

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