Terapie intensive, il flop in Campania: meno posti letto a Napoli

Terapie intensive, il flop in Campania: meno posti letto a Napoli
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 11 Maggio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 17:00
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Per De Luca «questo problema c'è in tutta Italia». E riguarda, aggiunge dopo, tutto il personale medico del pronto soccorso. Non è scrollarsi da dosso il problema o minimizzare quanto accaduto al Cardarelli se lo scenario viene confermato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza. Intanto la rimodulazione del nuovo piano ospedaliero regionale taglia Napoli in favore di Salerno. In particolare c'è un aumento di 8 posti letto di terapia intensiva a Salerno ma diminuiscono di 5 nella Asl Napoli 1 Centro. Mentre La variazione di posti letto di terapia semi-intensiva raddoppiano al Cardarelli, da 13 a 26, mentre l'Aou Federico II passa da 41 a 28 posti letto di terapia semi-intensiva e il Santobono da 14 a 12.

«Questo problema c'è in tutta Italia. A Napoli anticipiamo sempre i tempi, ma è un problema che c'è in tutta Italia», è l'incipit di Vincenzo De Luca che spiega: «Intanto c'è un problema generale di riduzione del personale medico: siamo fermi al 2004 per decisione del governo nazionale, del ministero della Salute.

Vuol dire che la spesa per il personale non può superare quella del 2004. È una cosa assolutamente demenziale». E la soluzione, per De Luca, è «aumentare le scuole di specializzazione, il personale medico». Senza dimenticare la situazione specifica del lavoro in pronto soccorso che non trova medici disposti ad un lavoro massacrante molto più che rispetto ai colleghi. «Mentre un medico di un altro reparto può fare intramoenia, attività anche private, integrando il proprio reddito, chi lavora in un pronto soccorso ha il massimo di disagio, il massimo di tensione e il minimo di retribuzione. È evidente che - conclude il governatore - questa situazione non regge. Bisogna individuare meccanismi di maggiore tutela per il personale medico impegnato nelle situazioni di frontiera».

Servono più investimenti anche secondo il ministro della Salute. «La situazione critica in alcuni pronto soccorso italiani riguarda la grande questione del personale, noi dobbiamo investire di più e finalmente abbiamo fatto scelte molto forti. Abbiamo messo nell'ultimo anno 17.400 borse di specializzazione, il triplo di tre anni fa e il doppio di due anni fa. È chiaro che questi investimenti avranno una ricaduta nei prossimi anni», spiega Roberto Speranza.

«Ci sarà ancora qualche anno non semplice da gestire - aggiunge lui confermando uno scenario critico più generale e non focalizzato solo su Napoli - ma oggi la lezione del Covid è stata nettissima: dobbiamo invertire la stagione dei tagli, come stiamo facendo, e dobbiamo aprire una nuova grande stagione di investimenti sulla sanità».

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Intanto la giunta regionale ha varato la rimodulazione del piano ospedaliero 2020 per il riequilibrio dei posti letto disponibili. Rimodulazione già attesa per questa fase post Covid e che sposta una serie di posti letto di intensiva e non tra i diversi nosocomi della Campania. Passaggio necessario ma che, purtroppo, non potrà alleviare il caos del Cardarelli e, in generale, dei pronto soccorso. E, quindi, i posti letto di terapia intensiva previsti, rispetto alla prima versione del piano, aumentano complessivamente di 8 nella Asl di Salerno ma diminuiscono di 5 nella Asl Napoli 1 Centro (la variazione riguarda unicamente l'Aou Federico II che passa da 25 a 20 posti letto di terapia intensiva), di 2 nell'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi (da 6 a 4) in provincia di Avellino e di uno nel presidio ospedaliero di Maddaloni, nel Casertano (da 9 a 8). La variazione di posti letto di terapia semi-intensiva riguarda l'Asl di Avellino (2 posti letto in più all'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi) e la Asl Napoli Centro, con quest'ultima che ne perde complessivamente 2 passando da 136 a 134: raddoppiano al Cardarelli, da 13 a 26, mentre l'Aou Federico II passa da 41 a 28 posti letto di terapia semi-intensiva e il Santobono da 14 a 12. 

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