Campi Flegrei, il presidente degli psicologi campani: «Bambini e paura del terremoto, serve una rete di protezione»

Armando Cozzuto: «Molti piccoli chiedono di dormire con i genitori e vanno in ansia quando devono entrare a scuola»

Armando Cozzuto
Armando Cozzuto
di Marilicia Salvia
Sabato 30 Settembre 2023, 23:32 - Ultimo agg. 1 Ottobre, 16:26
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«Scappiamo, scappiamo»: ci sono sempre più bambini, nell’area flegrea, che di notte si svegliano di soprassalto dando voce piangendo all’incubo di vivere in una terra ballerina. Per questi bambini, e per tutti gli altri che invece le paure se le tengono dentro - ma non per questo sono al riparo da ansia e fragilità emotive - il presidente dell’Ordine degli psicologi della Campania Armando Cozzuto ha chiesto di mettere in campo una “rete” protettiva.

Quali interventi immagina?

«In questa situazione di indeterminatezza, di totale imprevedibilità dei fenomeni, il sostegno va assicurato prima di tutto alle famiglie: il compito dei genitori, che devono mostrarsi tranquilli e allo stesso tempo essere capaci di stimolare i loro figli ad aprirsi, a esternare le loro paure, è tutt’altro che facile.

Anche perché loro stessi sono ovviamente preoccupati, è inevitabile».

Come si spiega il bradisismo ai bambini?

«Per loro è importante la routine. Se acquisiscono la consapevolezza che in qualsiasi momento la terra può tremare, l’evento diventa prevedibile: si fa appunto routine».

Sembra facile.

«Non lo è: le segnalazioni di bambini spaventati, che mostrano segnali regressivi come la richiesta di dormire nel lettone con i genitori, o che vanno in ansia quando le devono lasciare per entrare a scuola, sono in aumento costante. Ecco perché è necessario immaginare un supporto psicologico».

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In che modo?

«Attraverso le scuole. Gli insegnanti, i dirigenti, sono le “sentinelle” privilegiate di queste difficoltà, il filtro che ci può permettere di agire. Peraltro molti maestri e maestre, specialmente nelle scuole dell’infanzia, si sono fatti carico subito dell’emergenza, aiutando i piccoli a tirare fuori le loro emozioni: li fanno sedere in circolo e raccontare quello che è successo, chiedono loro che nome gli danno, li fanno esprimere attraverso i colori».

E lo psicologo cosa farebbe di più?

«Ripeto, il sostegno va dato alle famiglie. Pensi a un bambino che a scuola si rifiuta di andare, obbligando i genitori ad assentarsi dal lavoro: nasce una catena di tensioni difficile da gestire, che in prospettiva creerà incomprensioni, rabbie represse, insicurezze».

 

A Pozzuoli 17 consiglieri comunali hanno firmato una richiesta di sportello psicologico itinerante. È una buona idea?

«Il nostro Ordine ha strutturato una unità di psicologi dell’emergenza che lavora con le associazioni dei volontari di Protezione civile. Ci sono molti servizi pubblici attivi, in questo la Regione Campania è molto avanti: solo qui abbiamo per legge gli psicologi di base e c’è una piattaforma di interscambio tra pediatri, medici di base e psicologi che aiuta a supportare famiglie con minori. Si tratta adesso di far diventare patrimonio comune la figura degli psicologi scolastici, bisogna lavorare sulla prevenzione».

In che senso?

«I bambini sviluppano fantasie che diventano fantasmi della mente, i pensieri se non condivisi possono trasformarsi in ansia. In questi giorni avremo interlocuzioni con i Comuni dei Campi flegrei, troveremo il modo di collaborare».
 

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