TORRE DEL GRECO - Il luogo del delitto è un antro buio. Dietro un cancello del numero 15 di vico Bufale abbaia una muta di cani. Fuori al portone gente affacciata ai balconi e alle finestre: c’è chi protesta con i giornalisti: «Venite qua solo quando succede qualche guaio, poi ci dimenticate». Ma nessuno è disponibile a raccontare niente: il colpo che ha ucciso Pietro lo hanno sentito tutti, ma tutti, come al solito, hanno pensato ai mortaretti. Nessuno ha visto niente anche se il vicolo è tanto stretto da far rimbombare le voci e da permettere ai dirimpettai di guardarsi in casa. Ma il silenzio è scontato.
Gli inquirenti raccontano che qua la famiglia del ragazzo denunciato per il delitto di Pietro Spineto, ammazzato sabato sera, domina incontrastata: il padre del quindicenne è stato arrestato più volte per spaccio e la nonna avrebbe dato il via alle fortune familiari grazie all’eroina, alla prostituzione e ai legami con il clan che da decenni domina nell’area torrese, quella dei Falanga.
La sparatoria è avvenuta nel palazzo di proprietà del gruppo dove Pietro e l’amico che gli ha sparato avrebbero trovato l’arma del delitto.
Come non sono riusciti a intercettare il padre del quindicenne: cercato dalla polizia, per tutta la giornata di domenica è risultato irreperibile. Una circostanza che è stata segnalata all'autorità giudiziaria. Formalmente l'uomo non è indagato, anche se potrebbe essere a conoscenza di particolari utili alle indagini. Non si esclude infatti che possa essere sua l'arma del delitto.