«Grazie per avermi accolta e per quello che state facendo per me. A Kiev hanno bombardato l'ospedale dove mi stavo curando per il cancro al seno e sono scappata in auto per arrivare fin qui, dove ho potuto riprendere la chemioterapia dopo l'operazione». Sono le parole che Olena, 59enne ucraina originaria di Kramatorsk, nella zona orientale dell'Ucraina al confine con il Donbass e la Crimea, ha detto - in un italiano stentato e tra le lacrime - al suo arrivo, ieri mattina, al reparto di oncologia dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. La donna, accolta dal primario di Oncologia Gaetano Facchini e dalla sua equipe, è stata accompagnata all'ospedale di Pozzuoli da Carlo, il suo compagno italiano che le fa anche da interprete e che oggi abita a Castel Volturno. Una storia di tenacia e di lotta, che si mescola con il dramma che stanno vivendo gli ucraini che vivono sotto la continua minaccia delle bombe e delle armi dell'esercito russo. Olena viveva nella zona del Donetsk, al confine con il Donbass conteso tra Russia e Ucraina: era abituata a quel clima di violenza continua che dal 2014 caratterizza i rapporti tra russi e ucraini del sud. Poi, agli inizi del 2021, scopre di avere un tumore al seno. Comincia il calvario e l'incubo, fatto di visite mediche e terapie fino all'intervento chirurgico del 17 novembre scorso a Kiev, nell'ospedale pubblico ucraino meglio attrezzato per trattare casi oncologici. Nelle settimane successive Olena inizia la terapia post-operatoria con radioterapia e adiuvanti anti-tumorali: riesce a concludere una ventina di sedute. Ma poi scoppia la maledetta guerra del Donbass, che si allarga presto alle altre grandi città dell'Ucraina. Fino al giorno del bombardamento dell'ospedale di Kiev, dove Olena andava ogni tre settimane per sottoporsi alle chemio.
Ai medici di Pozzuoli, grazie al suo compagno Carlo, che prima di andare in pensione gestiva i rapporti commerciali con i Paesi dell'Europa dell'Est per conto di una grande azienda italiana, Olena racconta il suo dramma.
Ma non c'è tempo da perdere: il tumore è sempre un temibile nemico e il ciclo chemioterapico va ripreso ad ogni costo. Olena e Carlo contattano la guardia medica di Castel Volturno e spiegano il caso clinico. Inizia, così, una gara di solidarietà: la guardia medica informa l'Asl Napoli 2 Nord, quella territorialmente più vicina. Olena ottiene, due giorni fa, il permesso medico per stranieri temporaneamente presenti in Italia e raggiunge l'ospedale di Pozzuoli. Il primario oncologo Gaetano Facchini si rende conto della gravità della situazione: ieri mattina la prima visita e il nuovo piano terapeutico. «Abbiamo fatto tutto il possibile per aiutare la signora dice il primario Facchini È stata una gara di solidarietà e d'ora in poi l'equipe di Pozzuoli si prenderà cura di Olena e della sua tenace lotta per la vita».