Voragine al confine tra Casandrino
e Grumo: scontro sempre più duro

Voragine al confine tra Casandrino e Grumo: scontro sempre più duro
di Giuseppe Maiello
Giovedì 11 Febbraio 2021, 09:40
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Voragine, telenovela senza fine. L'incontro tra i comuni di Casandrino e Grumo, separati dalle transenne che delimitano i primi interventi di riempimento, finisce con un nulla di fatto. Anzi l'assessore grumese Ciro Caso spiega che «addirittura siamo stati danneggiati da questo evento, di cui non siamo responsabili, e non intendiamo contribuire ai lavori di ripristino». Intanto, cominciano a essere evidenti i segni della lenta agonia dei commercianti che hanno i loro esercizi lungo le strade chiuse al traffico: qualcuno, dopo 40 giorni non ha ancora riaperto. E rischia di veder fallire la propria attività, frutto dei sacrifici di una vita.


L'incontro, l'altro giorno al comune di Casandrino con i tecnici comunali e gli assessori dei due centri, oltre alla rappresentanza dell'Acquedotti scpa, la società che gestisce la rete idrica e fognaria nei due Comuni. La voragine, apertasi il 29 dicembre alla fine di corso Carlo Alberto a Casandrino e l'inizio di corso Cirillo a Grumo, come hanno accertato subito i tecnici, è stata provocata da un'infiltrazione di una caditoia laterale, perforata dalla radice di una secolare quercia, poi divelta.

Negli anni, l'acqua è arrivata a minare la stabilità di una cavità sottostante preesistente, un pozzo di areazione di una vicina grotta, utilizzata per la conservazione del vino. La cavità a imbuto si è poi rivelata più grande del previsto. Insidiandosi sotto uno stabile, al cui piano inferiore c'è un accorsata pizzeria, che rischia la chiusura definitiva. Genio Civile, società Acquedotti e Comune, sulla scorta delle indicazioni tecniche, per evitare danni ai vicini fabbricati decidono di riempire la cavità. Lavori che vengono effettuati dalla società, in attesa del chiarimento delle responsabilità. Peraltro le condizioni metereologiche inclementi consigliano di fare in fretta. Le cavità, al di sotto dei 4 metri del livello stradale sono di competenza della Regione, che quindi eroga 74mila e 609 euro. Accanto alla cavità però se ne riscontra un'altra. La Regione chiede il computo delle spese sostenute per il primo intervento ed anticipate dalla società. Impegnandosi a finanziare, una volta avuto il rendiconto, anche la successiva quota. La burocrazia ha i suoi tempi. I commercianti, che sono sui due versanti della voragine dei due comuni, manifestano insofferenza: il crollo verticale dei loro incassi è evidente. Organizzano una petizione. Martedì scorso invece summit al comune di Casandrino.

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«Le cause del cedimento si sono registrate nel territorio di Casandrino, per cui non compete al nostro Comune farsi carico dei lavori, anche se in quota parte. Anzi siamo stati danneggiati dall'evento. E peraltro siamo in dissesto» commenta l'assessore grumese Ciro Caso (urbanistica e viabilità). «Il comune di Grumo non può sottrarsi all'evidenza, la voragine investe anche, se in parte minore il territorio grumese. Anche il nostro è un Comune in dissesto, ma la sicurezza e l'economia del territorio hanno la priorità», dice il vicesindaco Luca Morelli. La querelle è assicurata. Intanto, la minoranza consiliare casandrinese, di Nuove Prospettive sollecita la convocazione ad horas, delle commissioni consiliari lavori pubblici, commercio e attività produttive «per poter valutare eventuali attività di sostegno concrete a favore dei commercianti di quella zona, per avere almeno qualche sgravio fiscale dal punto di vista della tassazione locale: a distanza di 10 giorni dalla nostra richiesta attendiamo ancora una risposta».
 

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