Whirlpool Napoli: quattro operai a Varese, 317 accettano la buonuscita

Whirlpool Napoli: quattro operai a Varese, 317 accettano la buonuscita
di Valerio Iuliano
Mercoledì 1 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 2 Dicembre, 08:59
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Gli operai ex Whirlpool hanno accettato l'incentivo proposto dalla multinazionale nei mesi scorsi. Un'adesione pressoché unanime da parte dei lavoratori. Sono 317 gli ex dipendenti che percepiranno la buonuscita di 95mila euro e attendono ora la reindustrializzazione del sito. Sono solo 4 gli operai che si trasferiranno nello stabilimento Whirlpool di Cassinetta, presso Varese, con un incentivo di 25mila euro.

L'adesione dei metalmeccanici partenopei alle condizioni prospettate dai vertici dell'azienda è scaturita dall'accordo, di fatto già concluso, tra le organizzazioni sindacali e la stessa Whirlpool. 

«Non si tratta però - spiega il segretario generale aggiunto della Uilm Antonio Accurso - di un incentivo, che sussiste quando un lavoratore può decidere se essere licenziato oppure no.

Ovvero se essere incentivato ad andarsene oppure rimanere. I lavoratori sono stati purtroppo licenziati da Whirlpool. Perciò, in questo caso, si può parlare, invece, di un indennizzo. È una somma che l'azienda offre al lavoratore. Whirlpool aveva proposto una somma e con l'accordo siamo riusciti a migliorarla. E, nello stesso tempo, siamo riusciti ad ottenere una somma anche per chi decide di trasferirsi a Varese».

Non ci saranno, quindi, vertenze da parte dei lavoratori. I sindacati si sono impegnati a ritirare il ricorso contro la sentenza del Tribunale di Napoli che aveva sancito l'illegittimità del precedente ricorso di Fim, Fiom e Uilm, per una presunta violazione dell'articolo 28. Con l'intesa tra le due parti è stata ritoccata verso l'alto la buonuscita, fissata in un primo momento a quota 85mila euro. I lavoratori hanno accettato, quindi, quell'ipotesi che, dopo le lettere di licenziamento, aveva destato tanti malumori.

Dalla prossima settimana gli stessi metalmeccanici potranno iscriversi alla Naspi. 

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«Ci aspettiamo a questo punto - sottolinea il segretario di Fim Cisl Biagio Trapani - che vada avanti il piano di reindustrializzazione del sito di via Argine. Il governo deve prendersi le responsabilità che competono alle istituzioni». Il percorso che dovrebbe portare alla reindustrializzazione è iniziato, ma il finale è ancora tutto da scrivere. «Sul fronte della cessione degli asset - precisa Accurso - siamo in attesa dell'ufficializzazione della firma del preliminare di vendita tra Whirlpool e il consorzio. Il prossimo passo sarà quello di riannodare la filiera istituzionale che ha sempre garantito un percorso di messa in sicurezza dei lavoratori per consolidare queste garanzie». Whirlpool attende la lettera di intenti, sottoscritta dal consorzio, che dovrebbe portare, poi, al contratto preliminare. Nella lettera, che la multinazionale ha inviato dieci giorni fa, Whirlpool attesta di essere disponibile a cedere gli asset. Il consorzio si impegnerà ad acquisirlo, se congeniale alle attività che è intenzionato a svolgere. Per decidere, le due parti fisseranno poi un lasso di tempo di 40 giorni per svolgere una due diligence, con un gruppo di tecnici del consorzio che valuteranno se il sito è adatto per le loro finalità. Dopo i 40 giorni, se le verifiche daranno esito positivo, sarà stipulato un contratto preliminare. A Whirlpool serviranno circa tre mesi per rimettere in sesto lo stabilimento chiuso dal 31 ottobre 2020. Il consorzio dovrà, dunque, valutare attentamente tutte le esigenze delle aziende che dovranno dare vita al piano di reindustrializzazione. La previsione più ottimistica è che entro il mese di giugno possano iniziare le attività. Tra i lavoratori prevale la cautela. «Ormai la fiducia è svanita, dopo tre anni di promesse disattese abbiamo bisogno solo di certezze», sottolinea Vincenzo Accurso. 

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