Whirlpool Napoli Est, vertice al ministero: a novembre l'area andrà alla Zes

Whirlpool Napoli Est, vertice al ministero: a novembre l'area andrà alla Zes
di Valerio Iuliano
Sabato 22 Ottobre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 18:30
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Il sito di via Argine ha trovato un acquirente. Quello che manca, per ora, è un investitore che sia intenzionato a sviluppare un piano industriale nell'area di Napoli Est. Dall'incontro al Mise di ieri sulla vertenza ex Whirlpool è venuto fuori, dunque, un primo risultato, che emerge nel verbale di intesa sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico, dal Prefetto di Napoli, dal Comune, dal Commissario della Zes, dalla Regione e dalle organizzazioni sindacali. «Nel verbale - spiegano Fim, Fiom e Uilm - il Comune di Napoli conferma la vocazione industriale dell'area».

Lo stabilimento di via Argine andrà ad un soggetto pubblico, dopo la lunghissima trattativa svoltasi nei mesi scorsi con il consorzio. «Il Commissario della Zes Campania - fanno sapere i sindacati - dichiara la disponibilità, in presenza delle idonee condizioni normative, ad acquisire la proprietà del sito entro il 30 novembre 2022».

L'obiettivo è quello di «mettere in sicurezza lo stabilimento con l'impegno di cederlo poi al soggetto che si occuperà della reindustrializzazione, con il vincolo di assorbire tutti i lavoratori e alle medesime condizioni economiche e normative della società di provenienza. Ministero, Prefettura e Commissario Zes si impegnano ad accompagnare il progetto, anche con il coinvolgimento di Invitalia. La cessione ai privati sarà contestuale a un accordo di programma al Mise con i sindacati sul progetto occupazionale e industriale». 

Quello di ieri è stato l'ultimo vertice del governo uscente. La palla passa, ora, al nuovo esecutivo, al quale spetterà individuare un nuovo soggetto industriale. «Il Mise - concludono i sindacati - convocherà il tavolo di crisi relativo alla reindustrializzazione entro il 30 novembre 2022». L'acquisizione dell'area da parte del commissario della Zes rappresenta un primo passo a salvaguardare il sito di via Argine. Mentre si apprende che Whirlpool già nello scorso marzo aveva dato la sua disponibilità a cedere lo stabilimento. L'approvazione del piano ambientale ha fugato i dubbi sulla bonifica dell'area, che aveva tenuto banco nei mesi scorsi. Ma la riconversione dell'ex fabbrica di lavatrici non era all'ordine del giorno del vertice. Restano immutate, dunque, le perplessità sul futuro del sito. I sindacati confermano la necessità di accelerare su questo fronte, mentre sembra sparito dall'orizzonte il consorzio che, secondo i piani del governo uscente, avrebbe dovuto attuare la reindustrializzazione. 

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«Pur apprezzando gli sforzi del prefetto - spiega il leader della Fim Cisl Biagio Trapani - dobbiamo rilevare che ancora non si parla di lavoro e di piani industriali. Auspichiamo che il nuovo governo sia in grado di riportare al tavolo il consorzio». I tempi per far partire nuovi insediamenti produttivi sono stretti. Sui 317 lavoratori ex Whirlpool pesa come un macigno la scadenza degli ammortizzatori sociali. «Quello emerso dal tavolo - spiega l'operaio Vincenzo Accurso - è un punto di partenza. L'acquisizione dell'area ci offre una possibilità per ritornare a lavorare ma quello che manca è un imprenditore e, dunque, un progetto di reindustrializzazione. Senza questi elementi potrebbe essere inutile l'acquisizione da parte della Zes». La Naspi, di cui beneficiano temporaneamente gli operai, ha una scadenza prevista per dicembre 2023. «I lavoratori - continua Accurso - rischiano di uscire dagli ammortizzatori sociali. Ad oggi i sussidi si sono ridotti a 900 euro ed ogni mese vengono decurtati del 4%». 

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