Woodcock assolto dal Csm per il caso Consip: ​«Ora restituitemi il mio onore»

Woodcock assolto dal Csm per il caso Consip: «Ora restituitemi il mio onore»
Giovedì 18 Giugno 2020, 12:18 - Ultimo agg. 19 Giugno, 06:51
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La sezione disciplinare del Csm ha assolto il procuratore aggiunto di Napoli John Woodcock all'esito del nuovo procedimento sul caso Consip, fatto dopo l'annullamento con rinvio della precedente condanna alla censura da parte delle Sezioni Unite della Cassazione. 

Vedersi restituito il suo «onore», è questa la richiesta che il pm napoletano, con il suo difensore Marcello Maddalena, ha rivolto alla Sezione disciplinare del Csm, rendendo dichiarazioni spontanee nel processo che si è concluso con la sua assoluzione e rivendicando la propria «lealtà e correttezza». 

La contestazione che gli veniva rivolta «riguarda un profilo - ha detto Woodcock - che viene ancora prima dei profili funzionali, ovvero quello della correttezza, della lealtà e dell'onore, valori che ci vengono trasmessi, ancor prima di diventare magistrato, dai nostri genitori; una piccola biblioteca che va in fiamme quando scompaiono». «Quando ebbi l'avviso di garanzia dalla Procura di Roma - ha ricordato il pm napoletano - fui chiamato dal collega e amico Nunzio Fragliasso (allora procuratore facente funzioni a Napoli) che mi confermò la fiducia e la delega per il processo Romeo, e che mi difese pubblicamente. Il nostro rapporto è sempre stato di amicizia ed è continuato con la stessa amicizia. Ancora oggi, con i colleghi della Procura di Roma lavoriamo gomito a gomito condividendo indagini, con la correttezza che riguarda non solo i rapporti tra colleghi, ma tra tutti gli operatori della cittadella giudiziaria». «La lealtà, la correttezza, la sincerità è una caratteristica e una qualità che mi riconosco. È una sorta di obbligazione naturale, di debito che riconosco a chi questi valori mi ha impartito, e cioè ai miei genitori», ha detto ancora Woodcock.

Maddalena ha invece ricordato che il magistrato napoletano era stato rassicurato che nulla sarebbe uscito su Repubblica dalla giornalista che il giorno dopo, invece, pubblicò l'articolo. «Nemmeno il peggior nemico del dottor Woodcock può trovare in questi atti la benché minima traccia di qualcosa che abbia scalfito la sua immagine dentro e fuori gli uffici giudiziari. Woodcock ha il dogma della correttezza e la sezione disciplinare gli deve restituire ciò che per Woodcock fa parte del proprio onore». 

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