Un tour tra opere concluse e cantieri. Più di qualcosa si muove, al Complesso dei Girolamini, e in primavera arriveranno nuovi importanti risultati, come la riapertura fronte strada dell'ingresso su via dei Tribunali. Ma molto resta ancora da fare e siamo ben lontani da una valorizzazione totale del tesoro nel ventre di Napoli. La visita del ministro Gennaro Sangiuliano, tra navate splendenti, calcinacci e materiali di risulta, riaccende i riflettori sullo stato di avanzamento del recupero dei Girolamini. «È un grande patrimonio, che rispecchia la grandezza culturale della città di Napoli - ha commentato il ministro durante la visita - Ricordo quando ero studente universitario all'indomani del terremoto: questo complesso si trovava in una condizione di degrado e dissesto. Ricordo le battaglie che, da giornalista, conducemmo assieme all'avvocato Gerardo Marotta per questo sito. Il fatto che adesso ci sia un punto d'inizio importante, al quale personalmente voglio dare impulso, credo sia significativo. Questo è uno dei tesori di Napoli».
Si avvista ancora qualche scaffale vuoto, ma lo splendore della biblioteca sa di eterno, più che di antico. La chiesa, completamente recuperata, è bagnata dalla stessa luce calda. All'esterno, dall'affollatissima via dei Tribunali, svettano purtroppo ancora le transenne e i teli dei ponteggi. Ma presto andranno via. A raccontarci cosa c'è e cosa manca è Rosalia D'Apice, direttrice dei lavori al Complesso dei Girolamini: «I lavori sono divisi in tre lotti per un importo complessivo di 13 milioni spiega che hanno interessato parti diverse del complesso.
L'irrisolto affascina, ma è contrario a una messa a sistema dei luoghi. Sono tante le potenzialità inespresse dei Girolamini, che si trovano in sostanza sulla soglia tra l'oggi e il domani e che potrebbero nascondere addirittura le spoglie di uno dei più grandi uomini della cultura italiana di tutti i tempi: Giambattista Vico. L'ex assessore alla Cultura di Palazzo San Giacomo, Nino Daniele, torna a riproporre la questione che risale a circa dodici anni fa. «Credo che andrebbero fatte delle opportune analisi genetiche sull'ipotesi che Vico sia stato sepolto ai Girolamini - osserva - Ritengo che la ricostruzione fatta negli anni scorsi da don Sandro Marsano, ex rettore dei Girolamini, vadano ulteriormente approfondite. Si sorveglino poi con attenzione i prossimi progetti sui lavori. Va assolutamente evitato il rischio che anche all'interno di un complesso prezioso come questo di via dei Tribunali possa sorgere un ristorante, come è stato ventilato».