Al Tesoro di San Gennaro “Tre collari”: «Racconta della fede di un popolo»

La mostra che espone tre capolavori esposti al Museo del tesoro di San Gennaro

Al Tesoro di San Gennaro "Tre collari": «Racconta della fede di un popolo»
Al Tesoro di San Gennaro "Tre collari": «Racconta della fede di un popolo»
di Valentina Bonavolontà
Giovedì 14 Marzo 2024, 18:02 - Ultimo agg. 15 Marzo, 10:08
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Due collari per il Busto di San Gennaro, quello solenne e quello donato al santo dalla famiglia Spera, ed uno per la scultura di San Vincenzo Ferreri, storico protettore del quartiere Sanità. I capolavori, realizzati in epoche diverse, sono esposti per la prima volta in un unico allestimento al Museo del tesoro di San Gennaro e saranno visitabili fino al 14 maggio.

È “Tre collari. I gioielli della devozione” il titolo della mostra a cura di Laura Giusti, che ha permesso di aggiungere nuovi importanti dettagli sulla storia delle donazioni e dei preziosi gioielli, di ritrovare molti documenti inediti sugli aspetti devozionali, storici, artistici dei due collari di San Gennaro, creati per adornare il busto reliquario del Santo. 

L’esposizione propone un confronto fra tre simboli della devozione di Napoli, mettendo per la prima volta in dialogo il collare di San Vincenzo Ferrer, storico protettore del quartiere Sanità, conservato nel Museo Diocesano di Napoli e di proprietà del Fondo edifici di culto, con il collare “solenne” di San Gennaro, di valore inestimabile, che conserva le offerte di sovrani e regnanti, e il collare Spera straordinaria testimonianza della devozione di una famiglia napoletana per il Santo Patrono. 

A presentare questa mattina la mostra sono intervenuti Monsignore Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro. «In questi oggetti preziosi Napoli intona e canta la sua riconoscenza per essere Popolo convocato da un Dio che è Padre che dona una tutela mediante i Santi.

Le maglie raccontano una storia salda, dove le generazioni si susseguono nel tempo e diventano un popolo saldamente connesso per splendere come il segno dei Magnalia Dei, le meraviglie di Dio» - racconta l'Abate. 

La mostra nasce dalla ricerca scientifica di Laura e Paola Giusti sulla storia dei bellissimi ornamenti, con approfondimenti inediti che hanno permesso di aggiungere nuovi importanti dettagli sulla storia delle donazioni e dei preziosi gioielli, inseriti all'interno del catalogo sulla mostra. 

«È un lavoro che risale al 2016, quando mi venne l'idea di guardare insieme questi tre collari, non solo sotto l'aspetto storico-artistico, ma anche sotto il punto di vista devozionale.Questa mostra ci racconta questo intreccio di storia, arte, fede del popolo napoletano» - racconta la curatrice della mostra Laura Giusti - «Molte sono state le scoperte scientifiche, una tra le altre lo stravolgimento della cronologia della composizione del collare, che si pensava montato tutto nel 1844, ma che nuovi documenti hanno fatto risalire al 1825. Molto importante anche il collare feriale, il cui montaggio risale al 1706 e che ci racconta molto dell'arte dei gioielli di fine seicento. Invece il collare di San Vincenzo Ferrer è quello in cui il popolo dona al protettore del quartiere Sanità, che ha salvato la città dall'epidemia del 1837. Ed è l'unico collare che viene ancora esposto sulla statua del Santo quando viene portato in processione». 

Un intreccio inscindibile tra arte, storia e fede, dove gli splendidi collari - ciascuno con il proprio vissuto - sono preziose testimonianze del passato della città, e rappresentano forme e segnali di differenti tipi di culto per due santi veneratissimi.

A prendere la parola anche Mons. Adolfo Russo, già Direttore del Museo Diocesano di Napoli, Riccardo Imperiali di Francavilla, Deputazione Cappella del Tesoro di San Gennaro, Francesca Ummarino, direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, Laura Giusti, curatrice del Museo del Tesoro di San Gennaro e Ilaria D’Uva, Ceo D’Uva srl. È quest'ultima a dichiarare: «Questa mostra, la terza in due anni con la cura di Laura Giusti,  è per noi un modo per mostrare il Tesoro di San Gennaro in modo diverso. È un'attività rivolta soprattutto ai napoletani, che in questo modo hanno l'occasione tornare a scoprire più intimamente la fede e la devozione del popolo napoletano». 

Il lavoro ha approfondito la conoscenza di uno dei gioielli più preziosi d’Europa: il collare solenne, ornamento dal valore eccezionale, con migliaia di pietre preziose fra smeraldi, rubini, zaffiri e diamanti, che veniva posto sul busto del Santo nelle occasioni, appunto, solenni e l'altra grande testimonianza della devozione al Patrono di una famiglia napoletana: il Collare Spera, il cosiddetto collare 'feriale', donato da Giovan Francesco Spera e da sua moglie Anna Lucrezia nel 1706. 

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La data della donazione di molti gioielli sciolti e quella del loro montaggio sul collare consentono di datare i gioielli oggi presenti sul collare entro appunto il 1706: un nuovo, significativo elemento di conoscenza per la storia del gioiello napoletano del XVII secolo. In occasione della mostra è stato, inoltre, possibile studiare per la prima volta il retro dell’opera, in argento, dove sono incisi la data del montaggio, il nome e lo stemma della famiglia Spera. 

Ben diversa, più povera ma non meno interessante, è la storia del collare di San Vincenzo Ferrer della Basilica di Santa Maria della Sanità, conosciuta come la chiesa di San Vincenzo “‘o Munacone”, dove ferve vivissimo il culto per il predicatore domenicano che secondo la tradizione fermò l’epidemia di colera del 1837. La scultura lignea di San Vincenzo viene ancora oggi portata in processione “vestita” con due ricchi ornamenti realizzati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo. Questo collare è il simbolo di popolo che si priva dei suoi gioielli per donarli al santo domenicano. 

«Attraverso l'unione di questi tre collari possiamo immergerci nella storia e nella spiritualità ancora viva di un popolo, che continua a dimostrare la sua fede» - E conclude Riccardo Imperiali di Francavilla, Deputazione Cappella del Tesoro di San Gennaro: «Mentre stiamo parlando qui fuori ci sono più di dieci musei che accolgono le persone nell'arco di un kilometro. Possiamo dire di essere dentro la storia, nel cuore pulsante della città di Napoli». 

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