Teatro San Carlo di Napoli, bolletta raddoppiata: «Così gli spettacoli sono a rischio»

Teatro San Carlo di Napoli, bolletta raddoppiata: «Così gli spettacoli sono a rischio»
di Giovanni Chianelli
Venerdì 16 Settembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17 Settembre, 08:30
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La bolletta del gas del teatro San Carlo è passata da 35mila a 70mila euro; in soli due anni, tra il 2019 e il 2021. E non era ancora arrivata la guerra con le sanzioni a Putin, la crisi energetica e i rincari incontrollati di questi giorni. Super bollette, dal Massimo napoletano il grido d’allarme: «Ancora non è arrivato l’inverno, la proiezione di spesa è tragica, per il gas si teme fino a cinque volte la media precedente» dice Emmanuela Spedaliere, direttore generale del teatro. «Chiediamo al governo un intervento, sono costi insostenibili». Il rincaro colpisce, così, anche la cultura e lo spettacolo. A fine agosto Carlo Fontana, presidente dell’Agis, l’associazione di categoria di cinema e teatri, aveva scritto all’esecutivo riguardo al caro bollette con preoccupazione per un settore che era già stato provato pesantemente dalla pandemia: «Ci troviamo di fronte a un nuovo e preoccupante fatto che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio le sale, costrette ad affrontare spese che rendono impossibile la sostenibilità». 

Con l’autunno alle porte il sovrintendente del San Carlo Stephane Lissner si unisce all’appello: «Bisogna prendere provvedimenti, noi abbiamo necessità di riscaldare le sale per buona parte del giorno ma non possiamo immaginare di spendere centinaia di migliaia di euro in più».

Si teme anche l’aumento esponenziale del costo dell’energia elettrica; per ora ha tenuto, oscilla tra i 300 e i 400mila euro l’anno, ma i conguagli degli ultimi tempi fanno temere il peggio. In effetti un teatro come il San Carlo ha consumi notevoli pure al di fuori degli spettacoli. Le scuole di danza e di canto iniziano le loro lezioni già dal mattino, così come le prove per gli artisti, musicisti e cantanti. A questo c’è da aggiungere il lavoro dei tanti uffici amministrativi e, naturalmente, le sere e le matinèe in cui si va in scena: a volte sono 17 ore di attività, impossibile immaginare di tenere spenti i riscaldamenti da novembre a marzo. E con le estati torride degli ultimi anni vale il ragionamento opposto, sarebbe una follia pensare di rinunciare all’aria condizionata. Insomma, tenendo conto del bilancio del Massimo, che l’anno scorso si è ritrovato con due milioni di euro in meno, il caro energia potrebbe togliere risorse cruciali al teatro lirico più antico d’Europa. Che fare? «Già da tempo» spiega Lissner, «il San Carlo ha lanciato una politica di risparmio energetico che qualche risultato lo ha portato». Si basa sull’uso, dove possibile, di illuminazione a basso consumo e soprattutto sul monitoraggio degli ambienti in cui non serve riscaldamento o aria condizionata: fino a qualche anno fa il teatro veniva lasciato illuminato, riscaldato o raffreddato tutto il giorno, senza particolari distinzioni. Ora ogni sala da utilizzare viene segnalata al centro operativo che provvede a fornirla di energia, così le altre possono restare spente. Ma come si può facilmente intuire il San Carlo ha esigenze particolari: per fare qualche esempio, gli spettacoli devono essere illuminati da impianti potenti - magari per realizzare un effetto “sole” - mentre ogni volta che si va in scena c’è il momento della cosiddetta “mezza sala” che conta su lampadine che è difficile siano a risparmio energetico. 

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Eppure sono aspetti minori se si pensa che è altamente improbabile ipotizzare fonti di energia rinnovabile, come i pannelli solari, su un edificio storico. «Il raggiungimento di elevate prestazioni energetiche ha condizionato la costruzione dei nuovi edifici mentre in quelli tutelati risulta di difficile attuazione» dice la Spedaliere. Lo stesso, annuncia, si pensa a come affrontare un avvenire che non sembra roseo per nessuno: «Grazie a un progetto del Pnrr sarà possibile effettuare interventi mirati per raggiungere i massimi livelli di efficienza energetica». Progettato dall’ingegnere Domenico Trisciuoglio, interverrà sugli impianti di climatizzazione e illuminazione portandoli alle più elevate classi energetiche. «Ma il vero fiore all’occhiello sarà l’adozione di un sistema di intelligenza artificiale in grado di regolare qualsiasi parametro con tecnologie predittive e con autoapprendimento». Il sistema sarà cioè in grado, da solo, di studiare le varie configurazioni del teatro, creare un archivio di consumi e regolare i sistemi senza dispendi in eccesso. Potrà bastare a contenere le bollette impazzite? 

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