Autonomia differenziata, Manfredi sindaco di Napoli: «Alt doveroso, il divario si riduce con il dialogo»

Strappo dei sindaci: rinviata la conferenza unificata con governo, Regioni e Comuni

Gaetano Manfredi alla cerimonia di laurea di Massimo Troisi
Gaetano Manfredi alla cerimonia di laurea di Massimo Troisi
di Luigi Roano
Giovedì 23 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 19:43
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Fosse per lui la legge sull'Autonomia differenziata dovrebbe essere rimandata sine die, ecco perché in questo contesto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha accolto positivamente lo stop dell'Anci - arrivato per mano del presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari - all'arrivo della discussione nella Conferenza unificata alla quale partecipano il Governo, le Regioni e appunto i Comuni. Il no ha stoppato il percorso che il ministro Roberto Calderoli sta portando avanti, una frenata non di poco conto se si considera che sono 8000 i Municipi - da nord a sud - che si sono messi di traverso e hanno chiesto di non fare «fughe in avanti visto che si tratta di cambiare gli assetti istituzionali del Paese».

La Conferenza è stata riconvocata per il 2 marzo, ma sembra difficile che per quella data si possa trovare una quadratura del cerchio.

Sarà di certo l'occasione per un nuovo confronto tra le parti. Sullo sfondo, dunque, si sente il rumore dei sindaci - con toni più acuti quello dei sindaci meridionali - che stanno cercando di costruire un fronte compatto assieme ai colleghi delle altre regioni.

«La richiesta di riflessione - spiega l'ex ministro dell'Università - sottoposta da parte dell'Anci al ministro delle Riforme Calderoli in merito al disegno di legge sull'Autonomia è stata non solo necessaria, ma anche doverosa». A Manfredi - tuttavia - non va a genio l'idea di uno scontro tout court nord contro sud che ritiene serva a poco. Del resto lui Napoli l'ha schierata già un paio di settimane fa quando il Consiglio comunale - con l'uscita dall'Aula del centrodestra - ha votato il no All'Autonomia almeno così come è strutturata adesso. E le motivazioni non sono di origine territoriali, anzi. «I sindaci - racconta Manfredi - sono il primo avamposto nel rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini, il che ne testimonia il peso sempre più determinante in un quadro complessivo in cui rivedere eventualmente le competenze delle Autonomie locali. La priorità è lavorare per ridurre i divari tra Nord e Sud: la riforma così com'è stata disegnata li aumenta».

Il cavallo di battaglia di Manfredi è quindi non combattere le autonomie, ma piuttosto dare un peso maggiore al ruolo dei Comuni e delle Città metropolitane. In questo senso ha messo in piedi una rete dentro la quale ci sono finite Bari, ma anche Firenze e Bologna senza considerare gli ottimi rapporti che Manfredi ha con Beppe Sala sindaco di Milano. Su queste tematiche il feeling con il primo cittadino meneghino è buono. In questo senso va letta l'ulteriore riflessione di Manfredi: «Occorre, quindi, un percorso condiviso che non sia un mero passaggio formale, ma che davvero sia finalizzato ad ascoltare e poi recepire le istanze dei sindaci che sono sui fronti caldi ogni giorno e si vedono invece ridurre risorse e poteri. Il rischio è sostituire il centralismo statale con quello regionale, con effetti deleteri per l'equità sociale e gli equilibri nazionali. Da Napoli l'ho detto in tempi non sospetti, ora vogliamo essere coinvolti per individuare priorità e percorsi in una riforma complessiva delle autonomie locali».

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Il sindaco della terza città d'Italia ha un progetto politico: atteso che la riforma è sul tavolo e non ha il potere di revocarla, la scommessa è di spostare il baricentro della riforma stessa verso gli enti locali, i Municipi, e l'Anci è la sede che ha scelto per portare avanti il progetto. «Questa - dice l'ex rettore - non è una guerra sud contro nord, ma un confronto tra chi ha la visione di un Paese unito ed equo rispetto a chi invece crede nella divisione e nella difesa degli interessi di parte». Manfredi lavora a un incontro ai massimi livelli con il Governo. «Stiamo ragionando su questo incontro e sto parlando con diversi ministri per portare avanti le istanze e i bisogni della nostra città. Credo che il rapporto istituzionale debba essere basato su principi di lealtà proprio per salvaguardare l'interesse dei cittadini indipendentemente dalle posizioni politiche che possono e devono essere differenziate, ma quando parliamo degli interessi e dei bisogni dei cittadini, la cooperazione istituzionale è fondamentale». Manfredi si porta avanti con il lavoro con un ragionamento anche meramente quantitativo: «Qualsiasi ragionamento di riforma dei poteri decentrati non può prescindere dal ruolo dei Comuni e delle aree metropolitane che sono le istituzioni di prossimità che garantiscono i servizi ai cittadini. Napoli ha un milione di abitanti, la Città metropolitana 3, assieme abbiamo una popolazione molto superiore a tante regioni che avrebbero l'Autonomia». 

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