Fosse per lui la legge sull'Autonomia differenziata dovrebbe essere rimandata sine die, ecco perché in questo contesto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha accolto positivamente lo stop dell'Anci - arrivato per mano del presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari - all'arrivo della discussione nella Conferenza unificata alla quale partecipano il Governo, le Regioni e appunto i Comuni. Il no ha stoppato il percorso che il ministro Roberto Calderoli sta portando avanti, una frenata non di poco conto se si considera che sono 8000 i Municipi - da nord a sud - che si sono messi di traverso e hanno chiesto di non fare «fughe in avanti visto che si tratta di cambiare gli assetti istituzionali del Paese».
La Conferenza è stata riconvocata per il 2 marzo, ma sembra difficile che per quella data si possa trovare una quadratura del cerchio.
«La richiesta di riflessione - spiega l'ex ministro dell'Università - sottoposta da parte dell'Anci al ministro delle Riforme Calderoli in merito al disegno di legge sull'Autonomia è stata non solo necessaria, ma anche doverosa». A Manfredi - tuttavia - non va a genio l'idea di uno scontro tout court nord contro sud che ritiene serva a poco. Del resto lui Napoli l'ha schierata già un paio di settimane fa quando il Consiglio comunale - con l'uscita dall'Aula del centrodestra - ha votato il no All'Autonomia almeno così come è strutturata adesso. E le motivazioni non sono di origine territoriali, anzi. «I sindaci - racconta Manfredi - sono il primo avamposto nel rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini, il che ne testimonia il peso sempre più determinante in un quadro complessivo in cui rivedere eventualmente le competenze delle Autonomie locali. La priorità è lavorare per ridurre i divari tra Nord e Sud: la riforma così com'è stata disegnata li aumenta».
Il cavallo di battaglia di Manfredi è quindi non combattere le autonomie, ma piuttosto dare un peso maggiore al ruolo dei Comuni e delle Città metropolitane. In questo senso ha messo in piedi una rete dentro la quale ci sono finite Bari, ma anche Firenze e Bologna senza considerare gli ottimi rapporti che Manfredi ha con Beppe Sala sindaco di Milano. Su queste tematiche il feeling con il primo cittadino meneghino è buono. In questo senso va letta l'ulteriore riflessione di Manfredi: «Occorre, quindi, un percorso condiviso che non sia un mero passaggio formale, ma che davvero sia finalizzato ad ascoltare e poi recepire le istanze dei sindaci che sono sui fronti caldi ogni giorno e si vedono invece ridurre risorse e poteri. Il rischio è sostituire il centralismo statale con quello regionale, con effetti deleteri per l'equità sociale e gli equilibri nazionali. Da Napoli l'ho detto in tempi non sospetti, ora vogliamo essere coinvolti per individuare priorità e percorsi in una riforma complessiva delle autonomie locali».
Il sindaco della terza città d'Italia ha un progetto politico: atteso che la riforma è sul tavolo e non ha il potere di revocarla, la scommessa è di spostare il baricentro della riforma stessa verso gli enti locali, i Municipi, e l'Anci è la sede che ha scelto per portare avanti il progetto. «Questa - dice l'ex rettore - non è una guerra sud contro nord, ma un confronto tra chi ha la visione di un Paese unito ed equo rispetto a chi invece crede nella divisione e nella difesa degli interessi di parte». Manfredi lavora a un incontro ai massimi livelli con il Governo. «Stiamo ragionando su questo incontro e sto parlando con diversi ministri per portare avanti le istanze e i bisogni della nostra città. Credo che il rapporto istituzionale debba essere basato su principi di lealtà proprio per salvaguardare l'interesse dei cittadini indipendentemente dalle posizioni politiche che possono e devono essere differenziate, ma quando parliamo degli interessi e dei bisogni dei cittadini, la cooperazione istituzionale è fondamentale». Manfredi si porta avanti con il lavoro con un ragionamento anche meramente quantitativo: «Qualsiasi ragionamento di riforma dei poteri decentrati non può prescindere dal ruolo dei Comuni e delle aree metropolitane che sono le istituzioni di prossimità che garantiscono i servizi ai cittadini. Napoli ha un milione di abitanti, la Città metropolitana 3, assieme abbiamo una popolazione molto superiore a tante regioni che avrebbero l'Autonomia».