Rientra a pieno titolo nel piano di rilancio di Bagnoli la Regione guidata dal governatore Vincenzo De Luca che non ha mai detto sì al Praru - il Programma di bonifica ambientale e rigenerazione urbana - tanto da non firmarlo all'atto del varo. Perché «insostenibile da un punto vista finanziario e non solo». Siamo a marzo del 2019, quasi tre anni fa e l'ente di Santa Lucia sancì lo strappo non senza ragioni. Atteso che quello che fu stabilito a Napoli in decine di conferenze di servizio, fu stravolto in sede di parere sulla valutazione di impatto ambientale senza alcuna discussione. Furono modificate - rilevò la Regione - alcune destinazioni d'uso dei suoli, le cubature e le altezze degli alberghi posti non vista mare. E ancora la mancanza di chiarezza su come rendere balneabile il mare e quindi la logistica. Soprattutto per quello che riguarda i trasporti era stata ipotizzata una metropolitana sotterranea dal costo di 400 milioni fondi, che nel Programma Bagnoli, non era chiarito da dove dovessero essere pescati. E - sempre secondo la Regione - non era chiarita nemmeno la sostenibilità e la gestione di un parco da 130 ettari.
Oggi a tre anni di distanza non è più un tabù l'idea di aggiornare il Praru. Nella sostanza si profila una nuova Variante al Prg per l'area ex Italsider che dovrebbe toccare in maniera più o meno sostanziale questi punti. È quanto emerge dal primo atto del sindaco commissario Gaetano Manfredi che ieri a Palazzo San Giacomo ha riunito una mini Cabina di regia con i due sub commissari Filippo De Rossi e Dino Falconio, l'assessore all'Urbanistica del Comune Laura Lieto e quello della Regione Bruno Discepolo. Che da tre anni non partecipava alle conferenze sul futuro di Bagnoli. Manfredi sull'aggiornamento urbanistico di Napoli e dell'area di Bagnoli è sempre stato chiarissimo: «Il Prg si rifà a una città di 30 anni fa e va rivisto». Effetto - dunque - della nomina di Manfredi a commissario il rientro della Regione. Nomina voluta dalla ministra per il Sud Mara Carfagna che ha spostato la governance di Bagnoli sul territorio.
Una prima riunione ristretta della struttura commissariale - non hanno partecipato i dirigenti e i funzionari complessivamente 12 figure, struttura dotata di un budget complessivo di 2,8 milioni con erogazione di mezzo milione l'anno per ciascuna annualità dal 2022 fino al 2025 - dove subito si è arrivati all'ipotesi Variante. Un contesto nel quale anche Città della Scienza potrebbe tornare - almeno nella parte andata a fuoco - in prossimità della linea di costa laddove era collocata originariamente. Al riguardo il presidente Riccardo Villari in tempi non sospetti ha già formulato una proposta di mediazione. I punti salienti della Variante dovrebbero ripercorrere in buona parte il progetto originario venendo incontro anche alle aspettative della Regione. La linea di costa lunga due chilometri va benissimo - questo il ragionamento - ma se il mare non sarà balneabile per l'intera lunghezza a cosa serve? Di qui la necessità di approfondimenti tecnici sulla bonifica delle acque. Quindi la logistica, dove in luogo della metropolitana si profilano bus elettrici da acquistare con i fondi del Pnnr, che viaggerebbero in sede protetta da interconnettere con le due ferrovie già esistenti: la Cumana e la metropolitana delle Fs. E la grandezza del parco una enormità 130 ettari. Gestione impossibile senza attrattori in grado di finanziarla. Non si tocca la colmata che non fa parte del Praru. La sua rimozione è prevista da una legge dello Stato. Ma approfondimenti tecnici su quanto costa la rimozione e su dove smaltire il materiale di risulta sono all'ordine del giorno.