Bagnoli, affondo di Draghi: «Troppi 30 anni di attesa per la bonifica»

Bagnoli, affondo di Draghi: «Troppi 30 anni di attesa per la bonifica»
di Luigi Roano
Giovedì 30 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 1 Ottobre, 07:15
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È il premier Mario Draghi a dare l'annuncio e a confermare le indiscrezioni del giorno prima sul futuro di Bagnoli. «Sulla bonifica dell'area di Bagnoli a Napoli - dice il Presidente - il Consiglio dei ministri ha deciso di attribuire la funzione di commissario al sindaco - quale che egli o ella sia - in modo tale da superare alcune delle criticità circa il governo del processo di bonifica». Poi arriva quella che assomiglia molto a una sferzata: «Quella della bonifica è una storia lunghissima, i napoletani attendono da 30 anni. Speriamo di fare bene almeno migliorando la governance». Draghi boccia la quella attuale - vale a dire Francesco Floro Flores - la cui avventura da commissario alla bonifica finirà appena si insedierà il nuovo sindaco. E fa un j'accuse alla classe dirigente napoletana che negli ultimi trent'anni ha trasformato il risanamento dei suoli e la rigenerazione dell'area ex Italsider nel più grande monumento all'incapacità, allo spreco di risorse pubbliche e all'immobilismo della storia moderna di Napoli. Un monito - quello di Draghi - anche al futuro sindaco che dovrà condurre lui le operazioni. È stata la ministra per il Sud Mara Carfagna a spingere per la rivoluzione della governance: «Il governo - spiega la Carfagna - adotterà per Bagnoli il modello Genova, attribuendo al prossimo sindaco il ruolo di commissario della bonifica e vincolando l'incarico a un cronoprogramma serrato e procedure accelerate, esattamente come previsto per le opere del Pnrr». Servirà - nella sostanza - una forte collaborazione istituzionale con Regione e Governo. E la Carfagna racconta anche perché Draghi è intervenuto sulla vicenda Bagnoli in maniera così decisa: «Il Presidente vuole che gli elettori siano consapevoli che la scelta del prossimo sindaco di Napoli coincide con la scelta della persona incaricata di un compito cruciale: risanare dopo 30 anni di inutile attesa una delle più grandi ferite della città. È un modo per responsabilizzare maggiormente l'amministrazione napoletana e per assegnare al futuro primo cittadino poteri e strumenti per accelerare la bonifica e la riqualificazione di un'area dal potenziale immenso». Per il nuovo sindaco, va detto, non sarà una passeggiata di salute: sono tantissimi i problemi da affrontare e dovrà probabilmente mettere mano anche a correttivi sul progetto Bagnoli - bloccato - approvato in primavera e sulle modalità di svolgimento dei lavori di risanamento dei suoi. I nodi da sciogliere sono molti.

Il paradosso di questa storia è che Floro Flores lascia l'incarico con in cassa quasi mezzo miliardo perché non è riuscito a spenderli.

E questo per l'elevato tasso di litigiosità con il soggetto attuatore Invitalia e la Regione in particolare. Non c'è stata sinergia istituzionale. Di qui il flop maturato con la più bislacca delle sue decisioni: eliminare dal progetto la rimozione della colmata a mare. Cuore del nuovo progetto di rinascita. Togliere la colmata significa ripristinare l'intera linea di costa da Coroglio a Pozzuoli, quasi due chilometri. E dare al sito ex Italsider una nuova identità, cioè una vocazione turistica. Senza trascurare la circostanza che l'eliminazione della colmata è una legge dello Stato firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

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Il tema del risanamento è centrale. Fino a oggi è stato fatto a macchia di leopardo nel tentativo di collocare sui suoli bonificati pezzi del nuovo progetto. Una strategia fallimentare che ha allontanato gli investitori e fatto di Bagnoli la classica cattedrale nel deserto. Le uniche opere, abbandonate, sono la Porta del parco e il parco dello sport.

Il terzo grosso nodo da sciogliere è la ricostruzione di Città della Scienza. A otto anni dal rogo ci sono solo macerie. Il tema è dove ricollocare la struttura. Il progetto esclude l'originaria destinazione sulla linea di costa. È stato individuata un'area vicino alla ex acciaieria. Ma non soddisfa Riccardo Villari, il presidente, che chiede uno spazio già individuato adiacente a quello originario anche se non sulla spiaggia. Richiesta fatta a Floro Flores che non ha dato risposta. Anche in questo caso restano in frigorifero un centinaio di milioni. 

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