Beppe Grillo a Napoli, show al Teatro Diana: «I cinquestelle nati da un incubo. Il mio»

Il papà del M5S di nuovo in tour con «Io sono il peggiore» dopo «Insomnia»

Beppe Grillo al Teatro Diana (Newfotosud - A. Garofalo)
Beppe Grillo al Teatro Diana (Newfotosud - A. Garofalo)
Maria Pirrodi Maria Pirro
Domenica 19 Febbraio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 18:38
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«Forse è vero che io sono il peggiore. Come Pirandello, che ha rivoluzionato il teatro». Sono le 21 e al centro della platea, sotto i riflettori, tra battute caustiche e insulti che scorrono sullo schermo, davanti a un quasi tutto esaurito con un migliaio di posti al teatro Diana, Beppe Grillo usa l'autoironia per dire che non è più lo stesso («Prima riempivo i palazzetti, adesso mi scrivono questi messaggi qua... Maledetto, assassino, mi hanno paragonato a Hitler»). Poi picchia con sarcasmo sul governo Meloni: «Non è centrodestra, è estrema destra. Ultradestra. È un furto di parole: prendono le parole dell'inno di Italia e ne fanno un partito», e attacca anche Sanremo.

Napoli è migliore. «Qui vale la pena di vivere», l'80 per cento delle volte. Quindi, Grillo scherza sulla pizza Marinara. E, in apertura dello show, ricorda il legame con la città. «Vengo sempre con il cuore che mi pulsa a mille. Siete dei comici nati: farvi ridere è un disastro... In hotel dormo nel letto di Maradona, che i piedi restano fuori», ma «ero al terzo piano e mi sono trovato al secondo».

Colpa del bradisismo: «Siete gli unici al mondo ad averlo: il bradisismo di Pozzuoli», tra un po' si va «a piedi a Ischia». 

Lo spettacolo salta da un argomento all'altro, in perfetto stile Grillo che invita il pubblico a prendere carta e matita e a scrivergli un messaggio, una domanda in forma anonima («Qualsiasi porcata, sono a vostra disposizione»), poi infila i bigliettini in un cestino. Attaccata al braccio ha una macchinetta per misurare la pressione: «Se va oltre 130 non posso rispondere e vi mando affanculo». Primo messaggio: «Beppe ma non invecchi mai: hai solo i capelli un po' più bianchi». «È mia zia...», sorride. 

 

Non può fare a meno del palcoscenico, Beppe Grillo. Di nuovo in tour con «Io sono il peggiore», dopo «Insomnia». «Ci siamo persi di vista per 4 anni, ho avuto un esaurimento dietro l'altra stando in casa dei mesi con il Covid». Come allora, il garante dei Cinque Stelle si mostra in crisi di identità, più invecchiato, ma disilluso più che deluso. Dal Movimento? Sì, perché «siamo diventati di moda, sono entrate persone che non si capiva chi fossero: bipolari, gente che vedeva le sirene, le scie chimiche». Però, il Movimento «è nato non da un sogno. Da un incubo. Perché non riuscivo a dormire». E, rivolgendosi a una spettatrice, «mentre lei sognava, io mi misuravo la pressione». Poi, «abbiamo sbagliato perché unovale uno se abbiamo le stesse informazioni ed è corretto». E «quando metti il culo sulla sedia non lo molli facilmente: è la natura umana». Ma «meno male che ci sono i Giuda», il riferimento indiretto è a Luigi di Maio.

Grillo parla di cosa ha fatto, di cosa avrebbe potuto fare, rievoca gli incontri con il premio Nobel Joseph Eugene Stiglitz, e Pepe Mujica, dal 2010 al 2015 presidente dell'Uruguay. E l'ultimo abbraccio con Dario Fo, che è morto ridendo per una sua battuta: «Ho quattro quadri dei tuoi. Se muori si alcano di prezzo?» Un must resta l'ambientalismo: il comico torna indietro nel tempo, quando sosteneva già le vetture a idrogeno e le comunità energetiche. Ora c'è l'intelligenza artificiale, ma «c'è sempre un nano sotto». Di nuovo bordate a Benigni, alla Rai. Poi a Gianluca Vacchi e i tatuaggi (che non ha). Applausi sul salario minimo e il reddito, «da cittadinanza a universale». 

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Gli stellati sono venuti a rendergli omaggio in sala, ma non solo: c'è Alessandra Clemente, in seconda fila c'è il capogruppo regionale del M5s Michele Cammarano che guida una pattuglia di parlamentari ed ex. Non manca l'ex presidente della Camera, Roberto Fico, che con la compagna rivede lo show dopo la prima a Orvieto.

Oltre l'economia, la politica, la scienza. Corona di spinottì in testa, Grillo ora trasforma l'acqua in chinotto («Non in vino, quello sono capaci tutti») e punta sulla religione: promuove la sua Chiesa dell'Altrove. «Dio non c'è più, questo è il problema»: è caduta una d, «ci sono io...» Ma insieme «siamo una forza per conquistare l'8x1000!» 

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