Grillo a Napoli, le rivelazioni dopo lo spettacolo: «Sono triste perché un po' più pessimista»

Il comico e garante del M5s incontra gli attivisti radunati davanti al teatro Diana. «Ormai la politica è neuropsichiatria...»

Beppe Grillo al teatro Diana di Napoli
Beppe Grillo al teatro Diana di Napoli
Maria Pirrodi Maria Pirro
Domenica 19 Febbraio 2023, 17:49 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 07:28
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Lo show comincia, quando cala il sipario. Fuori al teatro Diana Beppe Grillo risponde alle domande, questa volta degli attivisti: gli ex ragazzi della prima ora, che conosce da 25 anni, gli ex manifestanti anti-discariche a Giugliano e anti-inceneritore ad Acerra, le new entry e anche un amministratore di condominio che lo ringrazia per il superbonus introdotto in Italia, necessario per le ristrutturazioni e la sicurezza degli edifici, anche se appena cancellato. «Ormai la politica è neuropsichiatria», esplode il comico prestato alla politica, che si dice «triste».

«Non so se ve ne siete accorti, stasera sono un po' triste perché sono un po' più pessimista», confida, contraendo i muscoli dei viso in una smorfia. Aggiunge: «Faccio sempre così: resto a parlare, quando non soddisfatto dello spettacolo».  E il suo supplemento della seduta (senza lettino), il più vero, dura oltre mezz'ora: dopo la tappa del tour Io sono il peggiore e prima della cena di rito. 

«Siamo tutti in psicoanalisi», gli urlano i ragazzi. «Ma perché non hai scelto Roberto Fico come premier? Avremmo voluto vedere lui...». «È lui la vera anima del Movimento», riconosce Grillo, mentre l'ex presidente della Camera resta in disparte. Ce n'è anche per Luigi di Maio, il "Giuda", lo ha definito indirettamente sul palcoscenico. «A me dispiace», scuote la testa il fondatore del M5s, che l'ha visto crescere, anche se non sente più da tempo. «È rimasto ammaliato...» 

Il nuovo leader Giuseppe Conte è «quello che ci vuole adesso: si presenta bene, non urla», rimarca. Certo, non fa parte della storia dei grilli che qui ricordano le azioni organizzate assieme a padre Alex Zanotelli con i sacchetti di spazzatura stretti tra le mani.

E poi, servono idee. «Quelle le ho avute sempre io», dice Beppe, vantandosi dell'auto «a idrogeno posseduta già 20 anni fa, ma oggi faccio cronaca...». A 75 anni, più vecchio, non si considera un visionario. «Resti sempre avanti», controbattono i suoi e, tra un discorso e l'altro, scattano selfie. «Però, ci vuole una scuola», avvertono, riflettendo sugli errori commessi dagli stessi esponenti del Movimento. 

«Alla democrazia diretta ci credo ancora, solo che ci vuole una selezione alla base: lo so che è una brutta parola, ma occorre almeno uno stesso livello di conoscenza», dice Grillo, che ha già rinnegato il modello dell'uno vale uno a teatro. «Senza un filtro è entrato di tutto: bipolari, gente che vedeva le sirene, le scie chimiche. Un disperato è venuto sotto casa mia con un cartello e la scritta "Merda"». E, prima del nuovo statuto, è stato anche impossibile escluderli. «Hanno vinto tutte le cause, 150. Dieci anni di Cassazione, e sono ancora in corso processi con persone di Napoli e della Sicilia. Lo rifarei, però sono andato in pasto a migliaia di avvocati come responsabile...», chiarisce alla platea ricomposta sul marciapiede che lo ascolta e lo interroga con maggiore vivacità rispetto alla sala. 

 

Gli fanno notare che, durante lo show, non ha parlato né di allevamenti intensivi né di guerra. Sull'alimentazione Grillo avrebbe molto da dire, sul conflitto se la cava con l'ironia. Senza esprimere una opinione precisa. «Cosa ne penso di Volodymyr Zelens'kyj, il presidente dell'Ucraina? Vorrei vederlo una volta in giacca», anziché in tuta mimetica. E, a proposito del reddito di cittadinanza, «dato anche ai parenti di detenuti»: «È pazzesco, ma perché il ministero di Giustizia non può incrociare i dati con l'Inps di quelli che erano in  galera». Una misura comunque necessaria. Per questo, Grillo propone di fare incursioni, con «brigate di lavoro», e loda i giovani che dopo la pandemia non accettano più lavori sottopagati.

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Eccolo, lo show delle rivelazioni promesso sulle locandine. Il garante dei Cinque Stelle chiarisce alcuni dettagli sulla caduta del governo Draghi e ammette di non essere ancora stato alla Camera e al Senato. Non conosce tutti i volti nuovi del Parlamento, anche se gli stellati campani sono venuti a rendergli omaggio, in gran numero. C'è il capogruppo regionale del M5s Michele Cammarano  e gli ex parlamentari Virginia Villani e Felicia Gaudiano. I senatori Luigi Nave, Orfeo Mazzella, Vincenza Aloisio, Ada Lopreiato, i deputati Antonio Caso, Dario Carotenuto. Alessandro Caramiello con l’ex Luigi Gallo. E, in largo anticipo sull'orario dello show a teatro, a distribuire i biglietti ci ha pensato, per tutti, un ingegnere elettronico: Stefano Ricciardello, consigliere comunale a Giugliano, impegnato pure a creare in tutta la Campania gruppi territoriali per Conte, il «mago di Oz», così ribattezzato da Grillo durante il debutto sul palcoscenico a Orvieto. Presente con Fico in sala, che assieme al compagna Yvonne De Rosa ha rivisto lo show al Diana (in quinta fila). Maglioncino di lana, garbatissimo, come nel suo stile, l'ex presidente della Camera è pronto a sottolineare «il legame fortissimo tra Grillo e Napoli»: «Ci è stato sempre vicino in tutte le battaglie, dall’acqua pubblica alle lotte sui rifiuti». Manifestazioni rievocate fino a tarda sera in via Luca Giordano. Ma quanto fa male l’operazione-nostalgia.  

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