Napoli, l'assessore Baretta: «Buche, tanti risarcimenti: vanno asfaltate le strade»

Napoli, l'assessore Baretta: «Buche, tanti risarcimenti: vanno asfaltate le strade»
di Luigi Roano
Venerdì 18 Marzo 2022, 08:14
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Pier Paolo Baretta - assessore al Bilancio del Comune - il Municipio ha un contenzioso mostruoso, circa 70mila i casi aperti. Le malelingue dentro e fuori Palazzo San Giacomo sostengono che questa pratica serve per gonfiare i bilanci. Del resto fino a quando non si esprime il giudice è moneta sonante almeno sulla carta. Che idea si è fatto al riguardo?
«I giudizi pendenti iscritti risultano essere appunto circa 70mila. Quelli effettivamente aperti, cioè che ci sono possibilità di vincere, sono attorno ai 35mila. E stiamo verificando il contenzioso che riguarda il Codice della strada, circa il 60% del totale, nonché quelli tributari di primo e secondo grado. Noi abbiamo scelto una politica di trasparenza e di numeri reali. Abbiamo pulito il bilancio anche delle somme relative alla dismissione del patrimonio. Detto questo, quando il contenzioso è così elevato, indica che c'è un malessere tra cittadino e Comune e uno dei nostri compiti è quello di costruire il clima giusto, io leggo i dati in questo ottica».

Prima di approfondire questo aspetto torniamo sui numeri, che fotografia fa del contenzioso?
«I nuovi contenziosi aperti nel 2021 ammontano a 5230, sempre esclusi tributari e Codice della strada. La stima del valore economico del contenzioso è vicina al miliardo. Un numero certo però lo possiamo dare: l'anno scorso abbiamo fatto una previsione per la costituzione del Fondo rischi passività potenziali di circa 400 milioni, vale a dire che abbiamo creato un fondo vincolato per questa cifra per far fronte ad eventuali soccombenze.

Il valore delle domande formulate nei nostri confronti è ovviamente - come dicevamo - di gran lunga superiore a questa cifra».

Torniamo al rapporto Comune napoletani...
«Una così altra cifra di contenzioso è una patologia seria però fa parte del pregresso, così come il debito da 5 miliardi di cui 2 per mancata riscossione. Il rapporto con i napoletani si migliora tirando fuori i numeri veri ed è quello che stiamo facendo. I dati vanno analizzati bene perché vengono fuori cose interessanti».

Sia più esplicito.
«Significa che per il contenzioso relativo alle multe il Comune è sempre soccombente così come lo è per le cause riguardo il dissesto stradale, sono decine e decine di milioni all'anno. Mentre per il contenzioso tributario il Comune vince sempre. Vuol dire che per pagare ci vuole la collaborazione della gente. Nel tributario ci sono molte vie da percorrere per pagare. Su quello stradale tocca a noi fare la manutenzione ed evitare che i cittadini ci facciano causa. Bisogna - nella sostanza - lavorare di più sul fronte della prevenzione per arrivare alle conciliazioni».

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Ma di sportello conciliazioni a Napoli si parla da una vita e non è che si siano ottenuti chissà quali risultati.
«Oggi abbiamo la possibilità anche grazie ai fondi del Pnrr di assumere persone dedicate a questa mission in deroga alle regole vigenti. Che si dovranno occupare di contenzioso. Contemporaneamente dobbiamo costruire il clima giusto in città perché ciascuno faccia la propria parte».

A proposito, ma questa firma sul salva Napoli che non arriva sta provocando molta preoccupazione in Comune fino al punto che il primo bilancio targato da lei e dal sindaco Gaetano Manfredi possa essere a rischio. Senza firma a Napoli non arrivano i primi 100 milioni.
«La guerra in Ucraina ha alterato le agende di tutti, figuriamoci quella del premier Mario Draghi ecco perché nessuno di noi ha voluto insistere più del lecito con Palazzo Chigi. La nostra parte istruttoria è conclusa da una decina di giorni, sono propenso a pensare che la convocazione non sia così lontana. Riguardo al bilancio, lo dobbiamo approvare a maggio, quindi il tempo per firmare c'è ancora. E per la tranquillità di tutti ricordo che la legge c'è, quello che manca è il riparto dei fondi e Napoli dovrebbe avere una cifra tra il miliardo e 200 e il miliardo e 300 milioni, quello è il range dentro il quale si collocherà il Comune».

Come sarà il nuovo bilancio? Ancora lacrime e sangue?
«Il problema è quello di stabilire le priorità perché non è pensabile che improvvisamente in un Comune così in difficoltà si possa avere un bilancio dove spendere senza pensieri. Per esempio su scuole, manutenzione stradale e il sociale in una città che ha tanto disagio, si potrebbe fare un passo in avanti rispetto alle ristrettezze del passato. La legge dello Stato ci ha dato un po' di respiro, poi ci sono anche gli investimenti a medio e lungo termine e possiamo utilizzare il Pnrr. Anche qui serve che la città ci sia vicina».

E come si fa?
Bisogna attrarre investitori locali, nazionali e internazionali. Anche qui posso fare qualche esempio. Noi abbiamo straordinarie risorse patrimoniali, penso all'asse che collega la Mostra d'Oltremare con le Terme di Agnano e l'area ovest, abbiamo l'Albergo dei Poveri e ancora il Centro storico Unesco. Se si presentano imprenditori con il loro piano industriale queste aree offrono grandi opportunità».
 

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