Case occupate a Napoli, Manfredi in campo: «Via la camorra»

Case occupate a Napoli, Manfredi in campo: «Via la camorra»
di Giuseppe Crimaldi e Leandro Del Gaudio
Mercoledì 24 Novembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 19:55
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Le case rubate ai legittimi assegnatari, le violenza che arrivano alla spoliazione del bene più prezioso e che sfonda persino il limite degli affetti, dei ricordi gettati al macero. A Napoli come nel resto d'Italia, con l'aggravante, qui da noi, della regìa nemmeno poi tanto occulta della camorra. Ladri di sogni e di vita, quelli che occupano abusivamente le case di proprietà pubblica. Ieri il sindaco Gaetano Manfredi ha voluto far sentire la sua voce sul punto: Palazzo San Giacomo intende muoversi, dopo decenni di immobilismo e ingiustificabili silenzi, istituendo subito un gruppo di esperti incaricati di fronteggiare il fenomeno.

«Parlerò con il prefetto. Serve una task force, il fenomeno delle occupazioni di case è inaccettabile». Parole pronunciate ieri da Manfredi a margine dell'inaugurazione della mostra Futuro Remoto. «Credo - ha detto il primo cittadino facendo riferimento ai casi di occupazione abusiva riportati negli ultimi giorni dal nostro giornale - che occorra una task force ad hoc per affrontare questo problema e per fare sì che il fenomeno delle occupazioni abusive venga debellato.

Soprattutto se dietro queste occupazioni abusive ci sono iniziative sostenute dalla criminalità organizzata». 

Manfredi ha centrato i due punti della questione: quella dei diritti negati a chi, rispettoso delle leggi e dei regolamenti, ha atteso anche molto tempo che la propria domanda venisse accolta dagli organi preposti; e quella di una camorra che, anche attraverso questi comportamenti delittuosi, alimenta il proprio welfare criminale facendo adepti e reclutando nuove leve.

Sull'argomento interviene anche Catello Maresca, leader di opposizione in consiglio comunale: «Siamo partiti dal concetto che Napoli ha bisogno di regole. Quelle cioè della gestione delle case popolari, dell'affidamento, dell'assegnazione, ma anche della tutela del patrimonio, perché spesso purtroppo queste case vengono pressoché abbandonate. Anche in questo caso abbiamo le idee chiare e le porteremo in Consiglio offrendole alla maggioranza come ulteriore contributo». Ieri, intanto, è giunta una importante precisazione da parte dell'Agenzia campana per l'edilizia residenziale, che attraverso il suo presidente David Lebro ha spiegato come, per il caso dei 5 appartamenti occupati abusivamente in un parco del viale Colli Aminei il rione in oggetto, già di proprietà dello Stato, è stato trasferito in proprietà al Comune di Napoli, che ne ha assunto anche la gestione.

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Ma questo fenomeno delle case occupate abusivamente non investe solo un profilo amministrativo. In queste ore potrebbe muoversi la Procura di Napoli, anche sulla scorta della denuncia che è stata formalizzata da parte di una parente della prof novantenne. Stesso scenario ai Colli Aminei, dove almeno quindici famiglie si sarebbero impossessate di abitazioni che appartenevano ad assegnatari. Ma andiamo con ordine, a partire dalla storia della docente novantenne. Inchiesta condotta su un personaggio che di recente è finito in manette per fatti di droga. Si tratta di un soggetto che da anni viene indicato come reggente del clan Elia e che, negli ultimi tempi, ha iniziato a gestire pezzi di patrimonio comunale. In che modo? È lui a stabilire chi debba entrare all'interno di una abitazione, puntando a beni su cui c'è sempre stato un regime di controlli annacquato. Parliamo delle case che un tempo appartenevano alla Intendenza di finanza e che dal 2002 sono passate al Comune. Da allora sono state occupate da diversi nuclei familiari. Zero controlli, impossibile operare sgomberi, rilievi e accertamenti soft che hanno sistematicamente mortificato le aspettative dei legittimi assegnatari. Non esistono solo azioni criminali messe in campo dalla camorra. C'è anche dell'altro, a giudicare dalla matassa di successioni e maneggi che hanno riguardato la storia di tanti appartamenti pubblici. C'è anche chi ha ereditato la casa paterna o di un familiare, senza averne il diritto. Uno scenario sul quale è logico pensare che si punti a fare chiarezza nel corso del prossimo comitato per l'ordine e per la sicurezza pubblico che è stato convocato dal prefetto di Napoli Claudio Palomba. Venerdì a Palazzo di Governo, dunque, tavolo allargato a «tutti gli attori istituzionali», come ha detto lo stesso prefetto Palomba nell'intervista al nostro giornale. Facile immaginare che sia l'inizio di una task force che punti a restituire dignità a chi finora ha subìto l'arroganza della camorra e le omissioni amministrative. 

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