Catello Maresca candidato sindaco del centrodestra a Napoli: «Sì ai partiti e tante civiche, ecco il mio patto con la città»

Catello Maresca candidato sindaco del centrodestra a Napoli: «Sì ai partiti e tante civiche, ecco il mio patto con la città»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 7 Luglio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 15:08
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Dunque, Catello Maresca, alle urne l'elettore cosa troverà sulla scheda?
«Troverà un logo che sintetizza il progetto per Napoli. Una cornice comune, nella quale ci sarà il mio nome, (che è il nome di un magistrato che ha lavorato duro dalla parte della legalità), poi il riferimento ai partiti di centrodestra che hanno deciso di sostenere il mio progetto, ma anche ovviamente alle liste civiche che puntano sul mio programma».

Dopo oltre un mese di ascolto, qualche dissidio e momento di frizione, cosa ha creato le condizioni per questa sintesi?
«Il confronto sui programmi, sulle liste e sui profili delle donne e degli uomini che comporranno la mia squadra di governo».

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Eccolo il magistrato Catello Maresca, dopo l'adesione dei partiti di centrodestra, che hanno deciso di sostenere in modo compatto la sua candidatura.

Al Mattino ricostruisce la convergenza tra i partiti di centrodestra a il suo progetto civico.

Ha sentito Silvio Berlusconi, cosa vi siete detti?
«Sì, Berlusconi ieri mi ha chiamato e abbiamo ragionato sul progetto in campo per Napoli. Ha espresso grande entusiasmo e interesse per la rinascita della nostra città. Ovviamente si è augurato che vincessi, dopo oltre trent'anni di gestione del potere da parte del centrosinistra che ha prodotto i risultati che abbiamo sotto i nostri occhi».

Può spiegarci, al di là del logo o del corredo grafico sulla scheda elettorale, in cosa consiste questa sintesi che lei chiama Progetto per Napoli? Insomma, come si uniscono le forze di centrodestra con il suo cammino?
«La sintesi è legata alla condivisione di alcuni punti specifici del mio programma, sulle modalità operative di intervento, sui nomi da mettere in lista, sui profili della squadra di governo e sui modi di affrontare le emergenze, a partire dalla crisi finanziaria, fino al desiderio di normalità che attraversa tutte le componenti sociali della nostra metropoli».

In modo più diretto?
«Le liste devono essere caratterizzate da novità e illibatezza dei nomi, oltre che da passione, competenza e affidabilità dei protagonisti in campo. Stesso discorso per la squadra di governo».

Sgarbi in questi giorni ha lanciato il ticket con Rastrelli vicesindaco, lei è d'accordo?
«Prematuro ogni riferimento ai nomi. Oggi abbiamo discusso dei profili. Ci siamo ritrovati su un modello di candidato chiaro. Chi sta dalla nostra parte deve avere questi requisiti: deve essersi formato sul nostro territorio, grazie allo studio, al lavoro e alla passione. Deve poter dare un contributo al progetto di governo, non deve essere calato dall'alto, secondo schemi da vecchia politica. Saranno scelte le persone migliori, qualificate professionalmente. Lo ripeto: si parte dalla sintesi tra la vocazione civica del mio progetto, che ora incassa la convinta adesione politica dei partiti».

Non crede si tratti di una fusione a freddo o di convenienza? Parlare di civismo ma anche di vocazione politica non è una forzatura?
«Per me è vero il contrario. È una sintesi che per la prima volta capovolge i termini: non sono i partiti, da Roma, a indicare un nome, ma è il progetto nato sul territorio, grazie alla mia impostazione civica, ad intercettare il consenso dei politici. È il territorio che attrae condivisione su alcuni punti programmatici, che diventano terreno di confronto per creare una nuova classe dirigente, alternativa e di rottura rispetto alla gestione del potere a cui abbiamo assistito negli ultimi trent'anni. Il nostro modello è l'esatto contrario rispetto a quanto abbiamo assistito dall'altra parte, dove i partiti hanno indicato il nome dell'ex ministro, catapultato nell'agone elettorale cittadino».

Ieri a Napoli, il ministro Franceschini ha incontrato il candidato di centrosinistra Gaetano Manfredi, dica la verità, la spaventa questa dimostrazione di forza sul territorio?
«Ovviamente non mi spaventa affatto. A quante parate abbiamo assistito in questi anni? Quanti ministri sono venuti in città a prospettare soluzioni mai riscontrate nei fatti?».

A questo punto possiamo chiarire quali forze la sostengono, tra civiche e partiti politici?
«Abbiamo il tavolo unico del centrodestra, compresi Udc e il partito di Sgarbi e Coraggio Italia; poi il Partito liberale europeo e le civiche Essere Napoli, Rinascimento partenopeo, Orgoglio napoletano, Cambiamo, Sarà Napoli, ma anche altre sigle a carattere ambientalista e animalista su cui stiamo ragionando. Un progetto aperto a chiunque sappia sentirsi protagonista di una svolta che chiuda trent'anni di gestione del potere». 

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