Cisl, chiesta reinternalizzazione servizi nel pubblico impiego

Cisl, chiesta reinternalizzazione servizi nel pubblico impiego
Venerdì 20 Maggio 2022, 21:36
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La funzione pubblica della Cisl apre una stagione di mobilitazione per la reinternalizzazione dei servizi nel pubblico impiego. «Il bando per affidare all’esterno la gestione degli asili nido a Napoli – dicono i leader della categoria regionale e metropolitana Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio – è l’ennesimo esempio negativo di un modello che si è rivelato fallimentare perché è venuta meno la motivazione dei costi contenuti, che al contrario sono lievitati in maniera inaccettabile».

I due segretari generali ricordano che «le società partecipate, che abbondano alla Regione Campania e nei grandi comuni, a partire da quello di Napoli, sono carrozzoni clientelari che servono solo a chi comanda per dare posti, ed oggi rappresentano una vera e propria zavorra che ha portato i bilanci allo sballo», mentre «gli enti locali minori ormai hanno solo anagrafe, ufficio tecnico e polizia locale, e non gestiscono più niente. Sembrano sportelli, anziché istituzioni». Per non parlare della sanità. «Una nostra elaborazione – sottolineano Medici e D’Emilio – ci conferma che se assumessimo il personale impegnato con appalti esterni nelle pulizie degli ospedali risparmieremmo 400 milioni di euro, cifra che unita agli 800 milioni di fatturato dei privati nella macroarea della riabilitazione, alle somme spese per la specialistica ambulatoriale svolta per l’85% dai privati, all’esternalizzazione dei servizi amministrativi come ha fatto di recente l’Asl Napoli3 e a tutti quelli no core, come mense, gestione informatica e consulenze, e ad altre centinaia di milioni recuperabili con il reintegro all’interno del Terzo Settore di tutto il comparto socio-sanitario, porta ad una spesa pubblica di molte centinaia di milioni di euro in meno».

Per raggiungere questo obiettivo, tra l’altro previsto anche dalla legge di bilancio, c’è una sola strada da percorrere. «Procedere a massicce assunzioni nel pubblico impiego – segnalano Medici e D’Emilio – per coprire i circa 80 mila vuoti di organico esistenti nei vari comparti, a cominciare dalla sanità che soffre tuttora delle conseguenze del lungo commissariamento

Si otterrebbero due risultati, la riduzione della disoccupazione in una regione e in una città che vantano questo triste primato dando risposta alle aspettative delle nuove generazioni professionalizzate e specializzate e svecchiando le piante organiche esistenti visto i 58 anni dell’età media, ed al tempo stesso un risparmio notevolissimo che potrebbe essere investito per ridurre le tasse ai cittadini e per creare strutture ed infrastrutture di sviluppo soprattutto in aree come la nostra da tempo in attesa di una crescita che non arriva mai.

E’ una battaglia campale, che porteremo avanti con tutte le nostre forze, perché è giusta e necessaria».

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