Il prefetto di Napoli a Piscinola: «Vogliamo istituzioni più vicine ai cittadini»

Il prefetto di Napoli a Piscinola: «Vogliamo istituzioni più vicine ai cittadini»
di Luigi Roano
Giovedì 28 Aprile 2022, 11:00 - Ultimo agg. 18:56
4 Minuti di Lettura

La scelta è stata ponderata per il battesimo del primo tavolo di «Osservazione sulla sicurezza urbana»: l'Ottava Municipalità, il quadrilatero dell'area nord che contiene 4 quartieri ad alto tasso criminale: Piscinola, Marianella, Chiaiano e soprattutto Scampìa. Lì i clan sono dominanti e ieri c'è stato l'insediamento del Tavolo composto tra gli altri dal prefetto Claudio Palomba, dal sindaco Gaetano Manfredi, dal presidente della Municipalità Nicola Nardella e da tutte le forze dell'ordine. È la sede della Municipalità in piazza Tafuri la location dove si sono presentati i rappresentanti delle associazioni, i parroci, i dirigenti scolastici i commercianti. Testimoni di come in quelle aree ci sono i clan, ma anche e soprattutto una società civile viva e vegeta che li rifiuta ed enuncia. Con loro le Istituzioni hanno stretto un patto: varare l'agenda delle priorità e la prima è riavvicinare le Istituzioni ai cittadini. «Ho individuato in Scampìa - racconta il prefetto Palomba - dove iniziare questo discorso di avvicinamento del tema della sicurezza alle comunità. Siamo qui per confrontarci e capire le criticità e le forme di intervento, la situazione non va affrontata solo sotto il profilo dell'ordine pubblico». Il prefetto inquadra così il territorio: «Sicuramente - dice Palomba - c'è una presenza criminale importante però il lavoro che facciamo tende a fare uscire quello che c'è di buono sul territorio e nella comunità e devo dire che è tanto. Lo scopo dei Tavoli di osservazione è di avvicinare la gente e di stimolare la fiducia nelle Istituzioni. Siamo qui per verificare quali sono le esigenze e che tipi di interventi fare».

 

Il sindaco è sulla stessa lunghezza d'onda: «I tavoli di osservazione sono uno strumento importante, vengono fatti nelle Municipalità per stare più vicini alle sensibilità dei cittadini e di chi opera sul territorio, dai dirigenti scolastici alle parrocchie, alle associazioni, questo ci consente di fare una valutazione condivisa sulle priorità da mettere in campo». Su cosa può fare Palazzo San Giacomo l'ex rettore è chiaro: «Il Comune farà la sua parte così come le forze dell'ordine, noi interverremo con la cultura, con il Piano per le periferie finanziato dal Mic che prevede interventi nelle aree periferiche. Faremo la nostra parte per dare risposte ai bisogni che emergeranno da questi incontri che abbiamo voluto per ascoltare bene i bisogni delle diverse realtà della città e per dare loro risposte concrete, con i cittadini costruiamo l'agenda delle priorità». E a proposito di fatti concreti Manfredi annuncia - con qualche riserva - la prossima apertura della facoltà di scienze della nutrizione a Scampìa della Federico II. L'obiettivo è finire i lavori prima dell'estate. «Siamo in chiusura - racconta il sindaco - stiamo stringendo i tempi con l'impresa, ormai manca pochissimo per poi poter consegnare l'immobile all'Università che ha già organizzato i primi corsi. Stiamo facendo un monitoraggio mensile per verificare che l'avanzamento dei lavori sia corrispondente al cronoprogramma che ci siamo dati». Parola a Nardella: «Qui all'Ottava municipalità le forze dell'ordine hanno dato grossi colpi alla criminalità, nessuno nasconde la presenza dei clan ma c'è tanta voglia di rilancio e speranza. A iniziare dai commercianti che hanno denunciato il racket e sono rimasti sul territorio investendo». È la storia questa di Raffaele Vitale: «Laureato ad Agrari in scienze e tecnologie alimentari ho denunciato e aperto una pizzeria che sta per diventare un presidio slow food». Chiusura per Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, assassinato a Roma nel giorno della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina: «Non smetterò mai di essere testimone di legalità.

Soprattutto nelle scuole e tra i giovani. Quando hanno ucciso mio figlio mi è caduto il mondo addosso, ma poi ho capito che quello che dovevo fare era combattere per la legalità». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA