Comunali a Napoli, Caldoro avverte Maresca: «Ora faccia chiarezza ma il centrodestra resti unito»

Comunali a Napoli, Caldoro avverte Maresca: «Ora faccia chiarezza ma il centrodestra resti unito»
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 23 Giugno 2021, 15:00 - Ultimo agg. 19:03
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«Non drammatizziamo». È l'invito che fa Stefano Caldoro sull'ormai intricatissima vicenda dei rapporti tra Catello Maresca e il fronte dei partiti di centrodestra. Prova a gettare acqua sul fuoco l'ex governatore e capo dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, ma ammette che la situazione è così delicata che solo lo stesso Maresca può risolverla.

Caldoro, come si esce da questo cul de sac? Maresca non vuole presentarsi con al fianco i simboli di partito, i partiti non vogliono rinunciarvi. Ormai lo scontro è deflagrato.
«Molti dei problemi che stanno nascendo li può risolvere solo Maresca che ora è chiamato a dire parole chiare.

Può apparire ipocrita dire di non volere simboli, ma poi volere l'appoggio dei partiti. Noi non abbiamo avuto nulla da ridire sull'impostazione civica impressa dal pm, anzi l'abbiamo condivisa. Ma se non c'è il rispetto dei ruoli diventa difficile proseguire».

In che senso?
«Noi abbiamo riconosciuto dignità al suo progetto civico, ma Maresca deve riconoscere la stessa dignità alla politica. Ad un magistrato non sfuggirà il ruolo cruciale - soprattutto costituzionale - rivestito dai partiti. Se non si ristabilisce un rapporto di parità tra le parti nessun accordo può funzionare, deve esserci un sentimento condiviso e uguale rispetto».

Al suo comizio Maresca ha invece utilizzato termini aspri verso i partiti e, da Forza Italia, subito sono arrivate le risposte piccate di Fulvio Martusciello. Come se ne esce?
«Quella di Martusciello è stata una risposta a caldo per il legittimo disagio che c'è nei partiti. Non solo in Fi, anche La Russa di Fdi, proprio al Mattino, ha stigmatizzato quelle parole. Le ultime dichiarazioni di Maresca sembrano dare una dimensione fastidiosa dei partiti, ma vorrei dare un consiglio non richiesto a Maresca: senza partiti si perde, non può vincere. Non sprechi questa occasione».

Intravede il rischio che Forza Italia possa nuovamente spaccarsi? Da un lato il gruppo che fa riferimento a Mara Carfagna condivide l'impostazione civica di Maresca, dall'altro ci sono le risposte piccate di Antonio Tajani e Martusciello. Siamo alla vigilia di una nuova faida interna?
«Non penso ci siano distinguo tra Carfagna e Tajani. Qui poi il problema non è tanto Forza Italia, ma l'unità del centrodestra. Mentre siamo uniti ovunque non è possibile spaccare il fronte proprio a Napoli. Sarebbe un'assurdità alla vigilia del progetto del partito unico voluto da Berlusconi».

Ne è sicuro? Non si arriverà alla resa dei conti?
«Il progetto è unire, non dividere. Sarebbe miope spaccarsi ora».

Della candidatura di Maresca se ne parla da tempo. Ma è mai possibile arrivare dopo così tante settimane a questo stallo? Ma cosa vi siete detti in tutto questo tempo nelle interlocuzioni con il pm? È mai possibile che si arrivi ora a questo redde rationem?
«Quando ho parlato con Maresca non mi è sembrato che ci fosse una posizione diversa dal rispetto e dalla pari dignità, ma il tempo per chiarire c'è e ci dovrà essere. A Maresca lo interrogherei sui temi comuni, ad esempio il progetto di portare il policlinico universitario a Scampia, di cui mi sono già occupato quando ero governatore ottenendo l'avallo pure dell'allora prorettore Manfredi per quel progetto. Si possono fare pure i comizi nelle periferie, ma poi dobbiamo parlare di temi seri».

Intanto Fratelli d'Italia ha già rimesso in pista il nome di Rastrelli come proprio candidato. Lei non vorrà drammatizzare, ma se ci sono queste mosse vuol dire che il piano B è già scattato, non trova?
«Di certo non ci mancheranno i candidati se non ci sarà l'accordo con Maresca, ma è un passo ancora troppo grande da compiere e parlarne ora. Partiamo dal presupposto che noi ora vogliamo fare questo chiarimento con il pm e solo dopo se ne trarranno le conclusioni».

Si parla anche di partito unico, lei è favorevole? Ed eventualmente Napoli potrebbe essere un primo laboratorio con una lista comune Lega-Fi?
«Solo pochi giorni fa sui miei canali social ho diffuso un mio intervento del 2018 in cui c'era forte scontro tra i nostri due partiti e io proposi la creazione di un partito unico sul modello americano. Per dirla con una battuta forse sono stato sin troppo anticipatore dei tempi. Allora mi giunsero tante critiche, ma credo che la classe dirigente debba avere coraggio nel prendere questa strada. Anche a Napoli si può fare, ma occorrono i tempi e non so se ci saranno, ma l'orientamento deve essere quello».

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