«Questa cosa mi ha sorpreso, quando incontrerò in privato i miei interlocutori ne chiederò le ragioni e credo che loro mi daranno una spiegazione convincente». A parlare è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, intervenuto ieri mattina dal palco di Casa Corriere a Palazzo Reale. Il casus belli riguarda la scelta del sindaco Manfredi e del governatore De Luca di non prevedere l'assessore alla Cultura al Comune e alla Regione. Una stoccata quella di Sangiuliano alla quale replica poco dopo il primo cittadino: «È stata una scelta meditata per garantire trasversalità».
Il botta e risposta tra il nuovo ministro della Cultura e l'ex rettore si consuma nel giro di poco: «Non ho parlato con gli interlocutori» spiega Sangiuliano, che però ci tiene a precisare che con entrambi i rapporti sono buoni.
La parola passa poi all'ex ministro: «È stata una scelta molto meditata ed ho ritenuto che settorializzare la delega sarebbe stato limitativo e che mantenerla nelle mani del sindaco possa garantire maggiore valorizzazione e trasversalità. Inoltre credo anche di avere qualche titolo per poter gestire la delega». Manfredi sgombra il campo da possibili fratture con il nuovo ministro: «C'è un rapporto molto cordiale e fattivo con Sangiuliano e ci vedremo a breve proprio per ragionare su cose operative che noi dobbiamo fare». Sangiuliano torna poi sui temi: autonomia e Sud. «Dare maggiore autonomia alle Regioni in un quadro di coesione nazionale non deve spaventare. La Spagna post franchista puntò sulle comunidad». E sul Mezzogiorno aggiunge: «Dobbiamo lavorare per rendere di nuovo attrattivo il Sud. Napoli è una città in cui gli stranieri dovrebbero venire a vivere e questo si può ottenere combattendo ogni tipo di violenza ma anche con uno scatto infrastrutturale».
Nel pomeriggio è stata la volta della senatrice a vita Liliana Segre, la quale ha dato un giudizio sul nuovo esecutivo Meloni: «Il mio buon senso di vecchia nonna mi spinge ad aspettare prima di giudicare e non avere pregiudizi, che sarebbero lì proprio attaccati a me che mi pungono, ma che mi rifiuto di ascoltare» Sul reintegro dei medici no vax? «Sarei stata molto più severa». Nel corso dei vari dibattiti si è discusso anche di Pnrr. Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo chiarisce: «È difficile immaginare che la magistratura possa limitarsi a guardare. Bisogna considerare l'effetto sul piano della credibilità dell'Italia se si diffondesse in Europa l'idea che parte dei soldi destinati all'Italia finissero nelle mani del crimine organizzato».