Comune di Napoli ancora senza fondi, i fedelissimi di Manfredi assunti nell'ex Provincia

Comune di Napoli ancora senza fondi, i fedelissimi di Manfredi assunti nell'ex Provincia
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 5 Gennaio 2022, 09:00 - Ultimo agg. 6 Gennaio, 09:06
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L'unica via d'uscita è spostare i dirigenti sulla nuova pianta organica della Città Metropolitana. Che viene ampliata «eliminando il limite numerico alle unità di personale». Così i vertici di palazzo San Giacomo contano di uscire dal cul de sac in cui sono dal giorno delle elezioni: niente contratti, perché è un ente in pre-dissesto, per almeno una ventina di persone nevralgiche per il funzionamento di tutta la macchina. Dal capo di gabinetto passando per chi siede nell'ufficio di staff del primo cittadino e dirigenti assolutamente necessari. Tutti senza contratto e stipendio sino ad oggi ad esclusione del direttore generale (Pasquale Granata proveniente da palazzo Santa Lucia) perché previsto espressamente dal testo unico degli Enti locali.

Situazione che non può andare avanti, con personale di fiducia del sindaco Manfredi al lavoro da ormai tre mesi ma senza vedere ancora un quattrino. Così la decisione, messa nero su bianco tra fine novembre e la metà di dicembre, di ampliare la pianta organica della Città metropolitana. «Al fine di rafforzare il coordinamento e l'unitarietà nell'azione di indirizzo e funzionamento dell'Ente, tenuto conto dei compiti previsti dal Pnrr s'intende procedere con urgenza ad assunzioni a tempo determinato», è la determina firmata da Gaetano Manfredi, come sindaco della Città metropolitana, il 19 novembre in cui viene previsto un organico più corposo.

In particolare viene prevista la nuova figura del vice capo di gabinetto («con relativo trattamento economico rapportato al capo di gabinetto»), l'eliminazione della «parametrazione della retribuzione del capo di gabinetto demandandolo al sindaco (un aumento quindi)», e il taglio del limite numerico del personale da assegnare ai suddetti uffici di supporto. In modo da aumentare così la pianta organica. Ma i costi, ovviamente, schizzano verso l'alto. 

E così dalle tabelle allegate si evince anche un costo di personale a tempo determinato che passa ora, di fatto, alla Città metropolitana. E se il costo annuo del direttore generale previsto nel 2021 era di circa 12mila euro si passa alla previsione di 248mila euro nel 2022. E così tutte le altre figure. Dal capo di gabinetto che passa da circa 8mila euro a 162.326 alla nuova figura del vice appena introdotta (da 4.610 nel 2021 a 96mila nel 2022). E così per i costi del «personale di segreteria del sindaco metropolitano»: si passa dagli 11mila euro previsti a bilancio nel 2021 ai 227mila di quest'anno. Molto più corposo, infine, l'aumento per le spese presunte alla voce «staffisti categoria D1» dove viene previsto un tetto di 22 persone: si passa da poco più di 48mila euro nel 2021 ai 999.303 di quest'anno. E così per la categoria degli istruttori/direttivi tecnici (da assumere per concorso pubblico o attingendo dalle graduatorie) la cui spesa passa da 26mila a bilancio nel 2021 ai 554mila del 2022. Tutti nuovi appostamenti di bilancio per l'ex Provincia che il sindaco Manfredi chiede il 19 novembre «per la realizzazione degli obiettivi di cui al Pnrr» e che vengono licenziati dal coordinatore dell'area del personale il 15 dicembre scorso.

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In questo modo, con queste modifiche, i vertici di palazzo San Giacomo contano di far ripartire la macchina e sistemare le posizioni lavorative del personale di diretta fiducia del nuovo sindaco, al lavoro sino ad oggi, in maniera volontaria. Situazione, ovviamente, che non poteva andare avanti per molto. Ma la pianta organica ampliata prevede anche nuovi innesti. A cominciare dalla poltrona di direttore generale della Città metropolitana dove sarebbe in pole l'ex assessore regionale ed ex parlamentare socialista Marco Di Lello. Come capo di gabinetto, invece, Maria Grazia Falciatore proveniente anche lei dalla Regione retta da De Luca: già in Municipio ma senza stipendio adatto al suo ruolo. 

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