Covid in Campania, De Luca firma l'ordinanza ma de Magistris accusa: «Così fa un favore alla camorra»

Covid in Campania, De Luca firma l'ordinanza ma de Magistris accusa: «Così fa un favore alla camorra»
Lunedì 5 Ottobre 2020, 21:09 - Ultimo agg. 6 Ottobre, 07:32
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Con la seconda ondata di coronavirus in Italia si torna a respirare aria di chiusure e in Campania Vincenzo De Luca decreta una sorta di coprifuoco anti-movida. Mentre il governo rassicura sul fatto che il nuovo Dpcm non sarà troppo duro e altri presidenti di Regione auspicano una linea soft, il governatore sceriffo esce di nuovo dal gruppo e inasprisce le misure per un territorio che nelle ultime 24 ore fa registrare quasi il 20% dei nuovi positivi di tutto il Paese. L'ex sindaco di Salerno si attira però le critiche del primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris, che lo accusa addirittura di rischiare di «consegnare gli esercizi commerciali alle mafie».

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Mentre alcuni presidenti contestano l'ipotesi di obbligo di mascherine all'aperto in tutta Italia - come il ligure Giovanni Toti e il molisano Donato Toma -, De Luca che i Dpi li ha già resi obbligatori da oltre una settimana emette una nuova ordinanza: bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi simili dovranno essere chiusi dalle 23 alle 6 del giorno successivo, fino al 20 ottobre. In Campania, inoltre, a ristoranti, pizzerie ed altri esercizi della ristorazione (pub, vinerie, kebab e simili) l'ultimo ingresso dei clienti, anche per asporto, sarà consentito alle ore 23 per l'intera settimana. Le consegne a domicilio restano invece consentite senza limiti di orario.

«Con queste ordinanze consegneremo a breve molti esercizi commerciali alla mafia», attacca de Magistris, «chiudere ristoranti e locali alle 23 non ha nulla a che vedere con la movida perché la movida ha altri tipi di locali, di luoghi e di contesti». Ma De Luca tira dritto, già alcuni giorni fa aveva avvertito che se i numeri del contagio fossero aumentati in Campania ci sarebbero stati nuove chiusure. Il timore dei presidenti di Regione è quello di un lockdown nazionale, che però il governo continua a negare di voler varare.
 

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Stasera prima del Consiglio dei ministri i ministri per gli Affari regionali Francesco Boccia e della Salute Roberto Speranza, a quanto si apprende, incontreranno in videoconferenza i governatori, i rappresentanti dell'Associazione dei Comuni (Anci) e dell'Unione delle province (Upi) per illustrare i contenuti del nuovo Dpcm e del decreto per una stretta alle norme anti contagio, su cui domani lo stesso Speranza riferirà alle Camere.
 

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