De Magistris, il patto con Forza Italia che ora fa tremare il Pd

De Magistris, il patto con Forza Italia che ora fa tremare il Pd
di Luigi Roano
Martedì 17 Novembre 2020, 09:00
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Giovedì il sindaco Luigi de Magistris sarà a Roma, da ex pm che ha combattuto la mafia - e da vicepresidente Anci con delega alla legalità - sarà audito dalla commissione antimafia a Palazzo San Macuto. Ma prima, durante e dopo ha già programmato una serie di incontri politici con quei partiti rappresentati in Consiglio comunale, da Fi passando al Pd al M5S. Dopo avere salvato la fascia tricolore nella seduta di ieri del Consiglio comunale per de Magistris è arrivato il momento di trovare quei due o tre voti che gli garantirebbero la sopravvivenza fino al termine della consiliatura, cioè sei mesi. E per questo è disposto a rivoluzionare la giunta mettendo in gioco almeno un paio di assessorati e la poltrona di vicesindaco. La sponda in queste ore più solida è quella di Fi. Dove il dibattito interno è aperto: Fi non vuole - a oggi - un commissario a Napoli, perché ritiene che sarebbe un danno grave per la città e i creditori dell'Ente. Fi non vuole dare vantaggi al Pd e al governatore Vincenzo De Luca che si sta sbattendo molto per mettere le mani sulla capitale del sud, tra sei mesi comunque vada si vota e andare a fare una campagna elettorale con la medaglietta di chi ha fatto cadere de Magistris lo ingolosisce molto. In questo modo potrebbe dire la sua sul candidato a sindaco di Napoli. Fi, inoltre, non ha un candidato pronto per far partire la campagna elettorale per la conquista di Palazzo San Giacomo di qui lo slogan meglio de Magistris che il commissario. Agli azzurri serve tempo per imbastire la dura campagna per Napoli.

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L'operazione è targata Fi e porta la firma di Stefano Caldoro che ha duellato con De Luca alle regionali ed è storicamente amico di de Magistris pur essendo lontano da lui politicamente, e da Fulvio Martusciello che più volte è uscito allo scoperto su questo fronte: «Non dobbiamo andare a traino del Pd e del governatore» il messaggio di Martusciello.

In Consiglio comunale Caldoro può contare su amici veri come Mimmo Palmieri di Napoli popolare, in realtà un indipendente di Fi che si sta muovendo per evitare il commissariamento della città. Così come Salvatore Guangi. Una vicenda che è esplosa complici le dimissioni di Mara Carfagna dal Consiglio comunale protocollate giovedì. Quando è saltata in prima convocazione la prima seduta del Consiglio sul bilancio. Per qualche maligno un ritardo calcolato quella della parlamentare, per altri no. La Carfagna - questo è il succo della questione politica - ha sempre duramente criticato la gestione de Magistris, ma il commissariamento di Napoli è un'altra cosa. 

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Anche nel Pd la situazione è in evoluzione. Marco Sarracino - segretario provinciale - su Fb sulla seduta del Consiglio è critico: «Lo spettacolo offerto rappresenta uno dei punti più bassi della storia delle istituzioni napoletane. Sospensioni, pregiudiziali, rinvii, ogni scusa è buona per non parlare del bilancio cittadino. È chiaro ormai a tutti, come ha ammesso lo stesso sindaco, che la maggioranza non esiste più né in consiglio comunale né in città». Tuttavia, Sarracino è assediato su un doppio fronte: dagli uomini del sindaco che lo stanno cercando per un incontro - che ci sarà - nel quale chiedergli di ascoltare la proposta di cogestione della città dell'ex pm per questi ultimi sei mesi di consiliatura. Dall'altro c'è un fronte interno, quello dei consiglieri del Pd che vorrebbero andare a verificare l'apertura del sindaco e sono propensi a fare un patto serio, concreto, vero di fine mandato. Ma il giovane Sarracino ha alzato il muro e per ora non è disposto a venire incontro alle richieste del suo gruppo consiliare e nemmeno a quelle degli arancioni. 

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