Emergenza rifiuti in Campania, ridotta la multa Ue: «Grazie ai nuovi impianti»

Emergenza rifiuti in Campania, ridotta la multa Ue: «Grazie ai nuovi impianti»
di Daniela De Crescenzo
Sabato 9 Aprile 2022, 08:00 - Ultimo agg. 10 Aprile, 13:38
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Rifiuti in Campania: l'Europa ha ridotto di un terzo la multa da 120 mila euro al giorno decisa sette anni fa. Lo ha annunciato ieri il governatore Vincenzo De Luca che ha spiegato: «Finalmente abbiamo avuto una riduzione di un terzo della sanzione europea che arriva da una prima sentenza di condanna nel 2010 diventata operativa nel 2015». La sanzione è suddivisa in tre parti, ciascuna di un importo di 40.000 euro, calcolate per categoria di impianti: le discariche, i termovalorizzatori e gli impianti di trattamento dei rifiuti organici. Nel 2015 la Corte aveva condannato l'Italia a pagare: «Fino a che non siano messe in servizio discariche aventi una capacità di 1.829.000 tonnellate, impianti di termovalorizzazione aventi una capacità annua di 1.190.000 tonnellate e impianti di recupero dei rifiuti organici aventi una capacità annua di 382.500 tonnellate». 

Adesso la multa è stata ridotta perché è entrato in funzione l'impianto di lavorazione delle balle di Caivano: la A2a, che gestisce i capannoni, trasforma i rifiuti incellofanati in Css, cioè in combustibile, e smaltisce in proprio anche tutti i residui. La movimentazione delle balle, invece, cioè il trasporto dai siti dove sono ancora sistemate e l'impianto di Caivano, viene assicurato dalla Sapna: «In questo modo - spiega il direttore tecnico della società partecipata della Città Metropolitana, Domenico Ruggiero - è stato possibile accorciare i tempi e far entrare subito in funzione l'impianto». E infatti la nuova linea è operativa dallo scorso dicembre. Ovvia la soddisfazione del governatore De Luca che ha evidenziato: «Grazie all'impegno della Regione con l'assessorato di ambiente e dell'ufficio legislativo, risparmiamo i primi 40.000 euro per l'avvio dell'impianto di Caivano e per aver portato fuori dalla Campania un milione di tonnellate di ecoballe. A giugno puntiamo a ridurre di un altro terzo con l'avvio dell'impianto di Giugliano, prima di abolirla con nuovi impianti. È frutto di un impegno della Regione che in questi anni ha lavorato con tenacia ossessiva per risolvere emergenze storiche della Campania su rifiuti, acque, depurazione. Lasceremo a nostri figli una Regione all'avanguardia sulla tutela del territorio». Soddisfatto anche il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli che sostiene: «L'obiettivo nei prossimi anni è arrivare a zero euro di multa e all'eliminazione di tutte le ecoballe.

Anche sulla raccolta differenziata la Campania ha fatto passi enormi. Fino al 2015 infatti eravamo l'ultima regione d'Italia per la differenziata e oggi invece siamo la prima nel sud anche grazie alle nuove norme sul piano rifiuti che abbiamo sostenuto». 

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Il piano regionale per smaltire le balle si articola in tre linee: esportazione e due impianti di lavorazione, il primo, quello già inaugurato, a Caivano e il secondo che punterà al recupero di materiali, a Giugliano. Fino ad oggi sono state esportate quasi novecentomila tonnellate di rifiuti incellofanati (sui cinque milioni accumulati). Una metà è finita negli impianti italiani e l'altra in quelli stranieri. Tra le Regioni Italiane la parte del leone l'ha fatta la Lombardia (cinquanta per cento) mentre tra i Paesi stranieri il primato spetta al Portogallo che ha portato nelle sue discariche una bella fetta della spazzatura accumulata in Italia. Per eliminare il pagamento dei restanti ottantamila euro al giorno bisognerà adesso fermare le esportazioni dei rifiuti come ci chiede l'Europa: secondo il rapporto Ispra del 2021 in Campania nel 2'19 si sono state prodotte 2.627.865 tonnellate di rifiuti. Di queste sono state raccolte in maniera differenziata 1.384.620,29 tonnellate e in maniera indifferenziata 1.170.838,57 tonnellate. Secondo i dati Ispra la Campania si conferma maggiore esportatrice di spazzatura: con 252.872 tonnelate batte tutte le altre regioni. E non solo: secondo il rapporto Ispra solo il 2,5 della frazione umida proveniente dalla raccolta differenziata viene lavorata da noi: tutto il resto viene inviato a caro prezzo presso al Nord o in altri Paesi. Una svolta potrà arrivare con i fondi del piano nazionale di resistenza e resilienza che dovrebbero permettere finalmente il rinnovo dei vecchi impianti. 

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