Gaetano Manfredi sindaco di Napoli: «Bagnoli un'occasione persa, il piano regolatore è troppo rigido»

L'analisi alla presentazione del libro di Enrico Cardillo

Gaetano Manfredi alla presentazione del libro
Gaetano Manfredi alla presentazione del libro
di Nadia Cozzolino
Martedì 4 Luglio 2023, 11:00
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«Chi ha responsabilità di governo sappia riscattare il passato e dare una prospettiva positiva alla città». La strada è tracciata da Enrico Cardillo, ex assessore al Bilancio nella giunta Iervolino, autore, insieme ad Antimo Manzo (ex dirigente Cgil e dirigente di staff al Comune di Napoli) e al docente Italo Italia, del libro “Napoli, la città sospesa. Sindaci, amministrazioni e società dal dopoguerra ad oggi” (Rubbettino Editore), presentato ieri pomeriggio nel Cafè del Teatro di San Carlo. Un volume che racconta il passato più o meno recente di una città ancora alla ricerca della sua identità. Ed è proprio sul destino di Napoli che si è aperto un partecipato dibattito con proposte e riflessioni sul futuro della città. Tra il pubblico, oltre al mondo del lavoro, ai rappresentanti del settore imprenditoriale, anche la classe politica, di oggi e di ieri, in una sorta di reunion socialista in una città-capitale che, come auspicano gli scrittori, deve «rimettersi in cammino». 

«La Napoli che si racconta nel libro - ha raccontato Cardillo - è un grande viaggio a ritroso durante il quale documentiamo le occasioni mancate, negli ultimi settant'anni, di una città governata dalla destra, dal centrosinistra, dalla sinistra, fino al sindaco arancione. Una Napoli che purtroppo non ha saputo cogliere le opportunità e darsi un futuro per la crisi dei partiti che hanno indotto tantissimo astensionismo e sfiducia verso i partiti. Il compito della politica e di chi governa deve essere quello di riscattare quest'eredità negativa». “Napoli, la città sospesa” ricostruisce, infatti, le vicende amministrative, economiche, territoriali ed elettorali dai tempi di Achille Lauro a quelli di Luigi de Magistris, fino all'elezione di Gaetano Manfredi. «Da un'analisi molto attenta del libro - ha detto Manfredi durante l'incontro - emerge che Napoli ha avuto tante opportunità per un cambiamento più strutturale.

Alcune le ha colte, altre no». Per questo occorre esaminare «le scelte amministrative fatte in passato. Credo che fare una valutazione serena di quanto successo negli ultimi 40 anni ci aiuti anche a evitare di commettere gli stessi errori». Un esempio su tutti è quello di Bagnoli: «Rappresenta una grande occasione che non si è riusciti a cogliere nei momenti giusti, ma che avrebbe potuto dare una spinta importante sia sul piano economico che della vivibilità». In questo senso per Manfredi «il Piano regolatore da un lato ha tutelato la città dalle speculazioni ma la rigidità ha limitato lo sviluppo e la trasformazione di parti di città che poi sono state lasciate al degrado».

Dal passato al presente: in sala, oltre a Manfredi, anche quattro assessori dell'attuale giunta, dal vicesindaco Laura Lieto agli assessori al Bilancio Pier Paolo Baretta, alle Infrastrutture Edoardo Cosenza e alla Legalità Antonio De Iesu. E poi i volti storici del socialismo locale, dall'ex deputato Giulio Di Donato all'ex parlamentare europeo ed ex presidente della Provincia di Napoli Franco Iacono, oltre ad Antonio Simeone, già segretario provinciale del Psi. Per Cardillo non si tratta di avere «nostalgia del passato», quanto più di «essere consapevoli del passato, per avere anche la contezza degli errori e fiducia verso una nuova ripartenza della città, pensando alle nuove generazioni». Tra il pubblico anche gli attuali consiglieri comunali Nino Simeone e Gennaro Acampora, la consigliera regionale Bruna Fiola, l'ex presidente dell'Anci ed ex sindaco di Afragola Domenico Tuccillo, gli ex deputati Berardo Impegno e Leonardo Impegno, oltre a esponenti delle giunte Iervolino e de Magistris. Il volume non chiama in causa soltanto la politica. Nel libro gli autori evidenziano anche la persistenza di una debole coscienza civica e la mancanza di un'élite cittadina promotrice di sviluppo e di modernizzazione. La presidente Ance Federica Brancaccio parla, non a caso, di «un libro che fa anche male, che ricorda tante idee, progetti, iniziative, imprenditoriali e politiche, di cui nel tempo è stato decretato il fallimento. Nessuna amministrazione - ha detto - ha realmente lavorato sull'identità, la visione della città». Uno sprone per la classe imprenditoriale - con, all'ascolto, anche il presidente della Camera di Commercio Ciro Fiola e il vicepresidente di Confindustria Vito Grassi - e sindacale, con una nutrita partecipazione della Uil e la presenza del segretario regionale Giovanni Sgambati. In un processo ben descritto dall'amministratore delegato del gruppo Adler Paolo Scudieri: «Questo libro traccia la storia di una città fortunata e sfortunata nello stesso momento. Credo che il genere umano debba fare la differenza, rappresentando il desiderio della libertà e dell'affermazione» 

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