Giuseppe Conte a Scampia: «Temo disordini in piazza»

È la prima tappa di un tour nelle piazze italiane in cui i percettori di reddito sono i testimonial

Il bagno di folla per Giuseppe Conte
Il bagno di folla per Giuseppe Conte
di Adolfo Pappalardo
Sabato 3 Dicembre 2022, 09:10 - Ultimo agg. 19:04
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«Non siamo il partito di Scampia. Andremo anche al Nord: la povertà è anche lì». L'ex premier Giuseppe Conte vuole scrollarsi da dosso l'idea che l'M5s è solo il partito del Reddito di cittadinanza. «È un provvedimento dello Stato non del Movimento: non vi abbiamo mai chiesto il voto in cambio dell'Rdc», aggiunge, sotto la pioggia battente, sul palco montato a Scampia, nel parco Corto Maltese. È la prima tappa di un tour nelle piazze italiane in cui i percettori di reddito sono i testimonial della misura che il governo Meloni vuole modificare. Poi la settimana prima di Natale è prevista una manifestazione a Roma, nei giorni caldi in cui è in discussione la Finanziaria.

Naturale, però, iniziare da qui: nel capoluogo dove è più alto il numero di percettori e dove l'M5s ha la sua cassaforte di voti da due tornate di politiche a questa parte.

E se il nemico è la Meloni a Roma, qui è il governatore della Campania. Come nemici per Conte sono i presidenti di Regione che avrebbero affossato la riforma dlele politiche attive, quelli dei centri per l'impiego che avrebbero dovuto trovare lavoro ai percettori di reddito. 

«I governatori dovrebbero fare di più, come ben sapete la gestione dei centri per l'impiego è regionale. Meloni deve tirare le orecchie ai suoi presidenti di Regione, 14 su 20 sono della sua stessa maggioranza. Il mio governo nel 2019 ha stanziato oltre 1 miliardo per implementare le assunzioni nei centri per l'impiego e far ripartire a dovere la macchina. Ne sono state fatte poco meno del 30 per cento», attacca Conte che ieri, anche a distanza, ingaggia una battaglia con il governo che l'accusa di fomentare rivendicazioni di piazza aizzando i percettori della misura contro la povertà. «Pa-ci-fica. Deve essere una battaglia pa-ci-fi-ca, solo politica. Senza cadere nelle provocazioni o facendosi prendere dal risentimento», scandisce bene il capo dell'M5s per scrollarsi da dosso gli attacchi del centrodestra che l'accusano di voler fomentare la rabbia. E aggiunge: «Temo disordini sociali ed è la ragione per cui saremo in tutte le piazze per canalizzare e offrire una rappresentanza politica alla disperazione della gente. La funzione dell'M5s è questa, per evitare che le difficoltà economiche sfocino in rabbia, disperazione e gesti inconsulti. Questa preoccupazione che abbiamo ci spinge a dare ascolto alla gente», aggiunge Conte che pesa con il bilancino le parole e, più che lui, lascia parlare chi riceve il reddito e senza non saprebbe come fare. Giù, in platea, invece i consiglieri regionali M5s che hanno accusato De Luca, l'altro giorno, di aver sabotato la misura e alcuni parlamentari. Compreso l'ex procuratore nazionale della Dna Cafiero De Raho con la scorta.

 

«Le persone che ho incontrato sono disperate. Hanno la prospettiva di rimanere senza reddito per sfamare figli e non hanno prospettive di trovare lavoro. Non sono tossicodipendenti sul divano, come riferiva il presidente del Consiglio parlando di reddito come metadone. Cercano lavoro», incalza sempre Conte al termine di una giornata tutta napoletana. Prima, in mattinata, ad un presidio della Slc/Cgil con il segretario napoletano Gianluca Daniele con un gruppo di lavoratori assunti, grazie ad una sua legge, in una consociata nell'Inps; poi a San Giovanni a Teduccio, presso la onlus «Figli in famiglia». E, infine, a Scampia dove a margine della manifestazione incontra Denis Mukwege, medico congolese e premio Nobel per la pace 2018. 

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Infine annuncia la prossima battaglia con cui, questo l'obiettivo, vuole conquistare il terreno su cui lavora anche il Pd: il salario minimo. E, non caso, la manifestazione a Roma dell'M5s potrebbe essere a ridosso di quella organizzata dai democrat contro la Finanziaria. «La prossima battaglia - conclude - è collegare il reddito al salario minimo. Siamo gli unici a lavorare su questo fronte e ci batteremo anche contro il voucher introdotto dal governo. Una follia». 

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