Guido Bourelly presidente del Gruppo Piccola Industria dell'Unione industriali di Napoli: «Basta con la burocrazia»

Subentra ad Anna Del Sorbo e sarà affiancato dai vicepresidenti Giuseppe Altamura e Antonio Cennamo

Guido Bourelly presidente del Gruppo Piccola Industria dell'Unione industriali di Napoli
Guido Bourelly presidente del Gruppo Piccola Industria dell'Unione industriali di Napoli
di Antonio Vastarelli
Sabato 20 Maggio 2023, 09:00 - Ultimo agg. 21 Maggio, 08:22
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«La sfida per le Pmi del territorio è quella della competitività, che va perseguita attraverso un incremento della dimensione media delle aziende e la diffusione di una sana cultura d'impresa». A sostenerlo è il 38enne Guido Bourelly, che ieri è stato eletto presidente del Gruppo Piccola Industria dell'Unione industriali di Napoli (diventando, di diritto, anche vicepresidente di Palazzo Partanna). Nella sua relazione programmatica all'Assemblea, il neo leader dei piccoli imprenditori sottolinea la necessità di promuovere la transizione digitale, la formazione e lo sviluppo delle competenze tra i lavoratori e la sostenibilità, così come la crescita dell'impresa femminile e giovanile. Una dichiarazione non formale, quest'ultima, visto che Bourelly, entrato fin da giovanissimo nell'azienda di famiglia, ne è amministratore dal 2014, cioè da quando aveva soli 29 anni. Parliamo di un'azienda fondata dal nonno Guido nel 1957 nel rione Sanità e che in 66 anni, da officina meccanica, grazie all'ampliamento portato avanti dai figli Lorenzo ed Elio negli anni Novanta, si è trasformata in Bourelly Group, impresa leader nel settore dell'emergenza sanitaria (gestione operativa del servizio 118) e del soccorso stradale, attiva stabilmente in Campania e Lazio con numerosi mezzi, operatori specializzati e professionisti.

Tra le doti che il nuovo presidente porta ai piccoli imprenditori di Confindustria c'è l'esperienza manageriale maturata in un'azienda familiare che ha saputo affrontare un doppio ricambio generazionale senza traumi, anzi traendone profitto nell'innovazione. «Il mio è un caso particolare - racconta - mio padre ha favorito un passaggio lineare, senza tensioni, ma io, ai figli degli imprenditori, suggerisco di andare a fare prima esperienza in altre aziende, anche di settori diversi, per poi tornare in quella di famiglia con nuove conoscenze».

Perché i macchinari e le tecnologie contano, ma le persone e le loro abilità sono determinanti. «La risorsa umana - afferma - è sempre più strategica nelle imprese, anche per perseguire il traguardo di uno sviluppo inclusivo, caratterizzato da coesione sociale e benessere collettivo» e, proprio per questo motivo, la sua presidenza si propone «di sostenere questo patrimonio di professionalità, favorendo la creazione di competenze che consentano alle imprese di cogliere le opportunità offerte dall'evoluzione tecnologica, promuovendo modelli di gestione manageriale, meritocratica, che valorizzino e salvaguardino il talento». L'intenzione, spiega, è quella di «creare occasioni di incontro tra aziende e giovani candidati alle assunzioni, orientando gli studenti verso le discipline Stem», per costruire profili professionali con le competenze scientifiche, tecnologiche e ingegneristiche richieste dal mercato. Alle istituzioni il neo presidente chiede «un confronto serio» perché spesso le imprese «vanno alla cieca, senza sapere a chi rivolgersi» per risolvere problemi burocratici. Bourelly sottolinea come, in una regione confinante come il Lazio, le amministrazioni rispondano «con tempi molto più veloci di quello che accade in Campania»: lavorare su questo aspetto è una priorità. Così come risulta necessario «un forte impegno sul fronte della strumentazione finanziaria per la crescita delle piccole imprese e della loro internazionalizzazione», conclude.

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Bourelly subentra ad Anna Del Sorbo e, alla guida del Gruppo Piccola Industria, sarà affiancato da due vicepresidenti: Giuseppe Altamura, che ribadisce la necessità di «promuovere una nuova cultura d'impresa basata proprio sulla valorizzazione delle risorse umane presenti nelle imprese», e Antonio Cennamo, che sottolinea l'importanza di «andare avanti su Transizione 4.0, di prorogare il credito d'imposta che scade nel 2023, e di puntare sulle Zes come aree per creare sviluppo». 

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